Da molti anni mi occupo di otorinolaringoiatria subacquea e per confrontarmi con gli altri professionisti che condividono questo interesse ho organizzato, nel 2006 “L’orecchio In Immersione“, primo convegno dedicato a questo argomento; nel 2013, Medicina Subacquea e Iperbarica per Medici Otorinolaringoiatri e ora, nel 2023, ci sarà il Terzo Incontro di Medicina Subacquea e Iperbarica per Medici Otorinolaringoiatri. Dopo 10 anni dall’ultimo congresso su questi temi, ho voluto nuovamente mettermi in gioco per riunire tutte le realtà inesorabilmente legate dalla fisiopatologia dell’apparato uditivo che si confronta con l’ambiente iperbarico: Medici Subacquei, Otorinolaringoiatri, Apneisti, Subacquei amatoriali e professionisti.
Medicina Subacquea – l’orecchio
È noto, infatti, che il tallone d’Achille di chi scende sott’acqua è proprio l’orecchio. Inoltre, la grande diffusione dell’immersione in apnea e la straordinaria confidenza con le discese in profondità hanno acceso prepotentemente i riflettori sulla compensazione degli atleti apneisti.
A ciò si aggiunga che non tutti sanno (e in vacanza chi sa dimentica) che i danni che può subire l’orecchio in immersione non sempre si risolvono nel migliore dei modi e il ricordo di una banale imprudenza può accompagnarci per tutta la vita, sotto forma di un fischio perenne o di una parziale perdita di udito.
La diagnosi e la terapia della patologia otologica da immersione, ancorché effettuate in ambiente specialistico, non seguono criteri standardizzati e pongono al Medico non esperto di Medicina subacquea numerosi dubbi e incertezze. Infine, il riconoscimento sul campo della patologia otologica da immersione da parte dei sub non è per nulla scontato e spesso capita che i sintomi siano trascurati per molti giorni prima che vengano portati all’attenzione del Medico.
Medicina Subacquea – il convegno
Non è, quindi, un caso se un incontro scientifico dove si affrontano i temi della compensazione, dei barotraumi, delle vertigini alternobariche e della malattia da decompressione possa interessare tanto ai subacquei quanto ai Medici. D’altronde, l’obbiettivo del convegno è diffondere cultura scientifica e creare consapevolezza, sia in chi pratica subacquea per passione o per professione, sia in chi è chiamato a far diagnosi e prescrivere cure.
Per affrontare in maniera autorevole i numerosi temi della Medicina Subacquea e Iperbarica ho cercato la collaborazione di esperti ai massimi livelli di competenza e invito chi desideri saperne di più a prendere visione del programma, qui sotto o al link: http://www.momedaeventi.com/IT/eventi.xhtml
Nell’ambito del congresso, domenica 26 febbraio, si svolgerà un interessante workshop teorico-pratico sulla compensazione in apnea, organizzato con lezioni frontali ed esercitazioni a secco guidate dai relatori. Il workshop, a partecipazione gratuita, è aperto a tutti gli iscritti al convegno ma le esercitazioni pratiche saranno, inevitabilmente, a numero chiuso e per l’ammissione farà fede la data d’iscrizione allo stesso workshop (separata dall’iscrizione al congresso) effettuabile al link: http://www.momedaeventi.com/IT/eventi.xhtml
I relatori del workshop saranno un Team multidisciplinare: Mauro Generali (atleta di H2BO e della Nazionale Italiana di apnea, eletto atleta dell’anno FIPSAS nel 2019) Francesca Strologo (logopedista della AUSL di Modena) Nicola Di Biase (Istruttore di apnea di H2BO esperto di compensazione in apnea) Simone Bertossi (Medico del Centro Iperbarico di Bologna e Istruttore subacqueo FIPSAS); Io e Pierluigi Bosi (Medico otorinolaringoiatra ed esperto apneista) ci occuperemo della moderazione.
Il congresso si concluderà con un tutorial sul riconoscimento on site della patologia otologica da immersione da parte degli stessi subacquei, de me pensato per creare consapevolezza e favorire un tempestivo riconoscimento degli incidenti più gravi.
Molti anni fa, sul retro di copertina della prima edizione de “L’Orecchio In Immersione” ho scritto questa frase, ancora estremamente attuale, sulla quale si fonda lo spirito del mio lavoro:
L’orecchio, che fisiologicamente lavora trasformando minime fluttuazioni della pressione ambientale in modulati impulsi bioelettrici, deve essere accudito, durante l’immersione, come fosse il più prezioso e delicato degli strumenti del subacqueo.