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Una vita al limite

Una vita al limite

27/09/2019

Lo snorkeling permette di esplorare un ambiente spesso bistrattato o perfino completamente ignorato: il cosiddetto intertidale, o mesolitorale. Si tratta della fascia di costa compresa tra il limite della alta e della bassa marea,   14-IMG_4943-Pomodoro di mare-Actinia equina_rid quindi una zona che si trova ad essere periodicamente esposta all’aria; in condizioni di mare calmo, durante la bassa marea la costa soprastante rimane a lungo asciutta, mentre in caso di mare mosso le onde si infrangono con forza lungo tutta l’estensione dell’intertidale. La vita degli organismi che decidono di stabilirsi in questa fascia è difficilissima: le specie che la popolano devono innanzi tutto sopportare lunghi periodi di emersione, e questo comporta l’impossibilità di respirare in aria e di alimentarsi per lunghi periodi, evitando al contempo l’essiccamento e tollerando fortissimi sbalzi termici (pensate alla temperatura che può raggiungere uno scoglio al sole d’agosto, senza considerare che anche le temperature troppo basse potrebbero causare problemi, soprattutto nel caso in cui dovesse formarsi il ghiaccio). Devono poi essere in grado di sostenere l’impatto delle onde che si infrangono ed il materiale che esse portano (sabbia, ciottoli, perfino tronchi) e ciò richiede una enorme stabilità o elasticità da parte degli abitanti. Insomma, l’intertidale è a tutti gli effetti un ambiente estremo, dove la vita è consentita solo ad organismi ben adattati a tollerare variazioni fisiche e chimiche enormi. In Mediterraneo le escursioni di marea sono piuttosto ridotte, pertanto questo ambiente ha un’estensione molto limitata, ma certamente sono diverse le specie che colonizzano il limite tra aria ed acqua, sia in ambiente sabbioso che in ambiente roccioso; sulla sabbia sono poche le specie stabilmente presenti nella sottile striscia intertidale, quindi l’interesse maggiore è riservato alle zone di fondo duro. Tra gli animali più tipici dell’intertidale mediterraneo troviamo le patelle, che dietro il loro aspetto modesto celano un animo davvero guerriero: la forma conica della conchiglia ha lo scopo di frangere le onde evitando che l’animale venga trascinato via, e i bordi della conchiglia stessa assumono perfettamente la forma delle asperità delle rocce su cui la patella si insedia e su cui ritorna dopo essersi alimentata. Grazie a ciò, il mollusco riesce a fissarsi con grande forza e conservare una modesta quantità d’acqua, sufficiente per permettere la respirazione durante le lunghe emersioni. _DSC3631-Patella-rid Comuni su rocce ben esposte alle correnti sono i balani, o denti di cane, piccoli crostacei racchiusi all’interno di un cono calcareo fissato direttamente alle rocce. Filtrano l’acqua per alimentarsi attraverso sei cirri, e nei momenti in cui non vi è umettazione mantengono il guscio ermeticamente chiuso, cosa che consente loro di vivere anche all’asciutto. La forma conica, come nel caso della patella, favorisce il frangersi delle onde. E, allo stesso modo delle patelle, alcuni balani sono così adattati a tollerare l’essiccamento, che si trovano anche in zone raggiunte quasi esclusivamente dagli spruzzi, nel cosiddetto ambiente sopralitorale. È poi tipico dell’intertidale il pomodoro di mare, attinia capace di vivere per parecchie ore fuori dall’acqua, richiudendosi a palla e conservando una quantità d’acqua sufficiente alla sopravvivenza. Spesso, su fondali sabbiosi o fangosi, oppure tra cozze e ciottoli, si trova anche l’anemone margherita, che tende però a stare nella porzione più bassa della fascia di marea, rimanendo solo raramente esposto all’aria. Troviamo poi due bivalvi molto noti e apprezzati dal punto di vista gastronomico, la cozza e l’ostrica, che vivono in banchi nella zona di marea e su scogliere, opere portuali e fondi duri secondari costituiti da gusci. L’intertidale è poi rifugio di molte specie mobili, che lo occupano solo nel periodo di alta marea: il comune granchio corridore, che spesso si riposa anche al di sopra della superficie, ma anche il grosso granchio favollo, insieme a littorine e altre lumache che strisciano pigramente, e perfino gamberetti colorati e stelle serpentine. Comuni, nella fascia di marea possono essere anche le coloratissime e buffe bavose: sono piuttosto sedentarie, e passano la maggior parte del tempo affacciandosi dalle loro tane, assumendo espressioni particolarmente fotogeniche per la felicità dei sempre più numerosi fotografi subacquei. Il limite tra terra e aria risulta quindi un ambiente estremo ed inospitale, ma ricco di incontri interessanti per noi snorkelisti…quindi occhi aperti, e rivolti verso l’alto!


TAGpiccoli organismi del Mediterraneo vita estrema nell'intertidale
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Federico Betti

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