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Home Articoli Biologia Raja Ampat | Alla ricerca di un nuovo reef
sSqualo tappeto Wobbegong

Raja Ampat | Alla ricerca di un nuovo reef

08/04/2025

In Raja Ampat ci sono ancora tanti siti di immersione da scoprire e tutti gli anni ne troviamo di nuovi.

Proprio pochi giorni addietro abbiamo intravisto dalla barca in trasparenza nel profondo una macchia di un azzurro più chiaro rispetto al blu del mare. Abbiamo preso le coordinate col GPS per memorizzare la località e poter così ritornarvi per esplorare un nuovo fondale.

Così questa mattina abbiamo messo la prua a occidente e abbiamo lasciato il nostro accogliente Agusta Eco Resort con la speranza di trovare un nuovo sito e nuove emozioni.

Non abbiamo idea di cosa ci aspetta, non sappiamo la profondità né l’estensione della secca, possiamo immaginare che il top del reef sia sugli otto o dieci metri e che la forma sia allungata da est a ovest.

Arrivati sul posto registrato sul GPS facciamo come sempre un check della corrente. Per fortuna è leggera, ci aiuterà nell’esplorazione.

Siamo in tre: Nando la guida, io e la mia amica Marina, che condivide un amore sconfinato per la natura e il mare.

Contenuti dell'articolo nascondi
L’incontro con lo squalo tappeto Wobbegong
Molluschi straordinari: l’Elysia Ornata
I colori dei coralli e la vita del reef a Raja Ampat
Mutualismo marino: la stazione di pulizia
Il regno degli anemoni e dei pesci pagliaccio
Veri e falsi pesci pagliaccio: come riconoscerli
Il raro Anemone a Bulbo rosa a Raja Ampat
L’incredibile incontro con la manta
Ritorno all’Agusta Resort a Raja Ampat
Agusta Eco Resort per la tua vacanza a Raja Ampat

L’incontro con lo squalo tappeto Wobbegong

Un bel tuffo e giù verso il fondo. La parete degrada dolcemente fino a morire sulla sabbia a 32/33 metri. Se il buon giorno si vede dal mattino incominciamo bene: appena arrivati incontriamo un Wobbegong (Tasselledorrhinus Dasypogon) (foto 1), detto anche squalo tappeto per il fatto che vive steso sul fondo come uno scendiletto e ha di fronte alla enorme bocca tutta una serie di propaggini carnose che sembrano le frange di un tappeto ma che appaiono delle alghe agli incauti pesciolini che si avvicinano senza accorgersi del pericolo mortale che li attende (foto 2).

Abitualmente arriva a un metro e mezzo di lunghezza ma io ne ho visti di giganti fin quasi a due metri. Questo stranissimo squalo lo possiamo trovare comunemente in Raja Ampat e nel resto della Papua Nuova Guinea fino al nord Australia.

Mentre cerco l’inquadratura migliore vedo Marina che si avvicina e si toglie l’erogatore dalla bocca. Eccola lì, ama talmente tanto il mare che adesso vuole baciare uno squalo. Invece no, per fortuna vuole solo una foto sorridente col tappeto! (Foto 3)

Squalo wobbegong tappeto in primo piano, perfettamente mimetizzato tra coralli e rocce sul fondale - Raja Ampat.
Foto 2
La subacquea Marina sorridente in immersione notturna osserva da vicino uno squalo wobbegong sul fondale corallino - Raja Ampat.
Foto 3

Molluschi straordinari: l’Elysia Ornata

Proseguendo sulla sabbia al confine con il reef troviamo una Elysia Ornata (foto 4), un mollusco opistobranchio del gruppo delle Sacoglosse, spesso confuso con i nudibranchi.

È noto per la sua capacità di appropriarsi dei cloroplasti dalle alghe di cui si nutre per usarli come fotosintetizzatori e ottenere energia come se fosse una pianta.

Elysia Ornata, un mollusco opistobranchio del gruppo delle Sacoglosse - Raja Ampat.
Foto 4

I colori dei coralli e la vita del reef a Raja Ampat

Ritorniamo in parete tra i coralli che qui sono innumerevoli e dai mille colori (foto 5) (foto 6) e vediamo una palla di pesci che ci osserva immobile intorno a un piccolo scoglio. Sembrano addirittura più curiosi di noi e non si spostano neanche di un millimetro anche quando gli arriviamo veramente vicino per scattare le nostre foto (foto 7).

Tutto intorno a noi già dall’inizio dell’immersione nuotano migliaia di pesci di tutti i tipi e tutti i colori, in particolare un bel branco di Pesci Chirurgo Olivacei (Acanthurus Olivaceus) (foto 8) che ci sta accompagnando, probabilmente, essendo stanziali, non hanno mai visto prima altri subacquei. Si staranno domandando chi siamo e da dove veniamo?!

Coralli molli marroni a balze in primo piano su una barriera corallina colorata con piccoli pesci che nuotano sullo sfondo - Raja Ampat.
Foto 5
Massiccio corallo molle rosso brillante (Dendronephthya) in primo piano, che illumina una sezione della barriera corallina.
Foto 6
Enorme banco di pesci Sweetlips fasciati giallo e nero in fitta aggregazione nell'acqua blu profonda."
Foto 7
Raja Ampat-Branco di pesci Chirurgo Olivacei (Acanthurus Olivaceus).
Foto 8

Mutualismo marino: la stazione di pulizia

Il tempo passa troppo in fretta e incominciamo lentamente a risalire verso il top del reef. Ma intanto incontriamo un piccolo di pesce scatola (Ostracion Cubicus) tipicamente giallo a puntini neri, mentre il maschio adulto cambia completamente colori con sfumature verdi e blu.

Parzialmente nascosto tra i coralli si sta sottoponendo a una intensa pulizia da parte di un Labride Pulitore (Labroides Dimidiatus) (foto 9). Anche questo è in fase giovanile, infatti gli adulti diventano più contrastati con la parte inferiore del corpo bianca o giallastra.

Questo è un esempio perfetto di mutualismo marino, infatti al pesce ospite vengono rimossi parassiti e mucosità mentre il labride ottiene un facile nutrimento senza rischi.

Labride Pulitore (Labroides Dimidiatus) - Raja Ampat.
Foto 9

Il regno degli anemoni e dei pesci pagliaccio

Abbiamo così raggiunto la sommità della secca, un grande pianoro allungato all’incirca a dieci metri di profondità. Sembra il regno degli anemoni, ne vediamo tanti e molto diversi tra loro. Uno dei più belli è un Anemone Magnifico (Heteractis Magnifica) (foto 10). In realtà di solito ha colori più vivaci ma questo è in sofferenza e ha perso le sue alghe simbionti che gli donano colori più vividi.

L’anemone può tuttavia sopravvivere ma diventa più vulnerabile e meno nutrito. Al suo interno vivono dei veri pesci pagliaccio degli anemoni (Premnas Biaculeatus). Questa è una delle simbiosi più conosciute: il pagliaccio è immune ai tentacoli urticanti dell’anemone grazie a un muco protettivo distribuito sulla sua pelle e riceve dall’anemone protezione dai predatori.

Ricambia il favore tenendolo pulito, nutrendolo con avanzi di cibo, tenendo lontani i parassiti e attirando prede tra i tentacoli.

Raja Ampat - Anemone Magnifico (Heteractis Magnifica).
Foto 10

Veri e falsi pesci pagliaccio: come riconoscerli

Poco oltre un altro esemplare di Anemone Magnifico ma questo in perfetta salute si mostra in tutta la sua bellezza con una allegra famiglia di falsi pesci pagliaccio degli anemoni (Amphiprion Ocellaris). (Foto11) Perché veri e falsi? Aspetto e comportamento sono simili.

Le differenze sono sottili ma precise, tra le più evidenti il bordo nero attorno alle macchie bianche è molto marcato nel vero e sottile o mancante nel falso e nel vero abbiamo una o due spine branchiali (la guancia del pesce) che sono assenti nel falso.

Il vero è meno comune, si trova solo in Papua Nuova Guinea, in Australia e nelle isole Salomone mentre il falso più comune lo troviamo in tutto l’Indo-Pacifico.

Falsi pesci pagliaccio degli anemoni (Amphiprion Ocellaris).
Foto 11

Il raro Anemone a Bulbo rosa a Raja Ampat

Ancora un’altra sorpresa, un Anemone a Bulbo rosa (Entacmaea Quadricolor) (foto 12). Questo anemone ha colori che variano moltissimo dal verde al marrone fino al più raro rosa.

Quest’ultimo colore non è dovuto a sofferenza dell’anemone o a sbancamento ma è segno di ottima salute e della presenza di zooxantelle pigmentate al suo interno dove vive anche una famiglia di veri pagliacci.

Raja Ampat - Anemone a Bulbo rosa (Entacmaea Quadricolor).
Foto 12

L’incredibile incontro con la manta

Siamo alla fine, mentre ci prepariamo per la tappa di sicurezza ecco improvvisamente apparire una manta (Manta Alfredi) (foto 13) che incomincia a volteggiare sopra una bella formazione di corallo un po’ isolata. Che fortuna! Abbiamo trovato una nuova stazione di pulizia per le mante, una cleaning station, infatti subito vediamo arrivare dei pesci pulitori, persino dei pesci farfalla gialli che incominciano la loro opera di detersione minuziosamente, mentre la manta se ne sta tranquilla aspettando la fine dei lavori e permettendoci diversi scatti e ricordi indelebili.

Questo è veramente uno splendido reef, dove è possibile fare anche più di un’immersione, dedicando molto più tempo alle mante.

Ritorno all’Agusta Resort a Raja Ampat

A malincuore dobbiamo risalire, ci spostiamo lentamente per non infastidire i nostri nuovi amici e lanciato il dsmb, la boetta segnasub, ci fermiamo a cinque metri di profondità per tre minuti e poi via, all’Agusta Resort dove ci attende un ottimo pranzo, un po’ di riposo in piscina nel pomeriggio e una fantastica notturna.

Raja Ampat dove ogni incontro è possibile!

Agusta Eco Resort per la tua vacanza a Raja Ampat

Per informazioni: agustaecoresort.it

Whatsapp: +62 812-2249-4732

Email: resortagusta@gmail.com

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TAGindonesia manta pesci pagliaccio Raja Ampat squalo tappeto Wobbegong
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Marco Montaldo
Marco Montaldo

Marco Montaldo, nato a Torino il 7-2-1956 . Dopo il liceo classico ho conseguito la laurea in Medicina e Chirurgia e la specialità in odontostomatologia. Ho lavorato per sette anni alla Dental clinic dell’ Università di Torino e contemporaneamente nel mio studio privato dove ho continuato la mia professione fino al 2013. La carriera sub . A sei anni ho cominciato a pescare polpi e seppie in apnea con una piccola fiocina a mano e ho continuato fino a quando a 18 anni ( 1974 ) ho fatto il mio primo corso di sub. Avendo già la passione per la fotografia terrestre ( addirittura quando sviluppavo le mie foto trasformavo un bagno di casa in una camera oscura ) nel 1980 ho abbandonato i fucili e ho comprato una Nikonos 2 usata con un flash a lampadine e ho cominciato a dedicarmi alla fotosub. In seguito nel 1986 sono passato ai video subacquei con una Sony scafandrata che sembrava un dirigibile….da allora non ho mai smesso. Ho conseguito vari brevetti di istruttore PADI, SSI, CMAS, CIRSS, ANIS e con altri soci ho fondato la scuola di sub Tritone di Torino. Dal 2014 mi sono trasferito sull’isola di Agusta in Raja Ampat nella Papua Nuova Guinea Indonesiana dove ha costruito l’ Agusta Eco Resort di cui sono il direttore.

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