Si sente parlare spesso di citizen science, ma cos’è?
Risponde l’esperto Massimo Boyer, biologo
Il termine citizen science (dall’inglese, scienza dei cittadini) indica attività o progetti di ricerca scientifica cui prendono parte scienziati non professionisti. Spesso si parla di partecipazione del pubblico nella ricerca scientifica.
Nel campo dello studio dell’ambiente marino, ad esempio, i normali cittadini sono tra i primi fruitori dell’ambiente. I subacquei esplorano, si può dire ogni giorno, aree diverse, e molti tra loro fotografano quello che vedono. Molti subacquei, senza essere ricercatori, hanno importanti conoscenze di biologia marina, e possono svolgere un ruolo importantissimo nel segnalare monitorare e catalogare la presenza di particolari specie animali o vegetali in determinate aree geografiche, in particolare nella ricerca di una mappatura e inventario di specie a rischio di estinzione o di specie aliene.
Io credo molto nel ruolo dei subacquei nella ricerca scientifica, e, anzi, spesso auspicherei una maggiore partecipazione. Siti come scubaportal possono risultare preziosi proprio per ospitare e diffondere le vostre osservazioni in modo facile e veloce.
Spesso cito come esempio lampante del valore della citizen science quello delle molte specie scoperte e conosciute grazie ai subacquei e ai fotosub prima ancora di essere descritte dalla scienza ufficiale. Come Hippocampus pontohi (foto) che porta il nome di Hence Pontoh, il divemaster indonesiano che lo ha scoperto.