Nel vasto e misterioso mondo degli oceani, poche creature riescono a combinare una bellezza ipnotica con una pericolosità letale come il Polpo Mototi. Spesso confuso con il più famoso polpo ad anelli blu, questa specie, pur condividendo le stesse caratteristiche di avvertimento, ha una sua unicità che merita di essere esplorata.
Amphioctopus mototi, noto anche come polpo Mototi, è un mollusco cefalopode della famiglia Octopodidae. E’ una specie di polpo affascinante e relativamente poco conosciuta.
Scoperto nel 1993 dal malacologo Mark Norman, questo cefalopode è notevole per la sua bellezza, ma anche per la sua potenziale velenosità, sebbene non sia letale per l’uomo come il suo parente più famoso, il polpo dagli anelli blu. Il polpo Mototi è di piccole dimensioni, con un corpo che raramente supera i 10 cm. e tentacoli che si estendono fino a circa 20-30 cm. Questa taglia modesta può trarre in inganno, nascondendo la sua letale natura.

Aspetto e habitat
Il suo corpo è di solito di colore marrone chiaro o grigio, ma può cambiare rapidamente colore e texture per mimetizzarsi con l’ambiente circostante, come la sabbia, le rocce e le alghe. Si trova tipicamente tra le barriere coralline e i fondali rocciosi, dove può trovare rifugio in fessure e tane. La sua natura schiva lo rende difficile da avvistare, il polpo Mototi ama la solitudine e la protezione del suo ambiente.
Gli anelli blu: avvertimento aposematico
Il polpo ocellato è caratterizzato da un paio di anelli (ocelli) di colore blu elettrico, dal chiaro avvertimento aposematico. Il segnale è molto simile a quello dei polpi dagli anelli blu (genere Hapalochlaena), che non hanno solo due anelli ma ne hanno il corpo completamente ricoperto. Nonostante in A. mototi gli ocelli siano solo due, si pensa che la funzione di avvertimento sia la stessa. Non è chiaro però se il veleno del polpo ocellato sia letale quanto quello di Hapalochlaena.
Questi anelli sono il suo principale avvertimento contro i predatori. Quando minacciato, il polpo Mototi esegue una spettacolare esposizione di colori: gli anelli si illuminano e diventano più evidenti e il corpo e i tentacoli a volte assumono colorazioni forti, in un chiaro segnale di pericolo.
L’avvertimento aposematico, o aposematismo, è una strategia di difesa che alcuni animali utilizzano, caratterizzata da colori vivaci e appariscenti che segnalano ai predatori la loro tossicità, velenosità o sgradevolezza. Questo fenomeno, come si può osservare anche dalle foto, si verifica anche quando il polpo si sente infastidito dalla presenza di un fotografo.

Comportamento e dieta
Il Polpo Mototi è un predatore notturno e solitario. La sua dieta consiste principalmente di piccoli crostacei, come granchi e gamberi, che caccia e paralizza con il suo veleno prima di consumarli. La sua intelligenza, tipica dei cefalopodi, gli permette di usare strumenti e di navigare abilmente nel suo ambiente per trovare cibo e nascondigli.
Durante il giorno, tende a rimanere nascosto ed esce allo scoperto solo per brevi periodi. La sua natura schiva fa sì che gli incontri con l’uomo siano rari, ma quando avvengono, è fondamentale mantenere la distanza e non tentare di toccarlo o maneggiarlo.
Il veleno: composizione e pericoli
A differenza del polpo dagli anelli blu, il veleno del polpo Mototi non è ben studiato e la sua composizione esatta è ancora in fase di ricerca. Si ritiene che le ghiandole velenifere si trovino nelle ghiandole salivari, come nella maggior parte dei polpi. Il veleno è usato per sottomettere le prede e, sebbene non sia stato documentato un caso di morte umana causata da un morso di Amphioctopus mototi, si sa che può causare dolore, gonfiore e intorpidimento.
È importante sottolineare che il polpo non inietta il veleno con un morso diretto. La tossina si trova nella saliva e viene introdotta nel corpo della vittima attraverso un morso del becco, una struttura dura e affilata simile a quella di un pappagallo. Il morso è spesso indolore ma il suo effetto si manifesta rapidamente, rendendo necessario un intervento medico immediato. Non esiste un antidoto per l’avvelenamento da tetrodotossina. Il primo soccorso consiste nel riscaldare la zona del morso, inoltre occorre agire sul supporto vitale, praticando la respirazione artificiale, fino a quando il veleno non viene metabolizzato dal corpo.

Mimetismo e capacità difensive
Questo polpo è anche famoso per la sua capacità di imitare altri animali marini pericolosi, come il pesce leone o la medusa, in maniera analoga al Mimic Octopus (Thaumoctopus mimicus) e al Wunderpus photogenicus. Questa capacità, nota come mimetismo batesiano, è un’ulteriore strategia per evitare i predatori.
Riproduzione
La riproduzione del polpo Mototi è ancora poco conosciuta, come altri polpi, la femmina depone migliaia di piccole uova che attacca a una superficie rocciosa o all’interno di una tana. Dopo la schiusa, le larve vivono in un periodo planctonico prima di stabilirsi sul fondale marino. A differenza della maggior parte dei polpi, che muoiono poco dopo la riproduzione, alcune prove suggeriscono che la femmina di Amphioctopus mototi potrebbe deporre più di una covata di uova nel corso della sua vita.

Stato di conservazione
Lo stato di conservazione di Amphioctopus mototi non è stato ancora valutato dalla IUCN (Unione Internazionale per la Conservazione della Natura), ciononostante il Polpo Mototi non è considerato una specie a rischio di estinzione. La sua popolazione è stabile e non è soggetta a minacce significative.
Anche immergendosi negli areali dove vive il polpo Mototi, capita raramente di incontralo per cui, nell’occasione, sarà necessario impiegare l’attrezzatura fotografica in uso nel momento. Dovendo fare una riflessione si possono valutare come ottiche adatte al tipo di soggetto, obiettivi macro con focali tra i 50 e i 100 millimetri. Per il sistema di illuminazione è consigliabile l’impiego di due lampeggiatori e di una luce di puntamento.
Bellezza e conservazione
Il Polpo Mototi è una creatura straordinaria che incarna perfettamente il concetto di “bellezza pericolosa”; i suoi anelli blu sono un avvertimento che la natura non va sottovalutata.
La storia del polpo Mototi è un appello alla conservazione, la sua esistenza ci insegna che anche le creature più piccole possono nascondere segreti e meccanismi di sopravvivenza stupefacenti e che la loro protezione è fondamentale per preservare l’equilibrio e la ricchezza del nostro pianeta blu.

Foto e testi di Claudio Ziraldo e Andrea Pivari
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