Chi frequenta il mare per immersioni, snorkeling o apnea entra spesso in contatto con organismi potenzialmente urticanti o lesivi. La maggior parte degli incidenti è lieve, ma è fondamentale riconoscere la causa e sapere come intervenire. Di seguito, una panoramica chiara e concreta sugli infortuni marini più comuni e su cosa fare in ciascun caso.
Punture di medusa
Le punture di medusa sono tra gli incidenti più frequenti in mare. L’intensità dei sintomi varia a seconda della specie e della sensibilità individuale. Dopo aver allontanato la persona dall’acqua, è importante mantenere la calma e rimuovere con delicatezza i tentacoli, utilizzando una pinzetta o un panno. Non si deve usare acqua dolce, che potrebbe attivare ulteriormente le cellule urticanti.
È preferibile risciacquare la parte con aceto, tranne nel caso di contatto con caravelle portoghesi (Physalia physalis), per le quali si consiglia invece acqua di mare tiepida. Per ridurre il dolore, si possono applicare impacchi caldi o freddi. Se i sintomi persistono o peggiorano, è necessario contattare un medico.
Leggi il nostro approfondimento sulle punture di medusa: Scoperto il miglior trattamento contro le punture delle meduse.

Punture di lionfish, scorfano e pesce pietra
Lionfish, scorfano e pesce pietra sono dotati di spine velenose. Le punture di lionfish, seppur dolorose, sono raramente pericolose. Quelle di pesce pietra possono invece richiedere un intervento urgente. Il primo soccorso consiste nell’immergere la parte colpita in acqua molto calda (40-45°C) per almeno 30 minuti: il calore aiuta a disattivare le tossine, che sono termolabili. Se l’immersione non è possibile, è utile un impacco caldo.
Nei casi di sospetta puntura da pesce pietra è importante recarsi il prima possibile in ospedale: esiste un siero antivenom specifico e l’intervento medico tempestivo può ridurre le complicazioni sistemiche.

Ferite da riccio di mare
Le spine dei ricci possono spezzarsi e penetrare in profondità nella pelle, soprattutto se si viene punti camminandoci sopra. La rimozione è complessa, soprattutto se le spine sono vicine a un’articolazione o profondamente conficcate. Evita metodi fai-da-te come schiacciare le spine per accelerarne l’assorbimento: questa pratica può causare infezioni o granulomi. È consigliabile rivolgersi a un medico per una rimozione sicura.
Dopo la rimozione, la parte viene solitamente trattata con succo di limone o disinfettanti delicati e monitorata per evitare infezioni.
Tagli e abrasioni da corallo
I tagli da corallo appaiono spesso superficiali, ma tendono a guarire lentamente e a infettarsi con facilità, specialmente in acque tropicali. È importante risciacquare la ferita con acqua sterile o fisiologica e applicare antisettici come povidone iodio. Si consiglia anche l’uso di una crema antibiotica e una medicazione sterile. Le medicazioni devono essere cambiate regolarmente, evitando di bagnare la ferita per prevenire complicazioni.
In alcuni casi, il contatto con il corallo può provocare reazioni allergiche: è importante monitorare l’area per eventuali segni di arrossamento persistente, prurito o febbre.
Leggi il nostro approfondimento sulle ferite da corallo: Come curare ferite da corallo: consigli per una guarigione rapida

Contatto con corallo di fuoco
Nonostante il nome, il corallo di fuoco non è un vero corallo, ma un idrozoo urticante appartenente al phylum Cnidaria, come le meduse. Il contatto provoca una reazione ritardata, simile a un’ustione chimica, con bruciore e comparsa di rash cutaneo entro 20-30 minuti.
Il trattamento è simile a quello delle meduse: risciacquo con aceto, rimozione di eventuali residui urticanti e, se necessario, applicazione di antidolorifici topici. L’eruzione cutanea può durare diversi giorni; nei casi più fastidiosi, è possibile assumere antistaminici su indicazione medica.
Morsi di animali marini
Sebbene rari, i morsi possono verificarsi se pesci, tartarughe o murene si sentono minacciati. È importante arrestare l’emorragia con una compressione diretta e non rimuovere eventuali garze imbevute di sangue, ma sovrapporre nuovi strati. L’arto va tenuto sollevato per ridurre il gonfiore.
L’ossigeno può essere somministrato solo da personale addestrato. Anche le ferite minori devono essere lavate con cura e tenute asciutte, lontano dall’acqua salata, fino a completa guarigione. In caso di ferite profonde è consigliabile verificare se si è coperti da vaccinazione antitetanica aggiornata.
Conclusione
Conoscere il comportamento degli organismi marini e saper gestire un infortunio in modo tempestivo è parte integrante della preparazione di ogni subacqueo.
Non si tratta di emergenze frequenti, ma di situazioni che, se affrontate in modo corretto, si risolvono senza conseguenze. Per chi pratica attività in mare, è utile seguire corsi specifici di primo soccorso come DAN Basic Life Support o PADI Emergency First Response, che includono moduli dedicati agli incidenti marini.