“La felicità non è un bene prezioso da possedere, è una qualità del pensiero, uno stato della mente”. Daphne du Maurier
Articolo di Elisabetta Fedeli
Yoga etimologicamente dalla radice Yuj significa congiungere, unire. L’intento di questa disciplina è quello di ritornare ad integrare i diversi aspetti del nostro essere che coesistono già al nostro interno ma, che erronee convinzioni e i tanti condizionamenti interni ed esterni hanno separato, facendoci perdere il contatto con noi stessi e conseguentemente con i nostri reali bisogni.
Il compito principale dello yoga è ristabilire questo contatto e questa capacità di ascolto al nostro interno restituendoci una capacità di chiarezza e una visione aperta anche rispetto a quella che è la nostra vita.
Vivere il presente e affrontare le cose della vita con un senso di unità e quindi di maggior presenza ed attenzione oltre a sviluppare un senso di chiarezza nelle idee che abbiamo relativamente a noi stessi agli altri e all’ambiente ci porta ad affrontare le attività del nostro quotidiano, non ultime quelle sportive , con una predisposizione fisica emotiva e mentale sicuramente vincente.
La pratica dello Yoga ci porta a ristabilire un contatto profondo con il nostro essere attraverso il recupero di una respirazione corretta perché più calma profonda e consapevole, permettendo al nostro apparato locomotore, al nostro sistema circolatorio e, grazie ad una migliore ossigenazione, a tutto il nostro organismo, di funzionare al meglio delle proprie possibilità.
Senza contare che un ritrovato contatto con le percezioni del nostro corpo ci predispone ad un maggiore ascolto anche riguardo i nostri limiti e le nostre difficoltà rispetto alle nostre azioni mettendoci così al riparo da sforzi inutili e da possibili infortuni.
La cosa straordinaria e unica di questa disciplina è che se praticata con costanza e regolarità ci apre la strada, un po’ alla volta alla scoperta di chi siamo e di come funzioniamo anche al nostro interno; normalmente tendiamo a focalizzare la nostra attenzione quasi unicamente sull’aspetto esteriore senza mai fare esperienza piena della presenza di una struttura ben più profonda che ci sostiene e ci stabilizza e di cui l’esterno, quello che vediamo, rappresenta solo l’involucro e il riflesso.
Yoga e Mare
Possiamo senz’altro dire che la passione per il mare, unita alla pratica dello yoga, porta a perseguire quel senso di benessere e di compiacimento che nasce dall’integrazione delle diverse sfere del nostro essere con l’ambiente circostante, in questo caso l’acqua.
Yoga e elemento acqua hanno un’affinità elettiva: La fluidità. Se pensiamo che il nostro corpo è composto per lo più del 90% di acqua possiamo immaginare quanto il ritorno ad una respirazione profonda ci dia la possibilità di usufruire al meglio di questo scambio osmotico di fluidi che avviene dall’interno verso l’esterno e viceversa, regalandoci un senso pieno di unità e continuità.
Per gli amanti del surf, il cavalcare le onde si unisce in sinergia con il vivere lo Yoga. In particolare la pratica costante di questa disciplina può sviluppare nel surfista la capacità di procedere onda dopo onda seguendo il ritmo personale del proprio respiro, restituendogli la capacità di ridurre lo sforzo e le contrazioni muscolari grazie al corretto allineamento e alla flessibilità della colonna verticale e ad una ritrovata mobilità articolare, amplificando, nel contempo, una sensazione di libertà e di leggerezza.
Yoga e subacquea
Nonostante la notorietà che lo yoga sta assumendo negli ultimi anni, ancora poche persone conoscono la capacità che questa disciplina ha nello sviluppare e potenziare la forza e la resistenza muscolare, respiratoria e quindi cardiaca.
Pertanto una pratica costante, oltre a migliorare il controllo e la consapevolezza corporea, permette di raggiungere obbiettivi di alte prestazioni in apnea.
La pratica degli Asana (posizioni), e ancora meglio lo svolgimento di movimenti concatenati come ad esempio il conosciuto “Saluto al Sole”, oltre a farci prendere coscienza della nostra colonna vertebrale e delle nostre articolazioni, ci consente di prendere consapevolezza dei nostri muscoli respiratori e di verificare e allenare attraverso la resistenza muscolare la resistenza cardiovascolare.
Si dice che tutta la pratica dello Yoga sia un percorso verso la libertà.
Libertà nello Yoga significa arrivare alla conquista di una coscienza respiratoria che sia il ponte fra le sensazioni interne ed esterne, dove il traguardo è una Colonna Vertebrale mobile e flessibile, una mente calma e pacifica e un cuore leggero e aperto alle emozioni. Tutte condizioni ottimali per sviluppare un sistema psico-fisico efficiente, e non ultimo un umore stabile e sereno.
Tutta la disciplina dello Yoga si svolge intorno alla respirazione ma esiste un ramo interamente dedicato allo studio dell’arte respiratoria: il Pranayama, “scienza del respiro” o “controllo del soffio vitale”.
In generale il nostro respiro è la fonte della nostra energia e respirare in modo più o meno corretto determinerà sempre un tono energetico alto o mediocre. Considerate che ben il 75% delle tossine del corpo viene eliminato in forma gassosa attraverso la respirazione e più si concede al corpo di espellere tossine e gli scarti della nostra respirazione attraverso gli organi emuntori del nostro sistema, più saremo in grado di introdurre nutrimento ed energia pulita per le cellule del corpo.
Qui la pratica ci offre una serie di esercizi respiratori utili per migliorare il respiro e insieme ad esso veicolare il flusso della nostro energia all’interno del nostro corpo. È importante capire che per avere un quoziente energetico interno ottimale, così importante per affrontare un’attività tanto impegnativa come quella subacquea, bisogna respirare correttamente e consapevolmente, onde evitare di stressare inutilmente l’organismo.
In questa attività infatti respirare correttamente consente di mantenere pulito ed efficiente il sistema energetico interno e conseguentemente di sviluppare il giusto flusso di energia verso il cuore.
Inoltre una respirazione profonda e consapevole porterà ad avere una mente più calma e concentrata con una ricaduta in termini di stabilità e presenza, elementi sicuramente importanti per chi affronta immersioni anche di una certa durata.
È comunque importante avvicinarsi alle tecniche di pranayama solo quando l’intera struttura , il sistema nervoso e i polmoni sono stati rafforzati grazie al lavoro degli Asana.
La gamma degli esercizi respiratori che il pranayama ci suggerisce è molto consistente ma, fra quelli più utili al nostro caso possiamo prenderne in considerazione alcuni:
Ujjay Pranayama è una tecnica fondamentale che dovrebbe accompagnare ogni momento della pratica e che permette di sviluppare una mente calma, attenta, di portare profondità al nostro respiro e di calmare e tonificare il sistema nervoso e insieme tutto l’organismo.
Kapalabhati è una tecnica molto potente per ossigenare tutti i tessuti, pulire i polmoni e i seni nasali, restituendo chiarezza e lucidità mentale.
Nadhi Sodhana, respirazione a narici alternate, utile a ristabilire il corretto flusso energetico e a correggere le eventuali asimmetrie del corpo
Lo scopo è quello di arrivare alla conquista di una respirazione yogica ma anche fisiologicamente completa e corretta che prevede le tre fasi respiratorie (addominale, diaframmatica e toracico/clavicolare) armonizzate fra loro in un unico atto respiratorio.
Queste solo alcune delle tecniche suggerite, per l’apprendimento e l’esecuzione delle quali è sempre consigliabile rivolgersi ad insegnante qualificato.
Per concludere:
Come recitano gli “Yoga Sutra“ di Patanjali : il fine dello yoga è “arrestare le fluttuazioni o modificazioni mentali” e poiché le potenzialità di stare al meglio con noi stessi con gli altri, con la nostra vita sono già dentro di noi, basta permettersi di fermarsi, dove fermarsi, non significa cessare ogni attività od ogni pensiero, ma fermarsi per permetterci di ascoltare ciò che il corpo, nella sua innata intelligenza ha da comunicarci.
Perché quando la mente è calma il corpo si rilassa e il respiro torna ad essere fluido e spontaneo, in noi torna l’essenza di quel bambino interiore capace di emozionarsi e di gioire di ogni attimo con piena spontaneità allora, quando ciò accade, torniamo ad essere parte integrante di tutto ciò che facciamo e della natura intera e l’esperienza di vita diventa gioiosa.
Allo stesso modo il nostro corpo nell’acqua si abbandona si plasma e si compenetra con l’elemento circostante, e come in un Asana prende forma.
Articolo di Elisabetta Fedeli
Insegnante Yoga
YOGA TIME asd -Spazio per la cura del sè -Via Grande,189 – LIVORNO