I Bajau, noti come “Nomadi del Mare”, sono una comunità di pescatori semi-nomadi distribuita tra Indonesia, Filippine e Malesia. Questa popolazione ha attirato l’attenzione scientifica per la loro capacità di immergersi a profondità significative e trattenere il respiro per tempi prolungati.
Si potrebbe pensare che le loro abilità siano paragonabili a quelle di atleti professionisti ma bisogna considerare che queste capacità sono diffuse in tutta la comunità e si ritiene siano frutto di un processo di adattamento ambientale e culturale, anziché di allenamenti specifici come quelli seguiti da atleti apneisti professionisti.
Adattamenti genetici: la milza ingrandita e le mutazioni genetiche
Le capacità subacquee dei Bajau sono oggetto di studi scientifici. Una delle scoperte più significative riguarda la dimensione della milza, più grande rispetto alla media umana. La milza, che funge da serbatoio di globuli rossi ossigenati, si contrae durante l’apnea, rilasciando sangue ossigenato e prolungando la capacità di trattenere il respiro.
Gli studi hanno rilevato mutazioni nei geni PDE10A e BDKRB2. Il primo è legato alla regolazione della dimensione della milza, mentre il secondo è associato al riflesso di immersione, che riduce il battito cardiaco e induce la vasocostrizione periferica. Questi adattamenti rappresentano un caso di selezione naturale, favorendo la sopravvivenza degli individui con caratteristiche vantaggiose.
Stile di vita acquatico: tra palafitte e barche-casa
La vita dei Bajau che ancora sono rimasti staccati dalla contaminazione della vita con le grandi città si svolge principalmente sull’acqua. Tradizionalmente vivevano su barche-casa chiamate “lansa”, ma con il tempo alcune comunità si sono stabilite in villaggi di palafitte costruiti sul mare. Un esempio è il villaggio di Sempela, nell’arcipelago di Wakatobi, Indonesia, dove le case sono collegate da passerelle di legno. Queste abitazioni si trovano a circa un chilometro dalla costa e durante la bassa marea emergono dall’acqua, mentre con l’alta marea sembrano galleggiare.
Fin dall’infanzia, i Bajau imparano a nuotare prima ancora di camminare. I bambini iniziano a immergersi in tenera età, mentre gli adulti trasmettono le tecniche di pesca apnea di generazione in generazione. La vita quotidiana ruota attorno alla pesca, attività essenziale per il sostentamento della comunità.
Tecniche di pesca: dal fucile subacqueo alle trappole per crostacei
La pesca è l’attività principale dei Bajau, e le tecniche utilizzate sono tramandate di padre in figlio. Tra le più comuni c’è la pesca subacquea con fucile a elastico, uno strumento che consente di catturare pesci che si nascondono tra i coralli. Pescatori esperti come Lauda, membro della comunità di Sempela, possono immergersi fino a 22 metri e restare in apnea per circa 5 minuti.
Un’altra pratica comune è la cattura di crostacei, come i gamberi mantide, con trappole subacquee. Questi sistemi, costruiti con rami e meccanismi a molla, permettono di intrappolare gli animali senza l’uso di strumenti moderni. L’abilità di costruire trappole e la conoscenza delle abitudini dei crostacei sono il risultato di una tradizione secolare.
Alimentazione e mercato del pesce
Il pesce catturato dai Bajau viene in parte consumato dalla comunità e in parte venduto nei mercati locali. Le donne della comunità si occupano della vendita del pesce, portandolo al mercato principale situato sull’isola di fronte al villaggio. Questa è una delle poche occasioni di contatto tra i Bajau e le popolazioni della terraferma, utile anche a rafforzare i legami sociali e culturali.
I mercati offrono una grande varietà di pesci, tra cui pesci pappagallo, pesci balestra, scorfani e cernie. Anche le specie più esotiche, come il pesce palla e il pesce leone, sono disponibili. I Bajau pescano solo ciò di cui hanno bisogno per il consumo quotidiano o la vendita al mercato, limitando l’impatto ambientale delle loro attività di pesca.
Una cultura in bilico tra tradizione e modernità
Nell’ultimo secolo le comunità Bajau si sono trovate a dover affrontare cambiamenti importanti e difficili da gestire. La costruzione di villaggi stabili su palafitte ha migliorato la sicurezza e il benessere generale, ma ha anche segnato una transizione verso uno stile di vita più sedentario. L’adozione di abitudini moderne, come l’accesso ai mercati e l’uso di dispositivi per la pesca, ha modificato le dinamiche quotidiane.
Tuttavia, lo spirito nomade persiste. Come afferma un membro della comunità: “Anche se viviamo in un villaggio, ci sentiamo sempre nomadi. Possiamo lasciare tutto e tornare in mare in qualsiasi momento”. Questa mentalità è parte integrante dell’identità dei Bajau e del loro rapporto con il mare, che non è solo una fonte di cibo, ma anche una dimensione culturale e spirituale.
I Bajau rappresentano un caso di adattamento umano a un ambiente estremo. Le loro abilità subacquee derivano da una combinazione di selezione naturale, tradizione culturale e pratica quotidiana. La loro storia offre una finestra su come l’essere umano possa evolversi e adattarsi a condizioni difficili.
Gli studi sui geni PDE10A e BDKRB2 forniscono una spiegazione delle capacità di tolleranza all’ipossia, mentre le tecniche di pesca sostenibile dimostrano l’importanza di un approccio equilibrato verso le risorse marine. I Bajau rappresentano un esempio di resilienza e profonda conoscenza dell’ambiente marino.
Ringraziamo il Dott. Pasquale Longobardi per la verifica delle informazioni scientifiche
Immagine di copertina creata con AI