Con la legge Salvamare raccogliere plastica in mare non è più reato.
La legge salvamare riguarda le «Disposizioni per il recupero dei rifiuti in mare e nelle acque interne e per la promozione dell’economia circolare», nella pratica vengono indicati i criteri per la distinzione tra la qualifica di rifiuti per i materiali accidentalmente pescati e quelli volontariamente raccolti.Il testo prevede anche misure diverse per la raccolta della plastica per acque marine, di fiumi o di laghi.
Quando è entrata in vigore la legge salvamare e cosa prevede
Fino all’undici giugno 2022, data dell’entrata in vigore della legge Salvamare, i pescatori che avessero riportato in porto la plastica raccolta in mare rischiavano in teoria una denuncia e anche una multa pesante.
La legge prevede varie misure per la tutela delle acque e per contrastare l’inquinamento dovuto alla plastica. Si inserisce nella strategia europea dell’economia circolare della plastica in linea con gli obiettivi dell’agenda 2030. La legge è volta a semplificare le operazioni di pulizia dei mari, e di conseguenza ridurre la quantità di plastica nelle acque
Una volta riportati i rifiuti a terra questi andranno smaltiti presso isole ecologiche di competenza delle autorità portuali, i costi di questa operazione saranno coperta da una minima variazione sulla tariffa dei rifiuti.
In teoria questa nuova legge permette anche di realizzare progetti come ad esempio raccolte organizzate di rifiuti, equiparando i rifiuti pescati ai rifiuti urbani..
La legge salvamare premia le pratiche virtuose
La legge Salvamare prevede anche premi ambientali per i pescatori che pratichino la raccolta delle plastiche e dei rifiuti in mare, così come un premio potrebbe essere riconosciuto alle associazioni ambientali che promuovano progetti legati alla pulizia delle acque e al rispetto dell’ambiente.
Un altro passo verso pratiche più sostenibili, per un mare più sano e pulito.