Detesto scrivere di subacquea quando si tratta di incidenti mortali. C’è dentro un dolore da appartenenza, per la perdita di altri ‘colleghi’, di persone con le quali condivido la medesima passione, momenti indimenticabili anche se vissuti separatamente. Poi c’è la sensazione di muoversi in una cristalleria, dove i cristalli sono la sensibilità dei parenti disperati, la memoria delle vittime. Son cose che nessuno dovrebbe permettersi di urtare ed i commenti a caldo sono spesso commenti privi di sostanza, di riscontri, con ipotesi formulate a vanvera. Questo è il motivo per cui certe discussioni sono quasi un tabù nei forum di subacquea, pur frequentati esclusivamente da addetti ai lavori.
Mentre negli incidenti aerei gli articoli riflettono la precisione nei comunicati stampa puntuali e ben formulati, nella subacquea questo non accade mai. Quando si parla di subacquea i media, giornali e TV, sfornano termini. ipotesi e argomentano situazioni che fanno accapponare la pelle a chiunque abbia un brevetto base. No, non parlo dei professionisti, ma dei semplici praticanti di subacquea con una modesta cultura nel settore.
Allora, mi dico, l’ingiustizia e l’oltraggio a quelle povere vittime, non è semplicemente nel parlarne, ma nel parlarne come fanno spesso i giornali. O come i giornali vorrebbero che le scrivessimo. Il sensazionalismo della notizia è qualcosa che tutti cercano di cavalcare, per avere audience, e tre morti in una grotta subacquea è un argomento che stimola la curiosità di tanta gente che ha bisogno di continuare ad aver paura di ciò che probabilmente non conosce, come il mare aperto o una grotta sottomarina, per continuare a vivere sentendosi al sicuro.
Quelli che vogliono sapere davvero, quelli che vogliono sapere perché senza fermarsi ai pregiudizi verso degli sport considerati ‘estremi’ come me, per esempio, sono la minoranza. Una minoranza che non viene mai soddisfatta dai cronisti: quando si saprà perché questi tre poveri cristi sono morti, cioè alla chiusura dell’inchiesta, i lettori, la gente comune, quelli che hanno additato la subacquea come cosa da non far praticare alle loro figlie femmine, non sapranno più niente, perché la notizia è vecchia, non è più ATTUALITA’ e nessuna redazione presterà attenzione a ciò che è successo.
Il morto fa notizia, mentre i perché di un incidente, le regole della subacquea e il loro eventuale miglioramento mai. E’ con questo stato d’animo che scrivo su questo ennesimo incidente in Italia del quale non so nulla. Non so dove li hanno trovati, non conosco l’esito delle analisi della miscela che respiravano. Aria? Nitrox? Aria avvelenata?
Non conosco le modalità dell’immersione, cosa avevano pianificato. Cosa altro potrebbe essere successo? Crollo della volta? Hanno perso la loro via d’uscita? Panico? Ma… erano davvero tutti in una grotta quando li hanno trovati?
Non lo so, e nessuna fonte ufficiale ha rilasciato dichiarazioni. Ampio spazio a fantasisti.
Ho letto distrattamente in giro e, onestamente, con una certa nausea che le immersioni in grotta sono pericolose o vanno vietate impedite o regolamentate. Esistono corsi speleo-sub (non Paleo-sub come scritto in un’ANSA) che addestrano alle immersioni in grotta. Questi corsi non ti garantiscono l’immortalità, ma una preparazione adeguata ad uscir vivo dal più pericoloso degli ambienti subacquei. E poi come fai a controllare chi entra ed esce da una grotta sottomarina, metti un sommergibile all’entrata?
Non abbiamo leggi adeguate, è vero. E a differenza dell’aeronautica civile non abbiamo un ente in grado di emettere comunicati stampa e agenzie scritte col minimo accettabile. E così il vuoto diventa anche disperazione, per una subacquea italiana che più in basso di così non s’è mai vista, nel fatturato, nella sicurezza e nel modo di informare.
No, non sappiamo niente. E quando sapremo cosa è successo questi morti non vi interesseranno più. Non saranno più paura, allarme e attualità.
Non stimoleranno più la vostra amigdala.
Foto di Massimo Boyer
E’ vero parlare di sub morti non e’ una bella cosa, pero come instruttore e sub di Cueva dobbiamo domandarci se I compagni morti erano certificate come cavern diver o full cave.
Se si dobbiamo aspettare il reporte della magistratura o dei soccorritori intervenuti nel recupero, e fare unanalisi dell’incidente.
Se no, mi dispiace dirlo, ma se la sono cercata. Sicuramente non sara’ stata la prima volta che saranno entrati in quella grotto.
Per evitare che accadano altri incidenti del genere consigli di effettuare I corsi adeguati con gente che e’ abbituata afare grotto.
Secondo in ogni entrata di possibile grotte consiglio di mettere un cartello di pericolo e di sgnalare che sta entrando in grotto.
Certo quella del cartello si che risolve il problema.
Cerchiamo invece di impedire a qualsivoglia agenzia didattica di spargere improvvisati istruttori/accompagnatori in lungo e in largo; il livello di professionalità in questo settore è da molto tempo bassissimo, e mi auguro che uno di questi incidenti dia la spinta necessaria alla fine dell’iter di approvazione della cosiddetta legge quadro della subacquea, da anni in parcheggio, la quale creerebbe requisiti ed obblighi differenti e tenterebbe di professionalizzare il settore, abbandonato pressocche’ a se stesso…
Purtroppo erano due professionisti molto attenti e meticolosi.
se fossero stati veramente dei professionisti molto attenti e meticolosi non sarebbero morti e non avrebbero lasciato sole le loro famiglie… io direi irresponsabili ed impreparati… a me dispiace di più per le loro famiglie…
Massimo…. non sai nulla di nulla di loro e licosa sia successo.
VERGOGNATI…
Massimo non sputare sentenze su persone che non hai avuto il piacere e l’onore di conoscere: si trattava di due professionisti seri ed affidabilissimi che non avrebbero mai messo in pericolo la vita propria e soprattutto quella degli altri. Purtroppo c’è sempre chi si sente in diritto di giudicare e condannare senza sapere di chi o di cosa si stia parlando, avresti fatto una figura migliore tacendo
Sono d’accordo. Quello dei diving è diventato un settore proiettato solo verso il facile guadagno da istruttori improvvisati che ogni qualvolta si verifica un incidente i media definiscono “esperti”
Sarebbe ora che si facesse un albo professionale ci sarebbero più controlli
Trainer sub
Guarda la storia italiana insegna che dove ci sono albi professionali ci sono più cialtroni che professionisti.
..questi sono esattamente i commenti che sento in questi giorni e che fanno venire anche a me la nausea….. Credo che l’articolo si riferisca proprio a questo: perche’ prima di sentenziare giudizi, non aspettiamo di sapere davvero cosa sia successo?….
Scusa ma a che serve aspettare di sapere cosa è successo… si sa benissimo che tipo di grotta è… se avessero usato il cervello e un po di buon senso sarebbero vivi… chiami i soccorsi e dai l’allarme, senza strafare… sinceramente a me dispiace più per le loro famiglie…
Non leggo mai gli articoli di Claudio ….. per pigrizia…..per timore della nostalgia …. o magari semplicemente perchè va bene così….. ricordo con piacere Claudio e vari pezzettini di vita passati e vissuti ….. poi pian piano ci si perde di vista sparsi per il mondo e ….. e amen ….
Ma al di là di ddisquisizioni per l’appunto nostalgiche, questa volta l’articolo sono andato a leggerlo …..chissà perchè …. e devo onestamente dire che Claudio mi ha sorpreso ….piacevolmnte sorpreso condivido appieno tutto ciò che ha scritto e lo condivido con la conssapevolezza di chi è, credo , stato uno tra gli addetti ai lavori ……
Difficile segnalarre tutte le grotte ….. quasi difficile quanto garantire …… vabè lasciamo perdere……
Un solidale abbracco lo mando ai parenti dei tre “fratelli di mare” ……da appunto ex addetto ai lavori posso comprendere ……
Ed un saluto a Claudio dovunque tu sia …..e bell’articolo …bravo ….
ciao Leo,
grazie per il tuo commento e ricambio i saluti.
Ed oggi ancora aspettiamo notizie noi ‘fratelli di mare’ per capire o forse per fare tesoro delle esperienze degli altri… Quanto è facile giudicare e commentare, quanto dura è pensare che il mare è più di noi… Esiste attenzione, mai certezza di farcela!
Ciao Claudio,
Condivido il tuo pensiero.
Allora come ora c’è chi si spinge senza le dovute precauzioni.
Dal “club dei 100 del Blue” ai giorni nostri.
Come dici tu siamo in Italia.
D’altronde che fare?
Ciao,
purtroppo è più facile azzuffarsi difendendo i dettami parrocchiali che aprire gli occhi e rendersi conto che non è accettabile l’essere disinformati in questo modo.
Condivido in pieno..spesso i media scrivono così.. Tanto per riempire pagine… Forse alla base dovrebbe esserci una regolamentazione univoca chiara e soprattutto da tutti recepita.trovo assurdo quanto riportato come risposta all’interessante articolo.. Ovvero mettere segnali…trasformare mobilità mare in strade subacquee con tanto di cartelli di portata e se uno è cicciottello non potrà entrare… Abbiamo una federazione di riferimento, importante come numeri e competenza, la FIPSAS.Che spinga per regolamentare chi può usare o meno attrezzature sub…chiaro che esisteranno anche quelli che gireranno senza patente.. Quelli andranno fermati, tutti gli altri andranno istruiti mentalmente, partendo dagli istruttori, stracciando loro i brevetti qualora non svolgano il compito loro assegnato. Iniziamo dalle fondamenta per creare uno sport che non sia più additato come sport pericoloso.
Noto che molti commenti provengono da professionisti del settore. Come tali penso non abbiano come me esperienza, almeno nell’ultimo decennio, di subacquei che si immergono senza aver mai frequentato un corso e conseguito un brevetto e men che meno di diving italiani che non si accertano del possesso di brevetto da parte dei loro clienti. Tutte le critiche e le polemiche che ho letto in proposito, dunque, cadono su una realtà che non è la nostra, a meno che – beninteso – non sia io ad aver vissuto sinora fuori della realtà.
Che poi ci si debba immergere nei limiti del proprio brevetto è regola di prudenza che già oggi assume pieno valore giuridico, senza necessità di una legge dedicata alla subacquea: se un subacqueo muore o riporta lesioni in un’immersione condotta dalla guida oltre i limiti di brevetto dello sventurato, la guida può rispondere penalmente di omicidio o lesioni colpose, e civilmente risponde del danno.
Tutto ciò per sottolineare l’importanza di esprimere opinioni con cognizione di causa, senza abbandonarsi a sterili polemiche.
Un’osservazione, infine, sull’incidente occorso ai tre sub: qualcuno ha posto la questione se fossero in possesso di idoneo brevetto per immersioni in grotta, osservando che, in caso contrario, se la sarebbero cercata; ebbene, bisognerebbe ricordare trattarsi di tre subacquei espertissimi, non soltanto a livello tecnico, ma anche e prima di tutto dei siti di immersione della zona, compreso quello in cui hanno perso la vita. Non ha insomma senso ipotizzare trattarsi di sprovveduti.
Ignoriamo le cause dell’incidente e probabilmente non potranno essere accertate. Dovendosi però escludersi nella fattispecie sia l’imperizia che l’imprudenza, si dovrebbe accettare la conclusione – peraltro scontata – che in qualunque attività, dalla più banale alla più complessa e pericolosa, esiste sempre un margine di rischio che nè la conoscenza nè l’esperienza possono eliminare: i tre sub sono per l’appunto caduti nella trappola dell’imprevedibile, dell’imponderabile, della fatalità, proprio come avrebbero potuto cadervi compiendo una qualsiasi altra attività, finanche dormendo.
È quello che comunemente e volgarmente chiamiamo “sfiga”.
Una legge sulle attività subacquee – voglio sottolineare concludendo – non può prevenire o eliminare la sfiga.
da apneista veterano credo che spesso si muore per la troppa padronanza e sicurezza dei propri mezzi…
nonostante l’esperienza di tanti anni di immersioni c’e sempre da imparare ….
Due bravissime persone anche bravi subacquei ma quel giorno hanno preso le cose con troppa leggerezza .come avventurarsi in un luogo classificato ad altissima difficoltà speleologica senza filo di Arianna in mono bombola .I due Mauro erano due cari amici ma ripeto quel giorno hanno preso la cosa alla leggera e l’hanno pagata carissima .ChI è senza peccato scagli la prima pietra
Purtroppo temo tu ti stia sbagliando.
Le immersioni in grotta prevedono regole precise.
Violarle significa mettersi ad alto rischio.
La tragedia è stata causata dal fatto che troppe delle “sacre regole” delle immersioni sono state violate: non avevano una main line, non avevano gas adeguato nè in quantità adeguata.
La sfiga è un’altra cosa.
L’imprevedibile un’altra.
Per quanto esperti i sub morti hanno scelto di non rispettare regole che certamente conoscevano e molto bene, se davvero esperti di immersioni in grotta.
“Il morto fa notizia, mentre i perché di un incidente, le regole della subacquea e il loro eventuale miglioramento mai.”.
Bravo, Claudio! Questa è la pietra angolare delle tragedie pubblicati.
Ramon
Da guida subacquea posso solo dire cazzo si saranno trovati in una brutta situazione..un qualcosa di non rientro,gli istruttori li conoscevo ed erano anche bravi quindi non diamo sentenze perché sicuramente è successo un qualcosa che li ha bloccato in quel cunicolo e purtroppo ci sono anche rimasti ..
Come fai a controllare chi entra e chi esce da una grotta sottomarina… beh all’entrata di certe grotte ci si potrebbe benissimo mettere una grata e problema risolto, così come si chiudono le strade dissestate; oppure si teme che poi chi veniva apposta a Palinuro per infilarsi in quei buchi vada da qualche altra parte, e poi poverini i diving della zona ne soffriranno, così come l’economia disastrata di quelle zone che secondo qualcuno campa solo di quello… ma andiamo…
Così come dice Claudio attebdiamo gli esiti delle indagini.
Ma posso dire che:
Il comune non ha approvato nessun regolamento che imponga determinati requisiti tecnici oltre a qualcuno deputato alla verifica degli stessi.
Questa la citazione sulla pagina del Comune di Centola “si consiglia la visita solo agli speleosubacquei più esperti ed accompagnati da chi conosce la cavità”
Ho 50 anni, nato in Liguria, facevo apnea da quando ero alle elementari, ho praticato nuoto e pallanuoto agonistico, per darvi un’idea pescavo a 25 metri di profondità ( sempre con barca appoggio e compagni super preparati e allenati). Poi ho iniziato ad andare con le bombole, ho solo il brevetto SsI di primo grado, e andavo col solito gruppo di amici fidati preparati e allenati ma fa qualche anno Ho smesso e faccio solo windsurf, perché? Perché da quando il sub e diventato troppo commerciale e diventato anche troppi pericoloso. Ho conosciuto gente che SA nuotare amalapena che prende il brevetto e gente che non SA fare una v vasca in apnea che diventa dive master!!!!! Troppa incompetenza e superficialità, perché ci paga deve prendere il brevetto e se quella scuola boccia troppi allievi non ci va più nessuno. Parliamo poi di cui parte da Milano per una immersione organizzata alle 5 terre, vogliamo mica farla saltare solo perché il mare e’ torbido e ci sono onde? Giammai immersione va fatta a ogni costo!!! Non so cosa e successo in questo caso e non lo saprò mai ma sono a conoscenza diretta di cup che e’ successo Ok alcuni altri incidenti e vi assicuro che SEMPRE l’incidente POTEVA anzi DOVEVA essere evitato !!!! Non e’ più in mio problema perché ho abbandonato quelli che credevo essere uni sport bellissimo ma consiglio ai sub veri di non cercare sempre giustificazioni tipo”fatalità” invece se ci tenete al vostro sport incazzati con i tanti, troppi incompetenti e con gli impiegati panzoni che solo perché hanno pagato devono tornare in ufficio dicendo….. Ieri mi sono immerso sul san Guglielmo,
Sono portato, tra i tanti, a trovarmi a condividere questo commento di Carlo. Ho qualche anno più di lui e ho avuto una intensa esperienza di immersioni in anni recenti. Credo che il mondo della subacquea abbia bisogno di una certa revisione razionale dei livelli e degli stili di immersione; anche dal punto di vista psicologico. C’è sicuramente la crisi economica che morde, la proliferazione delle didattiche e un certo lassismo nel tener conto della preparazione e delle condizioni di salute di chi si immerge. Si preferisce, fatalisticamente, stendere un velo. Anche i sub ricreativi dotati di discernimento possono contribuirecon piccoli accorgimenti: ad es. dopo l’ incidente dele Formiche di tre anni fa, ogni volta che prendo una bombola ad un diving di amici o sconosciuto faccio il test del palloncino per il CO acquistato per circa un euro dal DAN. Alcuni amici gestori di diving hanno fatto smorfie inizialmente, come fosse un atto di sfiducia nei loro confronti. E’ bastato un sorriso e una guardata negli occhi e la cosa è passata con una stretta di mano. E forse è un contributo semplice ad innalzare gli standard. legge o non legge (sul normativismo, in campo giuridico, ho profonde riserve). Naturalemnte, i diving sconosciuti, vedendo che c’è una clientela che fa i suoi controlli, magari tenderanno ad avere miglio cura dei loro compressori e dei protocolli di manutenzione. Immaginate l’ effetto di vedere il sensore diventare nero su una bombola che poi avrei dovuto portare giù a tre 4 atmosfere minimo.
Scusate, il correttore automatico mi ha cambiato parecchie parole ma credo sia piuttosto chiaro il senso di cui che ho scritto
Ps: Pescavo a25 metri quando avevo 20 anni e per fortuna sia io sia i miei amici siamo ancora tutti qua senza nessun incidente, comunque dipoi qualche anno mi sono reso conto che era troppi pericoloso nonostante le precauzioni e l’allenamento accurato e mi sono limitato a pescare sottocosta in pochi metri d’acqua
Buongiorno,
unico articolo scritto con buonsenso che ho letto.
R.I.P. colleghi SUB
Scrivo malvolentieri sugli incidenti, vorrei solo dire una cosa, Ho avuto il grande privilegio di conoscere Mauro Cammardella e ho fatto immersioni con il suo diving, anni fa. Vi assicuro che la notizia dell’incidente fa male, ma forse fa male ancora di più leggere giudizi affrettati su di lui. Forse alla base di tutto c’è un errore umano, forse è una disgrazia pura, forse non lo sapremo mai. Comunque sia Mauro era un grande istruttore e un grande uomo, un grande conoscitore delle sue grotte che sapeva affrontare con la giusta dose di prudenza. A lui va il mio ricordo.
Come Scubaportal abbiamo voluto dare spazio a tutte le opinioni, ho voluto esprimere la mia come subacqueo e uomo.
Proprio per riportare la discussione su un piano tecnico (in un sito dedicato alla subacquea come questo in troppi forse hanno espresso giudizi senza avere conoscenza della situazione in cui i tre sub si sono trovati), potresti raccogliere alcuni dettagli sul sito di immersione, il run time normale per quel tipo di immersione, l’attrezzatura usata dai tre sub (es. monobombola o bibombola? Aria o differente miscela?), ecc.
In questo modo consentiresti ai vari (sedicenti) esperti speleosub intervenuti di esprimere pareri basati su dati oggettivi. E a chi, come me, non si erge ad esperto, consentiresti di maturare un’idea sulle cause della tragedia.
Finora ho letto solo tanti discorsi vuoti, ma nessuno ha posto gli elementari ma fondamentali quesiti circa il tipo di immersione, le caratteristiche del sito e l’attrezzatura.
Ti ringrazio anticipatamente per i dati che potrai fornirci.
Conosco le grotte di Palinuro.
Ho una seria preparazione cave alle spalle e un sacco di ore in grotte italiane, francesi e messicane.
Ho sentito e letto tanto. Ho parlato con persone presenti a cala fetente.
A me spiace ma sub che nn hanno formazione e addestramento e che entrano in grotta come sono entrati i tre dell’incidente sono dei disgraziati che vogliono suicidarsi
Leggo molti commenti affrettati a parte di persone che, come tutti noi d’altronde, non conoscono alcun particolare dell’incidente, della tipologia d’immmersione, della condigurazionensell’attezzatura. Aspettiamo che la giustizia faccia il suo corso, che le indagini ci spieghino, se riusciranno, quanto meno il tragitto delle vittime, che potrebbe scaturire dal tempo dell’immediato e dalle varie profondità. Probabilmente da quanto sento in giro i due accompagnatori, che vengono definiti “esperti”, sono andati in soccorso del 3 sub, anche perché i due mi pare di capire sono stati trovati insieme, ma in cunicolo diverso da quello in cui è stata trovata la salma dell’ultimo sub. Forse sarà stata un imprudenza, ma allo stato attuale non si può dire. Non affettiamo però giudizi di scarsa professionalità, non se lo meritano, non è giusto, vanno rispettati, avranno alle spalle centinaia di immersioni.
Mi unisco al cordoglio di tutti noi per la scomparsa di tre colleghi appasionati subacquei.
Sono un subacqueo da pochi anni ho letto I vostri commenti…non pretendo di avere la ricetta per risolvere tutti I problemi ma vorrei esprimere il mio pensiero al riguardo.
Credo non sia sufficiente essere esperti conoscitori delle grotte di casa per svolgere l’attività subacquea in sicurezza.
Fermo restando gli imprevisti, penso che una specifica preparazione teorica e pratica sia la strada migliore per affrontare eventuali situazioni difficili in particolare in spazi ristretti ed ambienti angusti come le grotte.
È auspicabile che a livello nazionale venga promossa una regolamentazione che definisca I criteri e I brevetti obbligatori per le immersioni in grotta.
Ciò permetterebbe di avere istruttori, diver master e subacquei più preparati e consapevoli.
Da sabato 27-08 sarò a Marina di Camerota, spero di fare delle belle immersioni in sicurezza…con un pensiero ai compagni di recente scomparsi.
Leggendo il commento di Cristian del 24/8 noto ancora un (sedicente) esperto speleosub che, dall’alto della sua esperienza, si lancia in giudizi che trovo inaccettabili – cito: “A me spiace ma sub che nn hanno formazione e addestramento e che entrano in grotta come sono entrati i tre dell’incidente sono dei disgraziati che vogliono suicidarsi”.
Ma come si fa a dare degli aspiranti suicidi ai tre sub in questione? V. sul punto l’intervento di Massimo Boyer.
Insomma, caro Cristian, dall’alto della tua esperienza (di cui ovviamente non dubito), esprimiti con cognizione dei dati di fatto e non infangare la reputazione di persone che, essendo morte, non hanno la possibilità di farti notare le assurdità che su di loro hai proferito in uno slancio di superbia!
A te, pur con tutta la preparazione che indiscutibilmente possiedi, non è mai capitato un imprevisto che non si è risolto in tragedia solo per fortuna (perché non era suonata la tua ora)? Se non ti è mai capitato, o hai una fortuna sfacciata oppure il tuo logbook non registra ancora un numero significativo di penetrazioni in grotta. La sfiga – come ho già scritto – non guarda in faccia a nessuno: neofita o esperto che sia, chiunque s’immerga (tanto più se in grotta) può andare incontro all’imprevisto, nonostante abbia preso tutte le precauzioni dettate dalla best practice, e se dall’imprevisto ne esce indenne, più che invocare la sua bravura dovrebbe riconoscere d’essere stato graziato dalla sorte.
La vicenda dei tre sub di Palinuro – a mio parere – ci insegna questo.
Ha ragione purtroppo.
Sta solo dicendo la verità
Ho voluto evitare sin ora di esprimere i miei pensieri su questa vicenda.
Sono subacqueo da circa 16 anni,guida e sub tecnico.
Da circa 1 anno non mi immergo più per scelta personale.
(proprio per i motivi che avete elencato in molti sopra)
Non ricordo più quante immersione abbia fatto in mari, laghi, secche, relitti,fiumi vedendo e scoprendo nuovi mondi sconosciuti a molti.
Ricordo bene però che non mi sono mai avventurato in situazioni per i quali non ero stato addestrato appositamente, tra le quali le immersioni in grotta.
Differenti sono le immersioni in caverna, molto suggestive e sicure anche per i subacquei ricreativi(sempre nei limiti dell’immersione rec e mettendo sempre al primo posto la sicurezza).
La preparazione di qualunque subacqueo ricreativo o tecnico credo che nulla abbia a che vedere con la preparazione teorico-pratica e psicologica di un cave diver o di uno speleo sub.
(Sarebbe interessante sentire a tal proposito il parere dell’amico Gigi Casati)
Anche le attrezzature e le configurazioni per immersioni in grotta sono totalmente diverse da quelle ricreative.
Si avvicinano molto quelle tecniche (sopratutto le configurazioni hogartiane) ma non convincetevi che basta una umida da 5 mm e un mono 15 lt per entrare in una grotta.
Le domande giuste credo siano :
Erano qualificati per qual tipo di immersione?
Perchè si sono separati dal gruppo (12 persone in parete) prendendo una via diversa (3 persone in grotta)?
Perchè (dalle prime dinamiche pare che Cammardella e Tancredi siano tornati indietro per cercare Anzola che mancava all’appello) i primi due non hanno rispettato le regole basilari di una ricerca di un subacqueo disperso come si insegna nel corso RESCUE DIVER.(vi ricordo che l’incolumità del soccorritore è al primo posto).
Queste sono le vere domande da porsi secondo me.
E’ questi sono i motivi che da 1 anno mi hanno allontanato.
Questo è il mio pensiero.
Non voglio essere cinico o mancare di rispetto a nessuno.
Massimo cordoglio a chi sta soffrendo.
Grazie per il tuo intervento. Ai tuoi quesiti, che ritengo tutti pertinenti, ne aggiungo un altro: indossavano un mono o un bibombola?
Un’altra questione non chiarita: i tre sub avrebbero dovuto seguire il gruppo che era con loro in barca oppure avevano programmato un’immersione separata dal gruppo? Sicuramente sulla barca, prima dell’entrata in acqua, è stato fatto l’usuale briefing, quindi qualunque partecipante all’immersione sarebbe in grado di chiarire la questione.
Se avessi notizie precise sui due punti che ho toccato, ti chiederei di condividerle.
Saluti.
……. Un profondo ed oceanico saluto agli amici che ci hanno lasciato e alle loro famiglie. Non si può giudicare, si può solo ipotizzare cosa sia realmente accaduto.
Voglio solo condividere una cosa che mi è stata sempre insegnata da grandi pionieri della subacquea che ho avuto l’onore di conoscere e dai quali ho imparato tantissimo.
“….., ogni immersione e’ sempre la prima della tua vita”
Lara
Claudio dice “E poi come fai a controllare chi entra ed esce da una grotta sottomarina, metti un sommergibile all’entrata?”.
Beh, sì… divertente… hàhà… si potrebbe anche pensare ad una bella subacquea bionda all’uscita, che ti sorride e chiede “le è piaciuto”?
Bel quadretto, sì. Una nota di rinfrancante leggerezza, in una nebbia d’accorato cordoglio.
Ma… senti, Claudio… no, giusto per dire una cazzata… se, invece di controllare chi entra ed esce, SI IMPEDISSE, CON UNA BELLA GRATA D’ACCIAIO INOX… A CHIUNQUE!!!… L’ENTRATA ALLE CAVITÀ PROBLEMATICHE… E SI SPENDESSERO UN POCO DI SOLDINI (ma veramente pochi) PER SORBONARE STAGIONALMENTE LE GROTTE “FACILI”?
No perché… sai… è quello che ho proposto incessantemente a tutti coloro che DOVEVANO interessarsi al problema, quand’ho lavorato per tre anni in quel posto.
Ma lì le persone che gestiscono “la cosa diportistica” non vedono di buon occhio il distrarsi dal cercar d’aumentare lo spessore del proprio portafogli. E credo sia un vizio comune, in quest’ambiente di merda.
Scusate tutti eh… se non son stato a discettare di “brevetti Cave” o “personalità professionali”. Quella è roba che mi stimola l’evacuazione urgente.
Da cave diver, con tutto il rispetto per tutti mi permetto una opinione. Non metto in dubbio che le tre persone coinvolte in questa tragedia fossero sub esperti e ottimi conoscitori della zona ma se veramente (e sottolineo il se) sono entrati sino a li senza sagolare hanno commesso una imprudenza gravissima; se vai in zero visibilità e non hai sagolato (e non hai appreso le procedure del caso) puoi esserre il sub più esperto del mondo ma hai il 90% delle probabilità di non uscire vivo dalla cavità.sarebbe utile al fine di poter fare una analisi oggettiva dei fatti avere notizie piu precise e reali delle migliaia di cazzate che stanno scrivendo i giornali.
Finalmente un commento chiaro e sensato. Non serve proibire, a scapito di quelli che di errori non ne fanno. L’immersione in grotta o relitto profondo o tecnica in generale è un problema di procedure e di conoscenze. Poi ci sono le reazioni individuali. Quelle bisogna conoscerle…..e chi meglio di noi stessi? Soloni discettate di cose che non sapete, e che non sapremo mai. Le regole ci sono, basta seguirle. Rip
Toh, qualcuno che ragiona! La verita’ e’ che uno dei 3 andava in quella grotta da solo ogni settimana, e ci sono andati tutti e 3 senza sagolare, vittime della propria follia. Ed anche sagolando, in un postaccio del genere te ne puoi andare per almeno altre 6/7 ragioni, anche essendo il miglior cave diver del mondo.
I cenotes messicani, anche quelli più grandi e luminosi, sono “sagolati” con indicazioni di direzione.
Le grotte di palinuro (che non conosco) sono “sagolate”?
Se non lo fossero, io non ci entrerei mai!
Così come non mi interessa scendere a 100m di profondità…
Mi dispiace dirlo per chi si vanta di essere sceso a 100m di profondità o di aver esplorato grotte non sagolate, ma trattasi di desideri di appartenenza a gruppi elitari che meritano solo pernacchie non encomi.
Inoltre puoi essere anche uno speleosub espertissimo ma senza sagola diventi un incosciente principiante (anche se hai avuto 30 e lode a tutti gli esami di speleosub!!!)
Se invece le grotte di Palinuro sono “sagolate” allora si può parlare anche di fatalità…con l’attenuante della grande profondità…
Ma quale sagolate Lo sono state nel99 con la contestuale posa in opera di cartelli di divieto all’ingresso delle grotte più pericolose ,da parte e a spese di noi diving .Poi più nulla
Dalle Agenzie si è saputo che l’immersione Cammardella-Tancredi-Anzola è partita dall’ingresso di Punta Iacco (-44), mentre gli altri restavano in parete.
I soccorsi si sarebbero immersi invece dal lato della Scaletta e, entrando nel budello (h120 l80) di congiunzione tra le due sezioni della formazione (-49,5), hanno avvistato la pinna gialla di Cammardella.
Quando sono ridiscesi per recuperare il corpo, hanno trovato anche Tancredi, che a quanto sembra aveva un bibo, vis-a-vis con lui, entrambi senza più aria e, come poi ha mostrato l’autopsia, morti per annegamento (acqua nei polmoni).
Anzola è stato ritrovato in seguito nel tunnel triangolare (circa 3×4), che la mappa Barbieri mostra a sinistra (segmento D-E) del budello (segmento E-F), verso la Grotta scaletta, incastrato in un anfratto del soffitto, risalito per sviluppo di gas nel corpo e anche lui annegato.
Nessuna traccia di sagolature.
Il budello è compreso tra due tratti con sabbia e limo e il suo fondo è di conglomerato.
In conclusione, “sembrerebbe” che, procedendo da Punta Iacco verso il pozzo inferiore della Grotta scaletta, qualche centinaio di metri tra l’ingresso, la base della grande caverna con la bolla d’aria, il budello di 16 metri e il lungo tunnel verso l’uscita sul lato opposto, Cammardella e Tancredi – quest’ultimo che probabilmente “chiudeva” – per qualche motivo abbiano perso Anzola in avanti; dopodiché, anche a Tancredi deve essere successo qualcosa nel budello, cosicché Cammardella, perso del tutto di vista l’Anzola, è tornato indietro e lì è finita come sappiamo.
Tutto ciò sempre che le Agenzie abbiano dato informazioni corrette.
Stiamo aspettando le conclusioni della Magistratura; forse si arriverà a capire le cause reali dell’incidente, a capire cioè perché hanno “perso” Anzola e via discorrendo, ma forse no.
Adesso poi c’è il Terremoto da celebrare .. fa più notizia, coi suoi quasi 300 morti e le case di italica sabbia crollate e i fondi europei per la ricostruzione e gli sconti sul debito pubblico e il cordoglio papalino, quello presidenziale, della Boldrini etc… le solite liturgie di tutta la casta politico-ammministrativa che appesta l’Italia da 67 anni; .. e poi ci sono i migranti, la Turchia, il TTIP, l’ISIS .. per cui c’è pure caso che della questione Cammardella-Tancredi-Anzola non si parli nemmeno più.
Per ora restano dunque solo lo sgomento per questi altri 3 morti sulla storia della Grotta scaletta e la riflessione che il più esperto sub in Natura è Nettuno, quello che si prese anche Palinuro, il nocchiero di Enea, dal quale il nome del sito.
“L’elevata profondità, l’ambiente ostruito, la difficile individuazione degli stretti passaggi ne fanno un’immersione estremamente impegnativa.” (Alvisi-Colantoni-Forti 1994)
“Le grotte di Palinuro sono tristemente famose per la loro pericolosità, dovuta a una particolare conformazione, e anche per le esalazioni di idrogeno solforato che si sprigionano al loro interno, sostanza più velenosa del cianuro.” (lettera43.it 2012)
Leggo solo oggi l’articolo di Claudio, che saluto con piacere…long time, no see, mate..
Dispiace certamente che siano morti degli amici del mare..ma a me dispiace ancor più leggere i commenti “saputi” di chi si ritiene espero in materia, “solamente” perchè abilitati ad andare sott’acqua, a qualsiasi livello…
Non si sa cosa sia avvenuto e speculare serve solo ad alimentare discussioni aride e senza senso.
Uniamoci in un abbraccio virtuale forte, auguriamoci di poter sempre godere di quanto il mare può offrirci e di non dover mai assistere a momenti come questi.
Ma rispettiamo chi non è più fra noi, senza commentare in maniera speculativa, sperando che non ci siano colpe di chi aveva organizzato l’uscita e accettando che la vita di chi il mare lo vive….è anche questa.
Buongiorno.
Scrivo da quasi-totale incompetente. Una cosa che mi piace della subacquea (per il poco che la pratico), è che, non essendo uno sport, manca di quello sprito competitivo, che, a me personalmente, non piace. Ognuno è sostanzialmente libero di fare quello che vuole. Se uno fa cose più estreme si prende i rischi del caso, e ha il mio totale rispetto. Noto però che quando ho letto i commenti all’ultimo video di bufardeci (pescatore sub morto in apnea dopo aver sparato a una ricciola) o vari morti in barca a vela, o anche a morti in motocicletta, non mi era capitato di trovare una prevalenza così alta di “se la sono cercata, loro sono morti perché sono incompetenti, io sono più bravo e a me non sarebbe succcesso”). In genere il tono è più spesso “era uno di noi, rispetto per i morti, a me l’altra volta non è capitato lo stesso per un pelo”. Nella subacquea più che in altri settori si tende secondo a me a presupporre che la più probabile causa di un incidente sia l’incompetenza del malcapitato. Può darsi che questa credenza sia motivata dall’esperienza, ma certamente è molto comoda per la psicologia del subacqueo (“se tutti i morti sono scarsi , di cosa devo preoccuparmi io”?) . Invece, senza parlare del caso in questione, esperienza vuole che in tutte le discipline le fatalità capitano più spesso a quelli più esperti. Il senso di superiorità mi sembra correli con il rischio di incidenti, ma questa è solo una mia opinione che quindi lascia il tempo che trova. La cosa che sarebbe più utile secondo me sarebbe smettere di vedere le morti come un tabù di cui non parlare, e iniziare a documentarsi sugli incidenti e analizzarli, in maniera sistematica. Sul sito del dan ho trovato cose in tal senso. Mi sembra anche questo fosse il senso dell’articolo che infatti mi è piaciuto molto.
Marco, hai per caso consultato la mappa della profondita’ e del percorso dei 3 sub? Penso proprio che non l’ hai vista. Per farla corta, una cosa e’ andare su un aereo da turismo o anche un aliante, altra e’ fare base jumping.
A distanza di tempo ero in cerca di notizie chiare su quanto avvenuto, ma purtroppo oltre gli unici dati precisi dell ultimo commento ancora non è chiara la dinamica dell incidente. Credo che l unico modo serio e rispettoso davanti a tali tragedie sia….capire. Sono un semplice appassionato ma credo sia dovere di tutti comprendere se si sia trattato di errore umano o fatalità o altro. Nella mia non enorme esperienza ho avuto modo di vivere personalmente entrambe le situazioni. Capire per me è l unico modo di di offrire il rispetto e cordoglio verso gli uomini scoparsi. Spero di trovare ulteriori e più approfondite notizie.
Gente che si professa esperta e che giudica senza sapere niente, dicendo che se la sono cercata, insultandoli…non avete neanche un briciolo della serietà e della professionalità di Mauro! Quando si conosceranno le dinamiche dell’incidente allora potrete esprimervi (si spera criticamente per imparare dagli errori…), ma fino a quel momento almeno abbiate rispetto per loro e per le loro famiglie!
La speleologia marina E’ classificata come sport estremo. Il percorso dei 3 sub era pericolosissimo, ma evidentemente piu’ ti va bene e piu’ si sottovalutano i rischi. Il fatto che erano professionisti o quasi cambia meno di quello che si pensa. In un percorso del genere, possono accadere decine di incidenti che portano alla morte. Per quelli che non ragionano, ne segnalo alcuni: frana interna, correnti impreviste, crampi, malori, svenimento, tempesta di sabbia, attacco ostile di una murena o altro, etc etc. Essere professionisti non puo’ garantire l’incolumita’ dalla folle ripetizione di imprese azzardate ed irresponsabili.
Ma si sono avute altre notizie su come sono morti.?gli esami delle strumentazioni ?
Siamo nel 2022 e l’autore aveva ragione, tutto nel dimenticatoio e nessuna ricostruzione dei fatti ufficiale, ma se mi sbaglio qualcuno mi posti il link, grazie.