Ho conosciuto Claudio Di Manao nel 2001, durante la mia prima immersione sul relitto del Thistlegorm a Sharm El Sheikh, una di quelle che ti ricordi per tutta la vita.
Al ritorno al diving center comprai il suo “Figli di una Shamandura” e me lo lessi tutto d’un fiato nei giorni successivi: ironico, acuto, tremendamente vero. Era il primo libro che parlava di quelli che vivono il Mar Rosso non da turisti ma da habitué, guide o istruttori. L’opera diventò un cult e un must-read di ogni subacqueo. Oggi, più di vent’anni dopo, ritrovo quei personaggi invecchiati – o forse solo cresciuti – nel suo nuovo romanzo, Sbandati come plancton nella corrente.

La storia si apre con una reunion tra amici subacquei: vecchie guide e istruttori che si ritrovano a Sharm per onorare un amico scomparso, Tom, disperso nel tempo come un ricordo in corrente. Il loro compito è semplice solo in apparenza: spargere le sue ceneri nel suo punto d’immersione preferito. Ma nessuno sa – o forse vuole ricordare – dove sia. Inizia così una navigazione su un caicco che è insieme rotta geografica e viaggio interiore, tra birre, bolle e vecchie tensioni riemerse.
La pandemia globale li coglie di sorpresa, trasformando quella che doveva essere una toccata e fuga commemorativa in un ritiro forzato tra le onde. E lì, lontani dalla terraferma e dal “mondo normale” che sta cambiando, emergono come coralli dimenticati i non detti, le vecchie ferite, le verità taciute.
Il romanzo alterna momenti di umorismo subacqueo a passaggi profondamente malinconici, tratteggiando personaggi che, pur nel loro essere “sbandati”, restano ancore gli uni per gli altri.

Chi ha vissuto il Mar Rosso in quegli anni, chi ha bevuto Stella o Sakara al Camel o al Pirate, si riconoscerà in ogni riga. Ma anche chi si è tuffato lungo la costa di Sharm, e persino chi non ha mai indossato un GAV, potrà apprezzare il tono sincero e umano con cui Di Manao affronta il passare del tempo, l’amicizia, la perdita e la trasformazione personale.
“Sbandati come plancton nella corrente” è un romanzo sul lasciarsi andare, ma anche sul trattenere ciò che conta. È una dichiarazione d’amore al mare, alla subacquea e a quella strana famiglia allargata che si forma tra una discesa nel blu e una chiacchierata sul ponte.
Un consiglio? Leggetelo con i piedi a mollo, magari con una birra in mano ma godetevelo perché le pagine scivolano leggere.
Se però non avete ancora letto ‘Figli di una Shamandura’, procuratevi anche questo.
Sbandati come plancton nella corrente è pubblicato da Nutrimenti Mare ed è acquistabile da oggi nelle principali librerie e online, anche su Amazon.
Articoli correlati: