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Home Senza categoria SS United States: da transatlantico a reef artificiale, la nuova vita di una leggenda
us united states reef coralli

SS United States: da transatlantico a reef artificiale, la nuova vita di una leggenda

11/11/2025

La SS United States è stata uno dei transatlantici più iconici del XX secolo. Progettata da William Francis Gibbs e varata nel 1952, questa nave lunga 302 metri detiene ancora il record per la più veloce traversata atlantica di un liner passeggeri: “sul viaggio inaugurale, la nave ha attraversato l’Atlantico in soli 3 giorni, 10 ore e 40 minuti, guadagnandosi il Blue Riband” . Oltre un milione di passeggeri sono saliti a bordo tra il 1952 e il 1969, inclusi ospiti come Grace Kelly, Salvador Dalí, John F. Kennedy e Walt Disney.

Con l’arrivo del trasporto aereo, il ruolo dei grandi liner declina rapidamente. Nel 1969 la nave viene dismessa, restando per quasi trent’anni ormeggiata a Philadelphia. “Per le persone che hanno vissuto qui a lungo, è sempre stata parte del paesaggio urbano. È vicino al grande IKEA, proprio fuori dall’autostrada: la vedi passando. È sempre stata un punto di riferimento, quindi è significativo che stia finalmente lasciando la città” racconta Ryan Verhey, istruttore SDI .

us united states scuttling
Foto: autore sconosciuto, collezione John Oxley Library, State Library of Queensland, Pubblico Dominio, via Wikimedia Commons
Contenuti dell'articolo nascondi
Perché trasformare una nave in reef artificiale?
Una sfida tecnica e ambientale
Come si affonda una nave su misura per i subacquei
Una nuova opportunità per il turismo subacqueo
Un addio, ma non una fine
Il futuro del relitto

Perché trasformare una nave in reef artificiale?

Un reef artificiale è una struttura realizzata e posizionata intenzionalmente sul fondo marino per offrire nuovi habitat a molte specie e favorire la biodiversità. La struttura di una nave come la SS United States crea un ambiente complesso dove coralli, spugne, pesci e invertebrati trovano rifugio e possibilità di colonizzazione. Destin, in Florida, rappresenta un esempio: dal 1976 nella zona sono stati creati oltre 564 reef, di cui più di 300 solo dal 2019, trasformando la destinazione in un polo per immersioni e pesca sportiva .

“Il concetto di reef artificiale è intelligente: si sfrutta una nave fuori servizio per stimolare la crescita marina e offrire un habitat a nuove specie. La struttura diventa la base per la crescita di coralli, che a loro volta attirano fauna locale. Oltre a favorire la pesca, queste strutture attirano subacquei da tutto il mondo” .

Una sfida tecnica e ambientale

Portare una nave di queste dimensioni a diventare un reef artificiale richiede un lavoro complesso e costoso. Prima di tutto è necessario un lungo processo di bonifica per eliminare ogni rischio ambientale: “le navi impiegano sostanze come oli lubrificanti, carburanti, vernici tossiche, agenti idraulici, materiali plastici e amianto. Tutto deve essere rimosso e smaltito, in coordinamento con le autorità ambientali” . Negli anni, diversi relitti hanno causato disastri ecologici: evitare il ripetersi di questi errori è centrale. Il solo costo della preparazione può superare i 10 milioni di dollari.

“Il lavoro di pulizia è in corso da diversi mesi”, riporta un aggiornamento del settembre 2025. Dopo la bonifica a Mobile, Alabama, la nave sarà trainata al largo di Destin-Fort Walton Beach e affondata in corrispondenza del DEMA Show, in autunno, a una profondità di circa 55 metri .

Come si affonda una nave su misura per i subacquei

Sommersa una nave di queste dimensioni, la sfida è farla scendere in modo controllato, evitando che si ribalti. “Le navi tendono a ruotare su un lato mentre affondano, a causa della disposizione asimmetrica di corridoi, compartimenti e aperture. Un affondamento sbilanciato rischia di farle atterrare di lato o addirittura capovolte, riducendo sicurezza e valore per le immersioni future” .

Le fasi principali prevedono:

  • Alleggerimento e rimozione delle strutture più pesanti: torri, scialuppe, radar, ventilatori e camini vengono eliminati per abbassare il baricentro e ridurre la possibilità di ribaltamento.
  • Apertura simmetrica di portelli e finestre: si praticano tagli in punti strategici, seguendo le planimetrie originali, per permettere un afflusso uniforme di acqua e aria durante la discesa.
  • Accessibilità e sicurezza per i subacquei: alcune aperture vengono ampliate per facilitare l’esplorazione, altre vengono sigillate nelle aree più pericolose o disorientanti, come le sale macchine, per evitare rischi durante le immersioni.
  • Affondamento controllato: si usano cariche esplosive o l’apertura coordinata delle valvole per fare entrare acqua in modo rapido e simmetrico, garantendo che la nave si posi in verticale e non su un lato.

“La fase più impegnativa è proprio la preparazione: il vero affondamento può durare pochi minuti, ma pulizia, tagli e bonifica possono richiedere mesi, anche più di un anno” .

Una nuova opportunità per il turismo subacqueo

Il sito scelto dista 21 miglia nautiche da Destin, facilmente raggiungibile sia da Destin sia da Pensacola. La nave offrirà livelli di profondità diversi: dal ponte superiore a 17 metri, accessibile ai ricreativi, fino alla chiglia a 55 metri per subacquei tecnici. “Credo che la parte più emozionante sarà esplorare un relitto di questa portata, non solo per la struttura, ma per la storia che rappresenta. È raro assistere alla trasformazione di una nave così famosa e poi poterla esplorare da subacqueo” spiega Ryan Verhey .

L’impatto atteso sul turismo subacqueo e sulle attività di formazione è rilevante: “Sarà un’attrazione unica, capace di attirare subacquei da tutto il mondo, e offrirà nuovi spazi per l’addestramento avanzato e tecnico. I benefici sono evidenti sia per la biodiversità marina, sia per l’economia locale grazie al turismo e alla pesca” .

Un addio, ma non una fine

La scelta di portare la SS United States in Florida non è stata indolore per tutti. Molti subacquei e appassionati di storia navale della zona di Philadelphia e New Jersey avrebbero preferito che la nave rimanesse nelle acque locali. “È triste che la nave lasci questa zona dopo trent’anni, ma la prospettiva di poterla finalmente esplorare da vicino è entusiasmante”, sottolinea ancora Verhey .

Un dive shop del New Jersey osserva: “Se fosse stata affondata localmente, sarebbe diventata il nostro nuovo parco giochi. Ma sono certo che molti dei nostri subacquei si organizzeranno per andare in Florida appena sarà possibile immergersi” .

Il futuro del relitto

Come per tutti i relitti artificiali, anche la SS United States è destinata col tempo a subire il degrado dovuto alla corrosione e al collasso strutturale. “Alla fine, come tutti i relitti sommersi, diventerà troppo pericolosa da visitare. Ma almeno in questo modo la nave continuerà a svolgere un ruolo importante per qualche decennio, offrendo rifugio a pesci, coralli e nuove forme di vita, oltre a essere una meta unica per i subacquei di tutto il mondo” .

Foto di copertina: SS United States ormeggiata a Filadelfia, 2014. Foto di René Beauchamp, CC BY-SA 4.0, via Wikimedia Commons

Leggi anche:

  • Scuttling-Affondamento volontario dei relitti: un’occasione mancata?
  • Scuttling, sì o no?

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