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Home Blog Lago d’Iseo: Citizen Science, il Ritorno
lago d'iseo

Lago d’Iseo: Citizen Science, il Ritorno

01/07/2021

Lago d’Iseo. Questa volta, incominciamo dal “Riassunto “ costellato da bei paroloni apparentemente senza senso, quasi un ….”politichese avanzato”, ma alla fine però un po’ il tutto si è concretizzato, ed anche molto semplicemente !

“ Sinergia dei movimenti…Studio e simulazione di un modello matematico e possibile  verifica in immersione di quanto  forse già accaduto in passato; collaborazione e joint-venture  tra vari team alla ricerca di una risposta soddisfacente riguardo una tematica alquanto complessa e dibattuta su varie piattaforme  ”

….Wowwww …!!! Ma che cosa è veramente successo ?

Tutto parte come al solito da una “mente” che propone al “braccio” di effettuare una operazione , e se quest’ultima è legata alla passione per la subacquea…..beh allora si sfonda una porta aperta.

La “mente “ dalla quale è scaturita la scintilla iniziale, è l’inossidabile Ing. Marco Pilotti , già conosciuto su queste pagine lo scorso 2019 (vedi articolo : Secca Pilotti, Lago D’Iseo: la secca ritrovata – Subacquea e Scienza , connubio perfetto) profondo amante e conoscitore del Lago D’Iseo, docente alla Università di Brescia ,il quale avendo fatto studi avanzati sulla possibile evoluzione della frana sopra Tavernola Bergamasca, è venuto a conoscenza di alcuni fatti storici per altro possibilmente utilissimi per il caso in questione.

lago d'iseo

Leggendo tra i suoi testi,  reperibili in rete,  cito testuali parole  che lasciano abbastanza stupiti ed incuriositi …

lago d'iseo

” La recente notizia di una frana in evoluzione a Tavernola implica problemi di grande portata sociale ed economica. In realtà non è certo la prima volta che un evento del genere interessa il lago d’Iseo.  Nel 1661 lo storico Donato Calvi descrisse un evento che accadde il 20 di Marzo, così scrivendo:”cadè da un monte mezzo miglio discosto nel vicino lago, tanto vasto pezzo di rupe sassosa, che causò più gran rumore di qual si voglia fiero tuono, ò terribil terremoto. Si posero i popoli di Castre in fuga, quelli di Lovere, Pisogni e altre terre alla gran furia del lago atterriti rimasero, e il rumore dell’acqua, fù per diciotto miglia longi sentito. Si sconvolsero de pescatori le barche, e molti ne rimasero affogati sembrando volesse il mondo tutto subissare”.

Proseguendo, Il Pilotti scrive che” il possibile ripetersi di tali eventi,  aggravati dal livello di esposizione attuale sulla sponde del lago, ci porta ad interrogarci ulteriormente su come l’ingegneria idraulica possa fornire un contributo alla loro soluzione. In tale direzione, una volta definito dai geologi lo scenario di frana (quali volumi cadranno, con quali tempistiche e con quali modalità di caduta) la valutazione dell’impatto sulla comunità sebina passa attraverso alcuni passi fondamentali, dallo  studiare l’impatto sul lago nell’intorno del punto di caduta (near field); dal quantificare le modalità con le quali le onde causate dalla caduta si propagheranno sulla rimanente parte del lago (far field), fino ad arrivare ai diversi punti della riva; e quantificare come ciascun paese sarà eventualmente allagato dalle onde che lo investiranno.

lago d'iseo

In questo frangente, però lasciamo al lettore la curiosità di andare a leggere in rete, quello che succede se usi correttamente le “equazioni esponenziali” (tranquilli… non fanno male mi dicono..!!) e quanto studiato  dal team dell’Università di Brescia su questo tipo di problematica, dove veramente il modello matematico prende forma con una interessantissima simulazione video . Provare per credere.

Ma allora , quando arrivano i subacquei ????? Ma….ECCOCI !!!!

Partiti da Riva di Solto sotto un sole cocente con il mitico Centurione quale mezzo di trasporto , abbiamo attraversato trasversalmente il lago, arrivando poco più a nord, al sito chiamato “Punta delle croci bresciane” proprio dove in mappa si vede un grande sperone della montagna che si insinua nel lago .

lago d'iseo

“Il braccio “ …sotto la vigile osservazione dell’ing. Pilotti, grazie a Dario Niccolai nelle vesti di nostromo della scuola SubMania , guidato da Fabio Carrara, Marco Rubagotti, e Roberto Leoni della Mediterraneo Divers assieme al sottoscritto dell’Hundred Trimix Team Explorers, con il supporto di Roberto Bergamini, si è immerso alla ricerca della frana del 1661.

Una immersione multilivello ha caratterizzato questa uscita, e perdendo quota , man mano che acquistavamo profondità, si è intuito benissimo che la nostra discesa era sostanzialmente sopra una grande franata di materiale mosso, ora ricoperto da fango, avente comunque una buona inclinazione, ma sostanzialmente priva di roccia se non con qualche masso semisommerso da terra .

Mentre veniva prelevato un campione di fango alla quota di 35 mt, a 76 mt invece trovavamo del materiale colorato a macchie azzurrine  che subito abbiamo inserito nel barattolino predisposto .

La nostra immersione a questa quota , in perfetta sicurezza grazie alla respirazione di appropriate  miscele ternarie, proseguiva per qualche minuto di fondo per poi ritornare alle varie quote deco , proseguendo verso nord. Molto interessante un punto in particolare, dove alla quota di circa 50 mt, staccandosi sufficientemente dalla parete, e guardando di fronte la montagna sommersa, ci si accorgeva di una linea ipotetica molto netta, dove  a destra verso sud si lasciava la franata appena percorsa , mentre a sinistra quindi a nord , si presentava una bella parete di roccia pulita e verticale .  E così proseguendo , pinneggiando verso nord, trovavamo solo roccia molto verticale e niente più fango .

Ora, noi non siamo in grado se far coincidere  quello che successe nel ‘600 con quello che abbiamo visto, solo che ci appare strano che sebbene questo sperone di roccia a nord abbia batimetriche ravvicinate con roccia e ottime profondità , leggermente a sud la roccia sia inesistente . Secondo il nostro umile avviso, il Donati ha centrato l’evento proprio in questa zona .

lago d'iseo

Forse, ancora una volta l’opera di semplici appassionati , può dare un piccolo contributo alla conoscenza scientifica del luogo dove si opera; comunque sia, la storia ci insegna sempre, e grazie alle moderne tecniche di studio e valutazione, certe problematiche sicuramente possono essere valutate ed affrontate in modo nettamente diverso …(ooopppsss… sono ricaduto nel politichese!!! aahhhh


TAGfrana lago d'iseo università di brescia
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Carlo Roncoroni
Carlo Roncoroni

Carlo Roncoroni è un subacqueo tecnico e autore, con una lunga esperienza in immersioni profonde e con miscele come il trimix. Ha firmato diversi articoli per ScubaZone, dedicandosi a tematiche di esplorazione, ambienti lacustri e subacquea tecnica. Condivide gran parte delle sue immersioni con Ivan Rolli, amico e compagno di immersioni, con cui esplora e documenta ambienti spesso poco conosciuti. Insieme portano avanti una visione della subacquea fatta di ricerca, avventura, preparazione e rispetto per l’ambiente.

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