L’Odissea Subacquea di Rick Stanton del salvataggio in Thailandia, in uscita l’edizione in italiano
Nel panorama editoriale attuale, uno dei libri che sta attirando molta curiosità e attenzione sia nei negozi fisici che online è “Acquanauta, la mia vita sotto la superficie”, scritto da Rick Stanton e tradotto in italiano da Valeria Carbone Basile, che ci racconta di come è avvenuto il recupero dei ragazzi della squadra di calcio bloccati in una grotta in Thailandia.
Acquanauta: La Straordinaria Storia di Rick Stanton e il Salvataggio in Thailandia
Questo libro racconta la storia avvenuta in Thailandia, dove nel luglio 2018, una squadra di calcio giovanile composta da dodici ragazzi e il loro allenatore si trovava in una grotta nella provincia di Chiang Rai, in Thailandia. Durante un’escursione, furono sorpresi da una forte pioggia che allagò l’ingresso della grotta, bloccandoli all’interno. Questo evento tragico attirò l’attenzione di tutto il mondo.
Intrappolati a chilometri di distanza dall’ingresso, la loro sopravvivenza divenne una corsa contro il tempo, i Navy SEAL thailandesi non avendo le capacità tecniche necessarie a recuperarli dovettero chiedere aiuti esterni, una vera corsa contro il tempo soprattutto considerando il rapido innalzamento del livello dell’acqua.
Rick Stanton: Esploratore e Soccorritore Premiato, la Storia di Acquanauta
Un britannico di nome Rick Stanton, un vigile del fuoco in pensione con una passione per l’esplorazione subacquea e l’equipaggiamento fatto in casa, divenne l’unica speranza in cui confidare per un recupero. Insieme al suo compagno di immersione John Volanthen e al team da loro appositamente messo insieme, Rick sfidò l’impossibile elaborando un piano di salvataggio senza precedenti. Questo piano rappresentava il culmine di una vita dedicata all’inseguimento dell’ignoto, accumulando abilità e ingegno nel corso di quattro decenni di prove e ricerca.
In “Acquanauta”, Rick Stanton rivela per la prima volta la vera storia di questo straordinario salvataggio e della sua vita vissuta senza compromessi. Il libro è narrato con un ritmo coinvolgente, che ricorda quello di un film d’azione, e offre una prospettiva unica sulle profondità remote e impervie del pianeta. La storia raccontata è un’odissea moderna, che richiama alla mente il viaggio degli argonauti alla ricerca del vello d’oro. Tuttavia, a differenza di un’epica mitologica, la storia di Rick è reale, sebbene sembri tratta da un film o un romanzo d’avventura.
Acquanauta: Il Libro di Rick Stanton sul Salvataggio dei Ragazzi in Thailandia
La struttura del libro è simile a un’epopea, con un prologo e quattro parti, che rappresentano il motto personale di Rick: “Pianifica, prepara, pratica, performa”. Ognuna di queste parti è suddivisa in tre capitoli, che alternano flashback della sua storia personale con i giorni del soccorso in Thailandia. Questo continuo andirivieni tra presente e passato, esperienze acquisite e lezioni applicate, tiene il lettore avvinto fino all’ultimo capitolo, grazie allo stile cinematografico e al ritmo serrato della narrazione.
Acquanauta, la mia vita sotto la superficie” non è solo un libro avvincente, ma anche una storia di coraggio e convinzione raccontata con l’umorismo tipicamente britannico di Rick Stanton.
Questa storia d’altri tempi ha il potere di incoraggiare le nuove generazioni a perseguire la loro passione, rientrando a pieno titolo nella categoria dei romanzi di formazione. “Acquanauta, la mia vita sotto la superficie” è una narrazione autentica, pubblicata nel Regno Unito e negli Stati Uniti dalla Penguin Random House, e finalmente disponibile anche in Italia grazie alla casa editrice Di Leandro & Partners. Questa biografia inaugura la collana Ad Ventura, che sarà destinata agli esploratori, ai sognatori e agli amanti dell’avventura, senza alcuna distinzione di genere o età.
A chi è dedicato il libro che racconta del salvataggio in Tahilandia
Questo libro, secondo la prefazione della giornalista Valeria Carbone Basile, traduttrice e illustratrice dell’opera, è dedicato a tutte le persone che, per mille ragioni, si sentono fuori posto nel mondo o che, guardando indietro, dubitano o rimpiangono di aver sprecato la propria vita inseguendo una passione che per troppo tempo può essere sembrata senza uno scopo e una direzione. Leggendo il libro, avranno la percezione di come mille pezzi di un puzzle che sembra non avere una composizione finale potranno un giorno unirsi con ordine, e magari essere la chiave per salvare la vita di qualcun altro o l’ispirazione per cambiare il mondo in modo significativo.
La storia di Rick Stanton è una testimonianza di quali traguardi si possono raggiungere se si segue la propria passione senza compromessi. Con il supporto degli esperti della Società Speleologica Italiana e dell’associazione speleosubacquea Phreatic, il libro trasporta il lettore in un viaggio lungo quarant’anni di esplorazioni incredibili e missioni di soccorso internazionali nelle grotte sommerse sparse in tutto il mondo. Queste avventure hanno reso Rick Stanton in una vera e propria una leggenda vivente nel campo della speleosubacquea, e l’unico individuo capace di salvare quei tredici ragazzi dalla forza travolgente dei monsoni in Thailandia.
Il libro è diviso in 4 sezioni, ognuna sottolineata da un motto fondamentale (“Pianifica, prepara, pratica, performa”), Stanton descrive come ognuna di queste parole ha definito una fase della sua vita e di come hanno poi influito sul recupero. Il racconto di Rick Stanton si snoda tra presente e passato, tra esperienze vissute e lezioni apprese.
Note biografiche sull’autore di “Acquanauta, la mia vita sotto la superficie”, Rick Stanton
Rick Stanton ha dedicato la sua esistenza alle immersioni in grotta, nonostante abbia servito come vigile del fuoco in Inghilterra. Durante quarant’anni di esperienza subacquea ha esplorato grotte sommerse in tutto il mondo, sviluppando abilità uniche per scoprire luoghi sconosciuti del pianeta. Rick e i suoi compagni di immersione sono diventati esperti riconosciuti per missioni di soccorso e recupero in grotte impegnative in ogni parte del globo.
Rick Stanton ha ricevuto numerosi premi e riconoscimenti per le sue attività di esploratore e soccorritore volontario. La sua dedizione e il suo coraggio gli hanno valso l’Onorificenza di Membro dell’Impero Britannico (MBE) e la George Medal (GM), una medaglia al valore conferita ai civili, entrambe assegnate dalla Casa Reale per le sue importanti missioni di salvataggio internazionale.
La traduttrice, Valeria Carbone Basile
Valeria Carbone Basile, una giornalista e consulente in comunicazione e pubbliche relazioni per aziende private ed enti del terzo settore, è specializzata nei temi dei diritti civili, volontariato, salute e sostenibilità. Ha lavorato come addetta stampa per la Società Speleologica Italiana e ha una grande passione per attività come il kayak, la speleologia, l’arte e la filologia.
Letture correlate: Medaglia al valore Padi ai salvatori della grotta in Thailandia
Recensione ed osservazioni personali sulla traduzione italiana del Libro “AQUANAUT” di Rick Stanton.
Allora, iniziamo con il “packaging”.
Il libro inglese (prezzo con copertina flessebile 11,87€, rigida 23,74€ ed è importato) con la copertina rigida ha una ulteriore copertina di carta lucida (come tutti i libri che si rispettino) che sicuramente rende l’estetica più accattivante ed una migliore resa della fotografia.
La traduzione italiana (prezzo copertina flessibile 22,90€, rigida 27,90€) stampato in Italia no. Punto a sfavore.
Il bollino giallo sulla copertina è un altro errore, nella versione originale è letteralmente “dentro la storia del Soccorso nella Grotta in Thailandia” che è argomento conosciuto al mondo intero.
Nella traduzione italiana il bollino è stato modificato con “la vera storia dell’eroe di TREDICI VITE e THE RESCUE”, come se tutto il mondo o tutta l’Italia dovesse essere per forza a conoscenza che ne sia stato fatto un film ed un documentario. Mossa commerciale assolutamente sbagliata.
Il sottotitolo in inglese (una lingua che utilizza i pronomi possessivi sempre) è volutamente “Una Vita sotto la Superficie”, malamente o erroneamente voluto, viene tradotto in italiano con “La Mia vita sotto la Superficie” e lo trovo un dettaglio non così trascurabile, ma forse troppo acuto.
Fronte: ho letto centinaia di libri tradotti nel corso della mia vita, romanzi a livello mondiale, ho tradotto personalmente copioni cinematrografici spesso in meno di 48 ore (di film non esattamente facili) ed è la prima volta che leggo, sulla copertina di un libro, il nome del traduttore, e questa cosa distoglie l’attenzione dal reale ed unico autore del libro e non è professionale.
L’autore è Rick Stanton (con Karen Dealy), il resto sono “accessori interni”, a meno che non si voglia cercare di acquisire prepotentemente un ruolo inesistente.
Tradurre è un servizio offerto da qualcuno. Negativa la sensazione.
Apro il libro (che ho appunto letto nella sua versione originale e poi in questa italiana).
Prefazione della Traduttrice : presuntuosa, un po’ saccente, che tratta solamente argomenti di vita personali che forse una persona riservata non avrebbe messo in piazza (a meno di non voler far credere a chi legge significati diversi dalla realtà o cercare, con scarso risultato, di fare come i gatti che provano a “marcare” il territorio con le loro urine per allontanare gli altri, quando poi territorio è di chi lo occupa e non di chi vorrebbe farlo; fuori contesto dal reale contenuto del libro. Sgradevole, non attinente e molto poco professionale (e due…).
La versione inglese è stata scritta da una “ghost writer” (anche se mi sembra davvero riduttivo chiamarla così), il cui nome non compare mai in evidenza, tantomeno sulla copertina del libro, per favore, impariamo!!!
Il libro: la traduzione è buona, personalmente in alcuni passi, almeno nelle prime pagine, avrei optato per un uso diverso dei tempi verbali, la lettura non è fluidissima, ma proseguendo il tutto utilizza poi un linguaggio meno “vecchio stampo” e diventa più scorrevole. Alcune imperfezioni ci sono, ma sono impercettibili e solo un occhio critico ed allenato a leggere molto riesce a coglierle. Sono sfumature, scelte di parole che non sempre sono calzanti, ma va bene così.
Le cartine sono essenzialmente identiche a parte che nella versione italiana c’è una traduzione in italiano delle indicazioni e sono protette dal © CopyRight (scusate, mi viene da ridere!!!)
Le foto, ed appunto le cartine, sono tutte in bianco e nero, stampate su carta normale, sia nella versione originale che in quella tradotta, mi sarei aspettata, visto il prezzo molto superiore, che almeno nella versione tradotta fossero sempre in bianco e nero, ma almeno su carta lucida, vabbè, finezze…
La storia non è quella che tutti conosciamo dai media, è la vera storia, arricchita del percorso durato una vita per arrivare a questo risultato. Il libro, seppur la versione inglese per chi ha la padronanza della lingua è sicuramente migliore (come sempre), è interessante, educativo, avvincente, in alcuni momenti ti tiene con il fiato sospeso, in altri ti fa ridere, ti lascia dentro, comunque, un numero infinito di spunti di riflessione, su noi stessi, nei confronti degli altri, nell’approccio con la vita, nella risoluzione dei problemi, negli atteggiamenti che possiamo avere nelle varie situazioni.
Insegna il rispetto verso le persone, il valore dell’amicizia, l’importanza del lavoro di squadra, della collaborazione, della tenacia e della forza di volontà, filo portante di tutta la storia.
Dovrebbe essere, secondo me, una lettura obbligatoria per tutti gli studenti delle secondarie superiori, ed inferiori se con un buon apporto dell’insegnante. È un libro che fa vivere un’avventura lunga una vita, insegna moltissimo ed aiuta la riflessione.
Concludendo il contenuto è eccellente, una storia vera e quindi ancora più apprezzabile ed avvincente (se scrivi un film di fantasia con un soggetto simile ti dicono che sei matto, perché non è realistico!), istruttivo, introverso, riflessivo e divertente.
Sicuramente una lettura da non poter perdere, anche per quelli che le scuole le hanno finite da un po’ e si trovano ogni giorno a sopravvivere ad un sistema ed una vita che spesso ci lasciano perplessi e non tanto ottimisti.
Alla fine alcune notizie sugli scrittori (e sulla traduttrice, sia mai!), che si arroga il “record dell’intervista più lunga” ed anche qui mi viene da ridere. Io che sono figlia di due persone che hanno rilasciato migliaia di interviste in tutto il mondo per tutta la loro vita e con cugini giornalisti per decenni in testate nazionali, so di cosa si parla, ma presentata così potrebbe far pensare chissà cosa. Tradotto in linguaggio popolare significa che sono stati impiegati anni per fare una traduzione e che ogni tre per due l’autore veniva infastidito o importunato, o comunque contattato, per avere chiarimenti e spiegazioni sul significato di quanto scritto in lingua originale. Le interviste sono un’altra cosa. E più che una menzione degna di nota, finalizzata esclusivamente per cercare di attribuirsi meriti di altri o far credere a chi legge situazioni e rapporti diversi dalla realtà (scrivere un libro è opera letteraria, tradurre un contenuto scritto da altri è un lavoro meramente tecnico) lo considero, personalmente, un demerito, ma come sempre “un bel tacer non fu mai scritto”…
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