Gli oceani nascondono spesso meraviglie che sfidano la nostra comprensione della natura.
Gli squali sono da sempre noti per la loro capacità di guarigione rapida, ma raramente è possibile monitorare il processo nel tempo.
Un’incredibile scoperta è stata fatta nel campo della biologia dei pesci cartilaginei: uno squalo seta ha rigenerato con successo una parte significativa del tessuto della sua pinna dorsale dopo aver subito un trauma. Questa scoperta, pubblicata sulla rivista Journal of Marine Sciences, segna il secondo caso documentato di rigenerazione della pinna dorsale nei pesci cartilaginei e getta luce sulla loro straordinaria capacità di guarigione delle ferite.
Lo squalo seta
Lo squalo seta (Carcharhinus falciformis) è un grande pelagico che abita acque temperate e calde in tutto il mondo. Questa specie è nota per i suoi movimenti aggraziati, il corpo snello e idrodinamici.
Tuttavia, come qualsiasi animale selvatico, gli squali seta non sono immuni alle ferite. In questo particolare caso, un maschio di squalo seta è stato osservato a luglio 2022 con grandi tagli nella sua prima pinna dorsale. La causa della ferita è stata determinata dalla rimozione forzata da parte di un uomo di un tag di localizzazione che era stato attaccato al pescecane per scopi di ricerca scientifica.
L’identificazione del predatore
Nel giugno del 2022, un team di ricercatori ha attaccato un sistema di tracciamento a uno squalo seta al largo delle coste della Florida per studiarne il comportamento. Qualche settimana dopo, un subacqueo vicino a Jupiter, Florida, ha notato lo squalo ferito e ha contattato gli scienziati.
Gli scienziati avevano inizialmente dubbi sulla possibilità di rivedere lo squalo in vita, temendo che la ferita avrebbe compromesso la sua capacità di nuotare e di nutrirsi.
Sorprendentemente, l’anno successivo lo squalo è stato nuovamente identificato con la pinna quasi completamente rigenerata, dimostrando l’incredibile capacità di guarigione della specie.
La rigenerazione della pinna dello squalo seta
Nonostante la gravità della ferita, lo squalo seta ha mostrato una notevole resilienza. A giugno 2023, quando è stato fotografato di nuovo, la pinna dorsale dello squalo era guarita in modo significativo, con un’area stimata del 87,6% della sua dimensione originale ripristinata. La ricrescita era concentrata principalmente nell’area della ferita, indicando che il pesce aveva incorporato efficacemente nuovo tessuto nella pinna.
Sebbene la parte ricresciuta della pinna sia principalmente composta da tessuto cicatrizzato si è dimostrata perfettamente utile al nuoto e di conseguenza alla sopravvivenza dello squalo.
Il tasso di guarigione dello squalo seta era paragonabile a quello di altri elasmobranchi, come gli squali balena e gli squali nutrice grigi. Ciò suggerisce che gli squali seta, come altre specie di squali, possiedono straordinarie capacità di rigenerazione, che possono svolgere un ruolo importante nella loro sopravvivenza della loro specie di fronte alle minacce naturali e umane.
Significato della scoperta
Questa scoperta ha diverse importanti implicazioni per la nostra comprensione degli squali e della loro biologia. Innanzitutto, fornisce ulteriori prove delle capacità di rigenerazione degli squali. Ciò è particolarmente degno di nota nel contesto della conservazione degli squali, in quanto suggerisce che gli squali potrebbero essere più resistenti alle ferite di quanto si pensasse in precedenza.
Inoltre, questo studio evidenzia l’importanza della collaborazione tra scienziati e pubblico nella ricerca sugli squali. L’osservazione iniziale dello squalo ferito è stata fatta dai fotografi subacquei Josh Schellenberg e John Moore, che hanno informato i ricercatori dell’incidente. La loro documentazione del processo di guarigione del pescecane è stata fondamentale per comprendere l’entità della ferita e il recupero straordinario del pescecane.
Implicazioni per la conservazione
I risultati di questo studio hanno importanti implicazioni per gli sforzi di conservazione degli squali. Man mano che continuiamo a imparare di più sulle capacità di guarigione degli squali, possiamo sviluppare strategie di gestione più efficaci per proteggere queste specie vulnerabili. Ad esempio, questa conoscenza potrebbe essere utilizzata per informare lo sviluppo di protocolli di ricerca che minimizzano il rischio di lesioni agli squali.
La rigenerazione della pinna dorsale del pescecane seta è un’attestazione straordinaria della resilienza di queste affascinanti creature. Questa scoperta evidenzia l’importanza della ricerca continua sulla biologia degli squali e della necessità di sforzi di conservazione efficaci per proteggere queste specie minacciate. Lavorando insieme, possiamo garantire la sopravvivenza a lungo termine degli squali e la salute dei nostri ecosistemi marini.
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