Immersione sul relitto della motonave Concordia, organizzata da Lorenzo Sub Fiumaretta SP per l’80° anniversario dell’affondamento, avvenuto il 1° ottobre 1945 al largo dell’isola del Tino.

Un tuffo nel passato: la storia del Concordia
Il piroscafo fu costruito nel 1892 nei cantieri Raylton Dixon & Co. Ldt. di Middlesbrough (Gran Bretagna) e battezzato Tyne Meadows per l’armatore Tyne Steam Fishing Co. North Shield. Misurava circa 33 m in lunghezza, 6 m in larghezza e un pescaggio di circa 3 m, con una stazza lorda di 124 tonnellate. Nel 1927 fu venduto all’armatore Arnaldo Cobebò di Livorno, ribattezzato Marea (sigla GE 1425).
Passò poi a Luigi Licchena (sigla CT 142, Catania) nel 1931, e infine nel 1933 all’armatore Santo Comis, che lo chiamò Concordia. Dal 1936, divenne un mercantile sulla linea Catania–La Spezia.
Durante la Seconda guerra mondiale non fu militarizzato, ma il 12 settembre 1943 fu colpito da un attacco aereo tedesco a Formia, affondando. Fortunatamente fu recuperato, riparato e affidato a Licciardelli & C. di Catania .
Il 1° ottobre 1945, poco dopo la fine della guerra, il Concordia urtò una mina vagante al largo dell’isola del Tino. L’esplosione provocò una falla sul fianco sinistro e la nave affondò nelle acque del Golfo della Spezia .
Negli anni successivi, palombari recuperarono materiali ferrosi dal relitto.
Già nel 2020, in occasione del 75° anniversario, un team del Lorenzo Sub Fiumaretta depose una targa commemorativa sul relitto, volendo gettare luce sull’episodio e magari trovare testimoni.
L’immersione evidenziò l’importanza storica del sito, definito un polmone di vita a 43 m di profondità.

Oggi il relitto del Concordia è un museo sommerso ancora vivo
Il relitto giace in assetto di navigazione sul fondale a circa 43 metri di profondità, con le sovrastrutture intorno ai 35 metri. Si trova a poche miglia dall’isola del Tino, a circa 2–8 miglia a sud, nel Golfo della Spezia.
Le immersioni richiedono esperienza Deep Diver a causa di profondità e correnti variabili.
Il relitto è ormai una oasi marina, colonizzato da gorgonie e frequentato da grande varietà di pesce.
Oggi, nell’occasione dell’80° anniversario, l’obiettivo delle immersioni commemorative: valorizzare il relitto non solo come sito archeologico ma come testimonianza viva della storia, invitando la comunità dei subacquei a conoscere, raccontare e tutelare questo patrimonio sommerso.

Foto di Copertina di Davide Devoti
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