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Home Articoli Altro Proteus, laboratorio di ricerca da 135 milioni di dollari, progettato da Fabien Cousteau e Yves Béhar

Proteus, laboratorio di ricerca da 135 milioni di dollari, progettato da Fabien Cousteau e Yves Béhar

04/08/2020

Proteus, laboratorio di ricerca a 20 m di profondità. A noi subacquei potrebbe sembrare poco, ma pensate di viverci per settimane o mesi.

Fabien Cousteau, nipote di Jaques, ha progettato, sul modello di una vera e propria Stazione Spaziale Internazionale, un laboratorio di ricerca subacquea, chiamato Proteus, da sistemare nelle acque di Curacao. Si tratta di un progetto senza precedenti, destinato a ospitare ricercatori provenienti da ogni parte del mondo, per studiare gli oceani. Il laboratorio, 4 volte più grande di ogni soluzione attuale, sarebbe destinato a rivoluzionare la ricerca in mare.

Il prezzo stimato? $ 135 milioni.

L’idea è che i ricercatori lavorino immersi nell’oggetto che studiano, e siano in grado di ottenere dati di prima mano, non alterati dall’emersione e dai cambi di pressione, inevitabili se pensiamo a una nave oceanografica o a un laboratorio tradizionale. Inoltre il fatto di partire e ritornare a una stazione sommersa a 20 m elimina la necessità di decomprimersi al termine di ogni immersione. In breve secondo Cousteau gli scienziati sarebbero nelle condizioni di compiere da 30 a 40 volte il lavoro di ricerca che potrebbero svolgere in un laboratorio tradizionale nello stesso tempo.

Il progetto è iniziato 2 anni fa con l’incontro con lo studio di design di Yves Béhar, Fuseproject, e il risultato lo vedete qui.

Proteus laboratorio di ricerca

Il progetto è estremamente ambizioso, circa 10 volte più grande dell’unico laboratorio subacqueo attivo, Aquarius, quello usato dalla NASA , che lo stesso Fabien Cousteau, dopo averci trascorso 31 giorni nel 2014, definì una specie di scuolabus. Diversamente da Aquarius, Proteus è progettato per viverci per periodi lunghi settimane o mesi. Due cilindri si avvolgono a spirale, costruiti con i metalli delle navi, su due piani collegati da una rampa che permette agli scienziati di vivere, camminare e fare esercizio fisico, senza sottoporsi a significativi cambiamenti di pressione.

Possibile prevedere espansioni verso l’esterno della struttura principale, che ospiterà i laboratori, una serra, le stanze dei visitatori, uno studio medico. Le finestre rotonde massimizzano il passaggio della luce, permettendo ai visitatori di mantenere un ritmo giorno-notte anche in condizioni di luce attenuata. Potrebbero sembrare esagerazioni, in realtà per vivere sott’acqua per periodi lunghi la gente ha bisogno di questi piccoli comfort. Per esempio brucia 3 volte le calorie che consuma in superficie nello stesso tempo, perciò gli scienziati dovranno mangiare molto, la stazione dovrà produrre cibo, metterli in grado di cucinarlo senza fiamme. Sono tutte cose di cui bisogna tener conto in fase di progettazione.

Per adesso Proteus è un progetto, un sogno, nella fase della raccolta dei fondi necessari per farlo diventare realtà. In uno slideshow vediamo come sarebbe strutturato il laboratorio.

Le immagini sono © Fuseproject


TAGlaboratorio proteus ricerca scienza sommerso
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Massimo Boyer

Biologo marino, fotografo sub e scrittore, tour operator, istruttore e guida. Ottimo conoscitore dei fondali Indonesiani. Autore di 4 libri: La fotografia naturalistica subacquea. Tra tecnica, arte e scienza, Scilla. Storia di uno squalo bianco, L'agenda del fotosub. Diventa fotografo subacqueo in 12 mesi, Atlante di flora e fauna del reef e oltre 500 articoli di subacquea. Insegna Fotografia Subacquea all'Università di Genova, collabora con l'Università Politecnica delle Marche e con l'Università di Milano Bicocca. https://rubrica.unige.it/personale/UkJFXVpo

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