“DIN o INT?”
DIN o INT: Differenze, vantaggi e svantaggi
È la domanda che tutti ci siamo sentiti rivolgere quando ci presentiamo in un diving center per immergerci. Qualcuno rimane perplesso, esitante; devo ammettere che lo scioglilingua a volte confonde anche me. Ma cosa vuol dire DIN, cosa vuol dire INT?
Quando ho iniziato a fare subacquea, negli anni ’80, esisteva praticamente solo l’attacco INT. Il primo stadio dell’erogatore ha una staffa, che si mette a cavallo dell’attacco sulla bombola. L’O-ring della bombola entra a contatto con un bordo metallico rialzato sul primo stadio, e la tenuta è assicurata.
I vantaggi del sistema INT
Il sistema INT è più rapido e semplice da montare, è più diffuso. Gli svantaggi: non è consigliabile usarlo con una pressione maggiore di 230 bar, l’O-ring posto all’esterno potrebbe saltare, anche in immersione (in 6000 immersioni non mi è mai capitato, ma non faccio statistica).
INT è un’abbreviazione, di international, a sottolineare il carattere universale dell’attacco.
Il sistema Din per immersioni tecniche e più controllabili
Dopo un primo tentativo che risale agli anni ’70, è negli anni ’90 che si diffondono gli attacchi DIN. DIN sta per Deutsche Institut for Normung, è un prodotto che si identifica subito col subacqueo tecnico, più sicuro e controllabile. Il primo stadio DIN ha un attacco a vite che si innesta nel corrispondente attacco sulla rubinetteria della bombola, ed è praticamente impossibile che se ne stacchi accidentalmente.
Sopporta pressioni di esercizio fino a 350 bar, e per la sua forma l’O-ring è bloccato nella sua sede interna, è quasi impossibile che si muova.
Le bombole che trovate nella maggior parte dei diving center hanno di solito una rubinetteria universale, con innesto a vite (DIN) che si trasforma in INT con inserimento di un adattatore, detto in Italia caramella, che si avvita con una normalissima brugola.
Girando il mondo devo dire che sempre più spesso ci viene prospettata questa possibilità. Solo in zone del globo remote si trovano rubinetterie solo INT. Se avete un primo stadio DIN e non siete sicuri, il mio consiglio è di portare nel bagaglio un adattatore, che montato sul vostro primo stadio lo trasforma in INT, compatibile con ogni attacco.
INT vs DIN: Quale attacco per l’erogatore è meglio per te?
Io sono ancora un utilizzatore di erogatori INT. A questa domanda fino a pochi anni fa avrei dovuto rispondere INT per la praticità: io sono un viaggiatore, mi capita spesso di dover innestare il mio erogatore sulle bombole più diverse, col mio INT mi sono sempre trovato bene. Ma in effetti, con la diffusione delle nuove rubinetterie con la “caramella”, devo dire che anche io sono quasi pronto per il passaggio.
Ma è possibile che nessuno inventi per sub ricreativi un sistema di bloccaggio sicuro di facile sgancio del 2 stadio di emergenza? E sgradevole vedere quasi tutti col 2 stadio che penzola!
IO attacco la frusta del 2^ erogatore a una pinza reggi frusta collegata a un D ring in basso a dx del gav
Io sono un DIN da sempre. L’attacco INT l’ho usato solo quando feci il Discovery Scuba Diver. Dopo,in tutti gli altri corsi,ho sempre usato il DIN. Che è piú sicuro!
Per quanto riguarda il secondo stadio,lo attacco direttamente al Gav inserendo il boccaglio in un apposito tappino agganciato con un piccolo moschettone. Cosí non penzola😉