Cosa succede se qualcosa va storto durante immersioni oltre i limiti ricreativi
La subacquea moderna non si ferma più al profilo ricreativo. Oggi si parla sempre più spesso di immersioni tecniche, esplorazioni in ambienti chiusi, utilizzo di miscele avanzate e configurazioni che richiedono addestramenti specifici. Molti subacquei scelgono consapevolmente di affrontare contesti più complessi, spinti dal desiderio di confronto personale e dalla curiosità verso ambienti meno accessibili.
Ma questa evoluzione comporta anche un cambio di prospettiva. Quando si esce dal perimetro dell’immersione standard, aumentano la difficoltà operativa, i rischi reali e le implicazioni per chi assume un ruolo attivo: istruttori, guide, diving center o anche semplici accompagnatori. Se accade un incidente, diventa cruciale chiarire chi può essere ritenuto responsabile, in quali circostanze e con quali tutele.

Cosa rende “tecnica” un’immersione
Parliamo di subacquea tecnica ogni volta che si entra in scenari che superano i confini ricreativi, ad esempio:
- profondità oltre i 40 metri
- utilizzo di miscele diverse dall’aria (Nitrox, Trimix, Ossigeno puro)
- obblighi decompressive
- ambienti chiusi o overhead (grotte, relitti penetrabili)
- uso di attrezzature avanzate: rebreather, scooter, doppie bombole
In questi casi non cambia solo la configurazione: cambia il livello di preparazione richiesto e il tipo di responsabilità in gioco.
Quando le responsabilità diventano più complesse
Nel momento in cui l’immersione si fa più articolata, il margine di errore si riduce. L’organizzazione diventa più delicata, le competenze richieste si moltiplicano e gli standard da rispettare si alzano. A quel punto, anche le responsabilità legali si estendono, sia in ambito civile che penale.
Un istruttore tecnico, ad esempio, non può limitarsi a “guidare” un’immersione: deve verificare la reale preparazione dei partecipanti, controllare l’efficienza dell’attrezzatura, adattare il briefing alla specifica configurazione e intervenire tempestivamente in caso di comportamenti a rischio. Se queste condizioni vengono trascurate e accade un incidente, può essere chiamato a rispondere per lesioni o, nei casi più gravi, per omicidio colposo.
Lo stesso vale per i centri diving, che hanno l’obbligo di fornire attrezzature idonee, assegnare il personale corretto e accertare che ogni immersione sia coerente con le certificazioni dei partecipanti. Autorizzare un’immersione tecnica con clienti non adeguatamente formati, o non verificare il rispetto dei protocolli, può costituire una responsabilità diretta.
E attenzione: anche un subacqueo esperto che accompagna altri “tra amici”, senza ruoli ufficiali, può essere ritenuto responsabile se si è assunto in concreto la guida o ha influenzato le decisioni operative. La giurisprudenza valuta questi casi sulla base dell’affidamento che gli altri partecipanti hanno riposto nella sua esperienza.

Chi può essere ritenuto responsabile in caso di incidente?
Istruttore tecnico o guida
Deve accertarsi della preparazione dei partecipanti, controllare l’attrezzatura, personalizzare il briefing e intervenire in caso di rischio. Se queste verifiche vengono trascurate, può rispondere anche penalmente.
Centro diving o organizzatore
Ha il dovere di fornire attrezzature adeguate, personale formato e verificare che l’immersione sia compatibile con le certificazioni dei clienti. Se autorizza attività fuori standard, la responsabilità può essere diretta.
Sub esperto in contesti informali
Anche chi accompagna “tra amici” può essere ritenuto responsabile se ha assunto un ruolo attivo nella gestione dell’immersione. Conta il comportamento, non solo il titolo.
Le polizze coprono anche immersioni tecniche?
Non sempre. Molte assicurazioni subacquee escludono attività tecniche, ambienti overhead o l’uso di miscele diverse dall’aria. Prima di affidarsi a una copertura, è indispensabile verificare:
- massimali
- attività incluse
- validità geografica
- modalità di intervento in emergenza
Una polizza non letta con attenzione è come un erogatore scollegato: inutile quando serve davvero.
Come ci si tutela
La tutela non passa solo per le intenzioni, ma per le scelte pratiche. Formalizzare i ruoli prima dell’immersione, verificare le certificazioni di ciascun partecipante, utilizzare moduli di scarico responsabilità adatti al contesto tecnico, tenere traccia delle attrezzature usate e della loro manutenzione: tutte queste sono prassi che fanno la differenza, soprattutto se qualcosa va storto.
Anche l’assicurazione merita attenzione: molte polizze escludono le immersioni tecniche o con miscele avanzate, oppure pongono limiti su profondità, ambienti overhead o validità geografica. Leggere attentamente le condizioni, verificare cosa è incluso, quali massimali sono previsti e come funziona l’attivazione in caso di emergenza è parte integrante della responsabilità di ogni subacqueo consapevole.
Non basta la passione: serve anche rigore
La subacquea tecnica è una forma evoluta e affascinante del nostro sport, ma non può essere affrontata con leggerezza. Chi insegna, guida o organizza ha il dovere di non banalizzare i rischi. E chi partecipa deve pretendere chiarezza, standard elevati e consapevolezza. Solo così si può parlare di immersioni sicure, anche quando si decide di andare oltre i limiti ricreativi.
Se insegni, accompagni o organizzi immersioni tecniche, è importante sapere come tutelarti dal punto di vista legale.
Lo Studio Legale Zambonin offre supporto specifico su responsabilità, liberatorie e gestione delle attività subacquee avanzate.
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