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M. Marchesi

28/10/2006

Autore: Marco Daturi

Intervista a Monica Marchesi [SSI Italia]

Ti chiediamo una presentazione sintetica per i nostri lettori: chi sei, chi rappresenti e che ruolo hai in azienda?

Mi chiamo Monica. Sono Presidente SSI Italia e, per passione e dedizione il mio lavoro, è spesso a 360°: dalla gestione amministrativa dell’agenzia, alla traduzione dei manuali ai rapporti con la casa madre per intenderci. Una squadra affiatata, qualità didattica, innovazione e affidabilità del servizio sono le mie priorità professionali, un impegno particolare è rivolto a soddisfare le esigenze di tutti i subacquei che scelgono il nostro marchio.

Perchè questa convention Adisub?

Nel 2005 l’associazione ha ideato una Convention annuale per contribuire fattivamente allo sviluppo del settore subacqueo. Un settore in cui l’istruttore e, ovviamente, il divemaster, sono tra le componenti più importanti. Un incontro annuale dedicato alla didattica garantisce quindi attenzione totale e un momento utilissimo per ritrovarsi a quattr’occhi e scambiare punti di vista e opinioni importanti in modo concreto e costruttivo. Non solo, tramite la convention annuale, l’associazione cerca di dare ulteriore visibilità e credito all’immersione ricreativa moderna e ai suoi praticanti anche al di fuori del proprio settore e davanti alle Istituzioni.

La subacquea sta cambiando?

L’evoluzione di didattica e attrezzature è tangibile, se i primi subacquei erano pionieri in solitaria chi si immerge nel XXI secolo gode del supporto costante di tecniche e materiali all’avanguardia. Con l’autostudio e un percorso didattico tagliato su misura alle esigenze dell’allievo, abbiamo reso semplice e chiaro l’apprendimento, garantito il divertimento e risolto problemi come la difficoltà di inserire un corso tra gli impegni quotidiani. Una nota importante: con Decompression e Trimix si entra nel mondo della subacquea tecnica, ciò non accade invece con Nitrox e Semiclosed Rebreather, la vera evoluzione della ricreativa, il mercato che maggiormente rappresentiamo. Non a caso sono entrambi molto richiesti e riguardo agli SCR abbiamo una collaborazione con BDK Sport per la distribuzione esclusiva in Italia dell’Azimuth e del nuovo UBS 40, gli unici due SCR italiani certificati CE.

Che ruolo hanno le donne nella subacquea italiana?

Circa il 20% dei sub italiani è donna. Questo intuitivamente può suggerire due cose: molta strada c’è ancora fare e…spazio alle single! ..Al di là dell’ironia, i nostri numeri confermano che si tratta per lo più di una questione legata al fattore tempo: dati alla mano, d’estate o in vacanza, quando c’è più tempo a disposizione, le donne si immergono eccome! ..Un aspetto che mi piace poi sempre ricordare è che alcune caratteristiche femminili, penso alla razionalità o al forte senso di responsabilità, sono decisamente adatte ad una buona attività subacquea. Secondo me, nella fase di apprendimento soprattutto, l’approccio di una donna, che io chiamo “del capire” rispetto a quello più maschile “del fare”, è decisivo per diventare bravi subacquei. Intendiamoci, un bravo sub è un bravo sub senza distinzioni di sesso, ma credo che se il mondo delle immersioni è essenzialmente maschile è più per tradizione che per eventuale incapacità del gentil sesso. Inoltre, il senso con cui una donna sente la responsabilità del ruolo è davvero straordinario. Ho visto pochissime donne presentarsi impreparate ad una valutazione, nulla è lasciato al caso.

La presenza di testimonial VIP del mondo dello spettacolo, come per esempio le Veline, potrebbe dare un maggiore slancio alla subacquea italiana e farla diventare un hobby più popolare?

Nell’immaginario collettivo temo che fare immersioni non sia affatto il divertente turismo subacqueo che noi tutti pratichiamo, ma ancora l’attività per duri e puri degli esordi di Cousteau. E’ difficile in queste condizioni creare delle mode. Coinvolgere personaggi dello spettacolo può essere una ricetta interessante che credo abbia già dato buoni frutti in altri settori. Parlando di testimonial ritengo però che dovremmo riferirci soprattutto alla loro credibilità: per essere convincenti penso si dovrebbe parlare di reali appassionati. Un esempio chiaro ci viene dal golf. E’ uno sport di nicchia che sta diffondendosi sempre più non certo per la presenza di veline, schedine o sirenette. Penso che sia anche perchè i cosiddetti “VIP” ne parlano e lo praticano sempre più spesso con vivo entusiasmo. Nel nostro settore ci stiamo già provando con un subacqueo appassionato, Luca Ward, attore e doppiatore del cinema italiano noto al grande pubblico per esser stato il Duca Ranieri in “Elisa di Rivombrosa” e per aver prestato voce al “Gladiatore” Russel Crowe.

Cosa diresti a una ragazza che si vuole avvicinare a questo hobby ma lo ritiene troppo faticoso?

Come ho detto, la subacquea si adatta bene ad alcune caratteristiche femminili. A chi pensasse alla fatica aggiungerei semplicemente che è fuori strada. La subacquea di cui parliamo è “ricreativa”, si pratica cioè per divertimento. Oggi imparare ad immergersi è qualcosa che si fa con il cervello, non con i muscoli.. Per prendere un brevetto subacqueo riconosciuto RSTC buone condizioni di salute sono essenziali, è ovvio, ma in acqua quello che conta è soprattutto la preparazione, l’acquaticità – il comfort con cui ci si immerge – certamente non la forza. Consentitemi una battuta, non troppo lontana dalla verità, invero: ciò che, forse, risente più di un’attività costante è la messa in piega…Ma dai nuovi incontri, alla gioia del superamento del corso, dall’organizzazione delle uscite e al viaggio, dalla maggiore consapevolezza del proprio corpo alla magia dell’assenza di peso, tutto nella subacquea ricreativa è svago, relax e divertimento. ..Per non parlare poi a chi cerca il “contatto” con la natura o il fascino dell’immersione…sono sensazioni sempre incredibili! ..E non dimentichiamoci che da hobby la subacquea può diventare anche un gratificante lavoro! Io, che quando ho iniziato cercavo soprattutto un modo insolito e affascinante per passare l’inverno, non ho più smesso! ..E allora si che si faceva fatica: SSI e le didattiche americane dovevano ancora arrivare in Italia!

Ringraziamo Monica per la disponibilità.

E’ assolutamente vietata la riproduzione, anche parziale, del testo e delle foto presenti in questo articolo, senza il consenso dell’autore.


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Un commento su “M. Marchesi”

  1. AvatarPaolo Ronchi 03/04/2020 at 15:40

    Ciao Monica, sono un vecchio sub, nel mio primo brevetto (1986 😪) , c’è scritto instr.17358 Marchesi Monica! Quanti ricordi ! È bello averti ritrovata anche se ora non mi immergo più rimpiango i bei momenti passati insieme a te,Pepoli e tutti gli altri ragazzi a Capraia. Un abbraccio!

    Reply ↓

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