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Home Senza categoria Progetto BLUE

Progetto BLUE

28/05/2015

Autori: Claudio Di Manao e Cristina Alesii

Il 20 maggio 2005 c’è stato un meeting a Sharm. S’è trattato dell’apertura
ufficiale dei lavori del progetto BLUE
. Tra gli scopi del progetto c’è
quello di studiare il fenomeno della subacquea ricreativa come fenomeno di
massa, con 4 milioni di sub nella UE, ma di questo parleremo in un altro topic,
non appena saranno pubblicati i dati ufficiali su importanti esperimenti,
scoperte etc.

Durante questo meeting, per la prima volta dal 1993 sono stati resi disponibili
(agli addetti ai lavori e non) le statistiche della camera iperbarica di
Sharm
. E’ importante notare che l’Hypermed in tutti questi anni non ha mai
chiuso un solo giorno e che, assicurazioni o meno, non ha mai rifiutato un
trattamento.

E’ emerso quello che tutti noi che viviamo e lavoriamo lì ci aspettavamo, e cioè
un aumento quasi esponenziale dei trattamenti iperbarici, che però si stabilizza
verso la metà del 2004 e primi mesi del 2005. Quest’ultima è una novità che ha
una causa ben precisa: la presenza nelle acque del Search And Rescue Team e l’
addestramento (ad opera del S.A.R.) degli equipaggi alla somministrazione rapida
di O2, hanno fatto sì che molti casi non si risolvessero in un trattamento
iperbarico.

Quello che tutti sapevamo è che questo aumento non è proporzionale al numero dei
subacquei. Infatti, dal 1999 il numero di subacquei in Sharm si stabilizza, per
avere una forte flessione dopo sett. 2001, per poi risalire un poco. Gli
incidenti no, non si fermano: continuano paurosamente a salire. Come se non
bastasse la percentuale degli assicurati sui trattamenti è in diminuzione, e se
nel 1993 – 1995 il ritardo nella somministrazione dell’ossigeno o del
trattamento iperbarico incideva del 3% sul totale, oggi siamo addirittura al 23%
sui casi trattati. Dato stranissimo: la disponibilità d’ossigeno e la
tempestività dei soccorsi in mare sono migliorati nettamente. Questo è purtroppo
un segno evidente che guide e subacquei sono meno in grado, rispetto agli anni
passati, di identificare prontamente i sintomi della MDD.

Le cause, più o meno, sono sempre le stesse: al primo posto c’è la
disidratazione, seguono: l’uso di alcolici, l’errata lettura del computer le
risalite veloci etc.

Stranamente, ci fa notare il relatore, i casi sono distribuiti ‘geograficamente’
nelle aeree dove le condizioni d’immersione (correnti, pareti, mare mosso,
profilo d’immersione) sono più esasperate: Ras Mohammed, Tiran, Thistlegorm. E’
vero che le suddette aree sono le più frequentate, ma è anche vero che (di
nuovo) i casi non rispecchiano proporzionalmente la distribuzione dei subacquei
nelle stesse: la eccedono..

Ras Mohammed è causa di disidratazione? Altera il software dei computers?
No: diciamo pure che in condizioni meno esasperate le stesse cause non avrebbero
avuto… effetto.

Cosa è cambiato dal 1995 a Sharm?

  1. L’abbassamento generale della qualità dei subacquei, sia come
    preparazione pratica che teorica (come per esempio nel mancato
    riconoscimento dei sintomi da MDD, e questo dato coincide con quelli della
    Camera Iperbarica di Roma.)
  2. La promozione da parte dei tour operators e tour leaders in loco di
    Sharm come destinazione dai mille divertimenti (abuso di alcool, mancanza di
    sonno) vittime anche le guide!
  3. La minore esperienza delle guide in seguito all’abbassamento dei
    requisiti minimi da parte di alcune didattiche.
  4. La presenza sul luogo di nuove operazioni con un management inesperto
    riguardo ai problemi ed alle condizioni locali.
  5. La ‘ottimizzazione dei costi ‘ da parte di molti diving di Sharm sia per
    motivi promozionali (guerra dei prezzi) che per l’aumento dei costi
    d’esercizio in loco (barche, affitti, tasse) che comporta:
    a) l’assunzione di guide inesperte, sottopagate o alla pari, alla quale
    viene affidata la gestione dei subacquei anche senza supervisione di anziani
    esperti.
    b) l’incremento del numero di subacquei per guida.
    c) Una forzata elasticità (ma a volte vera e propria incompetenza) nella
    gestione dei subacquei riguardo a check dive e destinazioni rispetto alla
    loro preparazione.

La faccenda è molto semplice: fino al 1998 si andava a letto alle 11 di sera.
C’era il ‘cartello’ dei diving su prezzi e standards da adottare. Si faceva
riferimento alle operazioni più vecchie e solide. Nel 1999 una guida esperta
percepiva anche 48 dollari al giorno di stipendio fisso ( non c’era l’Euro, il
dollaro stava a 2150 Lire) adesso? Anche niente.

Nessun atto d’accusa, solo dati. Nomi e cognomi non sono stati ovviamente
forniti, né lo saranno mai. Un incidente può capitare a tutti, anche nelle
migliori famiglie. Ma conoscere le incidenze statistiche può servire per
migliorare le cose, o ad evitarlo a priori.
Può servire a didattiche e diving center a capire dove si deve porre rimedio,
agli utenti ad avere un panorama migliore della situazione e a non ‘insistere’
su destinazioni per le quali non si è idonei, a curare meglio la propria
preparazione teorico/pratica, alle guide a regolarsi sulla qualità e sulla
responsabilità del loro lavoro.

I casi di riferimento sono 457, dei quali solo 2 non risolti, in quasi dieci
anni. In alta stagione le acque di Sharm ospitano anche 3000 subacquei a
settimana, e si effettuano circa 5000 immersioni al giorno.

Un saluto a tutti.

Mr.T
Ultraviolet

E’ assolutamente vietata la riproduzione, anche
parziale, del testo e delle foto presenti in questo articolo, senza il consenso
dell’autore.


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