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Home Blog Spedizione a Fedafjord in Norvegia

Spedizione a Fedafjord in Norvegia

30/10/2015

Spedizione per trasformare una leggenda in storia realmente accaduta sui cieli del sud della Norvegia.

Alcuni ricordi di guerra di un testimone

Attacco alla Palmyra

Attacco alla Palmyra

Mi ricordo quando prestavo servizio nella “Royal Air Force – RAF”  come addetto alle comunicazioni presso l’aeroporto di Dallachy Strike Wing. Ricordo con  particolare commozione le molte missioni sul Mare del Nord; ragazzi e piloti che si alzavano in volo, con le gesta della spregiudicata giovinezza e l’ardore delle loro gesta, consapevoli che ogni volta poteva essere la loro ultima missione.  Questi erano gli Eroi che prestavano servizio in questo aeroporto.

Di tutta la guerra mi rimase per sempre impressa una unica missione…. Era 26 aprile del 1945, avevo appena lasciato il servizio alla Torre di Controllo, quando venni richiamato. Era arrivata la comunicazione di un nostro ricognitore dalla zona di Fedafjord, dove venivano segnalati movimenti navali tedeschi presso una fabbrica di estrazione e lavorazione del minerale molibdeno. Al nostro dipartimento di “Intelligence”,  la fabbrica era già nota per la produzione di armi e si era già tentato più volte di distruggerla attraverso un bombardamento.

Convocato come da procedura e con il solito briefing tra equipaggi e comandanti, si decise di tentare di fermare le 3 navi da trasporto tedesche che erano state individuate.

Dalle informazioni risultava che le navi erano cariche di armi per rifornire le truppe del “Terzo Reich” di istanza in Norvegia.

L’attacco era quindi deciso. Quelli del 144° Squadrone della “Royal Air Force RAF PL-E NV 182 vennero incaricati di completare la missione. Decollarono  quattro caccia bombardieri Beaufighterss, sei aerei Mustang americani del 19° squadrone, 2 outsiders alleati del 289°squadrone  e un aereo ricognizione inglese Warwicks del 279° squadrone.

A circa metà  del tragitto dalla Manica verso il Mare del Nord, uno dei Beaufighterss  segnalò avarie ai motori e dovette rientrare alla Base. Noi della Torre di Controllo eravamo sempre in contatto radio con i velivoli impegnati della Missione, che dopo due ore di volo,  alle ore 16:11 del 26 aprile del 1945, videro avvicinarsi le coste della Norvegia.

In prossimità di Fedafjord vennero intercettati e attaccati dai Meschesmit della Luftwaffe e arrivati in zona bombardamento ricevettero numerosi attacchi da parte contraerea situata a difesa della strategica fabbrica Norvegese occupata dai Tedeschi.

Dalle comunicazioni via radio ci segnalarono che un Beaufighters fu abbattuto dalla contraerea  e cadde in mare, come potemmo anche riscontrare successivamente nelle foto dei nostri ricognitori. Gli altri caccia bombardieri inglesi inflissero pesanti danni alla nave tedesca “Palmyra”, una delle tre con il prezioso carico d’armi, senza però riuscire ad affondarla. Un secondo Beaufighters venne colpito e gravemente danneggiato. Precipitò in un lago della zona.

Dopo un ulteriore scontro a fuoco tra la contraerea tedesca ed i velivoli della Royal Air Force, un terzo bombardiere venne colpito e danneggiato gravemente. Fu abbattuto terminando la sua corsa con un impatto contro i cavi dell’alta tensione ed il successivo schianto nel bosco ad ovest di Hidra, nei pressi del lago di Sage. Le salme dei due membri dell’equipaggio vennero trovate delle truppe tedesche e vennero sepolte nel cimitero di Feda. Oggi è possibile trovarli grazie a una pala dell’elica del loro aereo abbattuto con incisi i loro nomi: Eyton-Morgan (Pilota) e F/Sgt. J.T. Knox.

le due lapidi nel cimitero di Feda

le due lapidi nel cimitero di Feda

Ritorniamo ai giorni nostri

Un giorno Federico mi racconta una storia che suo zio Kjell Glendrange, Marines Norvegese in congedo gli raccontava spesso.  Tre aerei inglesi caduti durante la guerra vicino a dove abita.

Incuriositi da questa storia e leggenda che si tramanda nella famiglia Glendrange, in collaborazione con Dr. Leonardo Canale e Maurizio Bertini  proprietari di PSAI Italia non che esperti trainer subacquei e appassionati di ricerche storiche inerenti la seconda guerra mondiale, iniziamo a documentarci per trasformare questa leggenda in storia realmente accaduta sui cieli del sud della Norvegia.

Dalle nostre ricerche, grazie anche al contributo del Comando Centrale della Royal Air Force, è emerso che gli aerei caduti erano effettivamente tre. Partendo dalle foto originali dell’attacco scattate dai Ricognitori inglesi  siamo stati in grado di individuare i tre probabili punti d’impatto.

Una volta recuperate più foto possibili e articoli dei giornali dell’epoca, ricontattiamo lo zio di Federico, Kjell mettendolo al corrente di ciò che abbiamo trovato. Entusiasta all’idea di una spedizione di ricerca, inizia a preparare tutto quello di cui potevamo aver bisogno ed ottiene anche l’aiuto dei Vigili del Fuoco di Flekkefjord che mettono a disposizione le attrezzature necessarie.

Il giorno della partenza arriva, destinazione Fedafjord, Norvegia. E’ arrivato il momento di coronare tutti i mesi di ricerche fatte da Leonardo, Maurizio, Federico, Roberto ed Oscar. Inizia la grande avventura.

battaglia sul Fedafjord

battaglia sul Fedafjord

Arrivati all’aeroporto di Kristiansand, ci accoglie la mamma di Federico, che nel mentre non è rimasta con le mani in mano raccogliendo informazioni da tutti gli anziani e storici del posto. Tra le altre cose racconta che i numerosi laghi del luogo sono famosi per l’avvistamento di figure mitologhe chiamati Nøkken. Attraversando l’alto ponte Fedafjord Bru, davanti a noi si apre una vista splendida del fiordo. Sembra di essere uno dei ricognitori che scattò le foto dell’epoca e  iniziano a riaffiorare tutte le informazioni raccolte. La nostra fantasia ci fa tornare indietro al quel fatidico 26 aprile del 1945 e ci immaginiamo quanto accaduto a quel tempo.

Appena depositati i bagagli ci muoviamo per un primo sopralluogo dove a quel tempo fu attaccata dagli inglesi il cargo “Palmyra”. Sappiamo che fu danneggiata gravemente, ma riuscì comunque tutto a raggiungere un cantiere in Germania per le riparazioni per finire poi affondata negli anni 70 a causa di una collisione con una nave cisterna inglese nel mar Baltico.

Nel mentre Federico si sta organizzando con Kjell per portarci nei boschi alla ricerca del Beaufighters colpito dall’aviazione della Luftwaffe, quello che cadde toccando i cavi dell’alta tensione.

Preparato tutto partiamo. Dopo un paio d’ore di cammino arriviamo dove giacciono i resti dell’aereo inglese abbattuto. Ci sono pezzi di ali, alcune parti dei carrelli  e numerosi pezzi della carlinga. E’ ancora possibile vedere i cerchi sbiaditi dei colori che ornavano le ali del bombardiere.

i resti del Beaufighters abbattuto

i resti del Beaufighters abbattuto

La sera del secondo giorno siamo tutti eccitati per il primo ritrovamento, ci ritroviamo a cena, non si parla d’altro. Sissel e suo zio Kjell ci raccontano di persona la leggenda di questi aerei e dell’ala, si narra sia nascosta nel lago vicino dove ci troviamo, aggiungendo le informazioni raccolte tra anziani del posto.

Ancora più motivati non ci accorgiamo del tempo che passa e il sole di mezzanotte del cielo scandinavo non ci da tregua, come non ci danno tregua l’entusiasmo e la voglia di cominciare le ricerche.

Alle 5.30 del mattino, da buon militare lo zio Kjell viene a svegliarci. E’ già pronto per partire alla ricerca del secondo Beaufighters. Non abbiamo nemmeno il tempo di capire di essere in Norvegia che lo zio è già passato dai Pompieri di Flekkefjord a recuperare tutte le attrezzature necessarie per la ricerca in acqua.

Iniziamo a perlustrare il lago di Håland da est verso ovest, toccando la massima profondità di 15 m. Procediamo allineati ad una distanza di massimo 5 metri l’uno dall’altro a causa del scarsa visibilità, cercando di muovere meno sospensione possibile e comunicando con la luce delle torce.

Al ventesimo minuto di ricerca, alla profondità di 12mt, con il fascio delle torce illuminiamo una parte di ala del secondo Aereo e alcuni piccoli frammenti del velivolo. Riusciamo ad effettuare il recupero del pezzo senza danneggiarlo ed a portarlo in superficie.  Ma qualcosa non torna, non è un Beaufighters, sembra il pezzo di un aereo da trasporto con segni di avvenuto incendio, come dimostrato dalla presenza di bolle sulla vernice. Arrivano presto gli esperti del vicino “Museo di Lister”, sono a conoscenza di un’altra vecchia storia riguardante un aereo tedesco che a bordo aveva dodici paracadutisti in viaggio dalla Danimarca dopo l’invasione della Norvegia del 1940.  Con nostro grande stupore ci confermano che il pezzo ritrovato appartiene ad un velivolo tedesco, lo confermano il colore e la forma ondulata della superficie.

recupero del flap del Junker dal lago di Haaland

recupero del flap del Junker dal lago di Haaland

Il giorno seguente, ricaricate le bombole, continuiamo con le ricerche. Come da programma, ci spostiamo verso quello che ci risulta essere il secondo punto d’impatto, il lago di Lange. Dopo circa 15 minuti nell’acqua fredda e torbida individuiamo i resti di un aereo. Con nostra grande sorpresa notiamo la forma ondulata delle carlinghe e delle ali; subito realizziamo che non si tratta di un Beaufighters bensì di un velivolo tedesco.  E’ il Junker 52/3 che giace sul fondo fangoso. I resti del velivolo sono molto danneggiati, probabilmente a causa del forte impatto con il ghiaccio e dal recupero delle salme avvenuto in epoca di guerra. L’improvviso affiorare di questi pensieri ci suscita un forte senso di rispetto per i soldati caduti.

Rientriamo alla base, ci manca il terzo Beaufighters da trovare.

Alla sera ci troviamo per fare il punto della situazione, Federico ha alcune carte nautiche con le batimetriche di Fedafjord.  Studiamo la morfologia del fiordo e dei fondali incrociando le info con le foto dei ricognitori inglesi dell’ epoca forniti dalla Royal Air Force.

Il giorno seguente ci rechiamo sul posto, prepariamo l’attrezzatura pronti a verificare le teorie ricostruite la sera prima. Spostandoci verso il punto d’impatto iniziamo a esplorare i dintorni fino alla profondità di 40 metri. Troviamo qui un improvvisavo declinare del fondo che secondo le carte porta a circa 90 m. Non disponendo quindi delle attrezzature tecniche che utilizziamo normalmente in Italia, iniziamo la risalita.

Una volta in superficie ci consultiamo con lo zio Kjell esperto della zona e delle correnti del fiordo, che ci conferma il probabile punto dove giace il relitto. Una nuova spedizione sta già prendendo forma nelle nostre teste…

nell'ordine:       Roberto Barbieri            Federico Haaland Gaeta                                     Oscar Lodi Rizzini

nell’ordine: Roberto Barbieri – Federico Haaland Gaeta – Oscar Lodi Rizzini

 

Il Team Explorer PSAI ITALIA  per la spedizione in Norvegia alla ricerca degli aerei inglesi abbattuti è composto da:

  • Kjell Glendrange Marines della Marina Norvegese in congedo;
  • Sissel Glendrange, logistica e “intelligence” sul posto, responsabile di tutti i contatti in loco;
  • Leonardo Canale e Maurizio Bertini Responsabili PSAI Italia, ricerca web e logistica dall’Italia;
  • Oscar Lodi Rizzini: Trainer Istruttore PSAI tecnico e ricreativo, subacqueo fondista, il naso del gruppo colui che dalle asperità del fondale riesce a trovare….. reduce da numerose spedizioni;
  • Federico Håland Gaeta, Istruttore PSAI, fondista di notevole esperienza, il nostro interprete in Norvegia;
  • Roberto Barbieri Istruttore PSAI, il nostro tecnico operatore esperto di fotografia, anche gli esperto subacqueo tecnico.
Ritrovamento del flap del Junker

Ritrovamento del flap del Junker

Autore: Federico Haaland Gaeta


TAGFedafjord Norvegia PSAI ITALIA
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