Abbiamo incontrato Claudio di Manao per una chiacchierata informale che parte da un post sul suo blog… e finisce molto più lontano.

Intervista a Claudio di Manao: scrittura, personaggi e vita tra le bolle
Ciao Claudio, ci siamo incrociati di sfuggita all’EUDI 2023, ma non abbiamo mai avuto l’occasione di scambiare due parole con calma.
Ciao Simone, hai ragione: l’EUDI è un po’ come la corrente di Shark Reef, chi ci legge sa di cosa parliamo.
Leggo i tuoi libri da tempo, ma — a parte il Claudio autore, quello dei racconti, dei diving center, delle fughe nel deserto — so poco della persona dietro alle storie.
Vorrei conoscermi anche io, vai avanti…
Mi è tornato in mente tutto questo quando ho letto il tuo ultimo post sul blog. Bolle qualcosa in pentola?
Sono uno scrittore a tempo pieno e la mia è la cucina di un ristorante che non chiude mai. Scrivo in continuazione, ma vedo che hai colto un messaggio subliminale. Grazie, Simone e complimenti! Sì, ci siamo, sta per uscire qualcosa che potrebbe interessare il nostro pubblico. Ora però ho difficoltà a descriverla, perché dentro ci sono tante cose.
A questo punto sono curioso, ma anche un po’ confuso.
Hai detto che dentro “ci sono tante cose” — posso chiederti se sono cose vissute, immaginate, ascoltate o… sognate?
Tutte quelle che hai citato, ma proprio tutte! Con in più un pizzico di nostalgia, di thrill e tanta, tanta musica!
Musica… hai detto?
Sì, Simone, penso che la musica sia una parte fondamentale dell’esistenza. Come gli odori la musica evoca emozioni, ricordi, vita vissuta… sogni. La musica è la colonna sonora dello spettacolo di cui siamo interpreti e a volte registi: la nostra esistenza. Oddio l’ho detta grossa, ma tranquillizzo subito tutti: non sono diventato Milan Kundera. Sono rimasto quello che sono, fondamentalmente un Figlio di una Shamandura e come tanti che mi leggono anche io ho sentito una forte nostalgia dei miei personaggi, delle loro vite libere e strampalate. Avevo bisogno di rivederli tutti insieme, di fare cose insieme a loro.
Ok, mi stai confermando che hai scritto il terzo della serie Figli di Una Shamandura?
Non solo l’ho scritto ma ha già un editore, Nutrimenti, che lo distribuirà presto in tutte le librerie.
Hai detto che sentivi il bisogno di rivedere i tuoi personaggi, di fare cose con loro.
Sì, mancavano a me quanto ai lettori. Avevo bisogno di vederli all’opera, sentirli dialogare nella mia testa. Ne parlavo poco tempo fa con Laura, una mia amica scrittrice. Concludemmo che scrivere significa immergersi in una psicoterapia di gruppo con i propri personaggi. Un buon libro non lo scrivi tu, si scrive da solo. Tu hai dipinto il set, i personaggi e quelli cominciano ad agire da soli. Aspettavo una cosa del genere perché quando accade quel miracolo capisci subito che sei sulla strada giusta ed il libro sarà buono. E questo libro è soprattutto un atto d’amore verso il Mar Rosso, con le sue splendide immersioni (ce ne ho messe davvero tante, nel testo 🙂 amore verso i miei personaggi e le persone che li hanno ispirati, e poi… verso uno stile di vita che ci ha resi, nel bene e nel male, quelli che siamo.
Sii sincero, quanto sono invecchiati, i figli di una shamandura?
Di testa molto poco, devo dire. Hanno più esperienza, nel senso che hanno continuato a combinarne delle loro in giro per il mondo, ma in fondo al cervello sono rimasti dei Peter Pan. Ce n’è uno però che è ingrassato e tribola ad infilarsi la vecchia muta. Anche gli eroi ingrassano, soprattutto quando smettono di bruciare le 4000 calorie che consumavano andando sott’acqua ogni giorno.
Hai già qualcosa in cantiere — scrittura, radio, progetti vari — che ti gira in testa da un po’, ma che non ha nulla a che fare con Shamandura?
(O magari qualcosa che c’entra, ma da un’altra porta d’ingresso?)
In cantiere, o se preferisci in cucina, c’è sempre qualcosa. Ma approfitterei di questo spazio, se me lo consenti, per dire qual è il mio sogno segreto: fare di Figli di una Shamandura una sitcom. Sceneggiarlo per bene sarebbe un lavoro mostruoso, non è facile come sembra, ci sono tempi, ritmi, sottotrame, regole da rispettare come in matematica. E di soldi per le produzioni, anche grazie ai vari youtuber e tiktoker che fanno man bassa di audience, ce ne sono sempre meno. Ma se avessi qualche speranza, una produzione interessata, ci rimetterei le mani molto, molto volentieri.
Domanda difficile: c’è qualcosa che non hai ancora scritto perché è troppo assurdo?
(Se esiste, sappi che ora vogliamo saperlo tutti.)
No, non credo. Mi baso molto sulla realtà, sul vissuto, perché queste due cose superano sempre la fantasia, cerco l’assurdo nelle cose reali e anche nelle leggi della fisica e lo trovo. Se proprio non lo trovo me lo invento ma cerco di renderlo plausibile. Oppure suggerisco che è una fantasia strampalata che gira nell’ambiente. Preferisco raccontare sogni. I sogni nascono tutti col passaporto diplomatico. E dicono molto di più su noi stessi.
Ultima cosa, ma la più importante: quando il libro uscirà, ci prometti che saremo tra i primi a leggerlo… e magari a presentarlo su ScubaPortal e ScubaZone?
Sicuramente! Innanzitutto, siete i primi ad avere la notizia e la copertina e… aspetta un attimo, mi è appena arrivata una conferma, abbiamo già una data certa: Sbandati come plancton nella corrente, verrà presentato come prima a La Libreria del Mare in via Broletto a Milano, il 24 giugno, alle h. 19. E poi, se mi ospitate, toccherà a voi! Video, podcast, o party con tanta musica birra?
Musica e birra ci sembra una buona idea, alla prossima.

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Grande Dimanao …..la tua vita in giro per il mondo e per i mari del mondo e’ tutto un libro da raccontare pieno di storie vere ,di gente conosciuta e di esperienze vissute ……una vita emozionante all’aria aperta o luggiu dove l’aria te la devi portare appresso.
Sappiamo quanto tu abbia amato quella vita e scriverla e’ un po’ come riviverla….ma anche un viaggio immaginario per noi che ti leggeremo .
🌈