Un viaggio alle Galapagos è molto più di una semplice crociera subacquea: è l’incontro con un mondo primordiale, dove la natura detta ancora le regole e ogni immersione diventa un’esperienza unica.
Circa venti ore, fra voli e attese in aeroporto, è il prezzo da pagare per raggiungere il paradiso. Volo da Venezia ad Amsterdam, poi Guayaquil, con una sosta forzata a Quito che, tra discesa e risalita, ci fa accumulare quasi un’ora di ritardo. Poco male: l’entusiasmo è troppo forte per dar spazio alla stanchezza.

Galaxy Diver II: la base operativa della crociera subacquea
L’arrivo sull’arcipelago è stato come varcare la soglia di un sogno atteso da una vita. Il caldo ci abbraccia in un benvenuto silenzioso ma eloquente e in pochi minuti raggiungiamo il punto d’imbarco dove ci attende il Galaxy Diver II, la nostra casa galleggiante per la settimana.
Lo yacht, elegante, funzionale e appena ristrutturato, con spazi diving ben organizzati e cabine accoglienti ci ha dato un’ottima impressione sin dal primo sguardo, pronto a condurci in alcuni dei siti di immersione più iconici del pianeta.

Prime immersioni a Santa Cruz: ambientamento e primi segnali
I primi tuffi per la check-dive e di ambientamento nelle acque di Santa Cruz non sono stati entusiasmanti: fondali anonimi e poca fauna, eccezion fatta per qualche formazione rocciosa dove il coralligeno porta un po’ di colore. La svolta arriva sul finale della seconda immersione, con un pinna bianca e un pinna nera che si muovono furtivi nella penombra dei massi; poi improvviso un grosso trigone compare dal nulla, planando lento, mentre murene di notevoli dimensioni e la frenesia del pesce di barriera come chirurgo, pappagalli e fucilieri ci strappano un gradito sorriso nel boccaglio.
Briefing serale e aspettative: squali martello all’orizzonte
La sera, dopo cena, ci viene presentato tutto l’equipaggio, compresi gli chef di bordo che già raccolgono i primi applausi. Segue il briefing serale che conferma ciò che speravamo: ci aspettano incontri ravvicinati con gli squali martello, e non solo. L’adrenalina sale. L’arcipelago sta iniziando a svelare la sua anima profonda.

Wolf Island: correnti estreme e concentrazione di squali
A Wolf, infatti, tutto cambia. L’isola è bellissima vista dalla barca, con pareti scoscese a precipizio imbiancate dal guano di sule, fregate, e altri uccelli non identificati. Ci immergeremo nei siti di Shark Bay e Land Slide, simili tra loro per morfologia dei fondali.
La corrente è violenta, ma le ricompense sono impagabili. In pochi minuti ci troviamo circondati da decine di squali martello (Carcharhinus galapagensis) che nuotano maestosi tra banchi di dentici e carangidi, sfiorati da tonni e tartarughe in lotta con le correnti. È uno spettacolo ipnotico, che lascia senza parole. Riemergiamo entusiasti, consapevoli di aver vissuto uno di quei momenti che resteranno per sempre.

Immersioni subacquee a Darwin Island: dorsali, falesie e incontri ravvicinati
Darwin ci accoglie con alte falesie verdeggianti dove nidificano migliaia di uccelli e con ciò che resta del celebre arco crollato anni fa. Le immersioni si svolgono lungo una dorsale popolata ancora una volta da squali martello, che appaiono puntuali ad ogni discesa, anche se più timidi rispetto al giorno precedente. La visibilità, purtroppo, non ci aiuta: le fotografie risultano difficili, i contrasti sfumati, ma la suggestione rimane intatta. Ogni immersione è una nuova occasione per osservare queste creature nel loro habitat, insieme ad aquile di mare, barracuda, tonni mentre fra le asperità rocciose nuotano freneticamente banchi di pesci chirurgo, trombetta, murene e diverse specie endemiche del luogo.
Il giorno seguente replichiamo le immersioni a Darwin: quattro tuffi carichi di aspettative, e ancora una volta i carcarinidi rispondono presenti. Ma la sorpresa arriva su un pianoro sabbioso, dove li avvistiamo numerosi in profondità, più chiari, più vicini. Il loro passaggio silenzioso e sinuoso è poesia pura.
Ultimo tuffo a Wolf: massi ciclopici e grandi predatori
Torniamo poi a Wolf per un’ultima straordinaria immersione tra massi ciclopici, otarie giocherellone e il solito fiume di martello impossibili da contare in un solo sguardo, a cui si aggiungono grossi squali Galapagos, riconoscibili per la linea affusolata e la stazza importante e un imponente squalo tigre avvistato dal secondo gruppo. La corrente è forte, ma l’adrenalina ci fa dimenticare il freddo e la fatica. Quando risaliamo, il sorriso è lo stesso del primo giorno, ma gli occhi sono pieni di immagini che difficilmente lasceranno spazio ad altro.

Fernandina e Cabo Douglas: immersioni fredde e naturalistiche
Il viaggio prosegue verso l’isola di Fernandina, dove ci attende una sfida imprevista: l’acqua scende fino a 14-15 gradi a Cabo Douglas, e molti del gruppo devono risalire per ipotermia. Ci avviciniamo alla costa e in pochi minuti il paesaggio subacqueo si trasforma. Le acque fredde, ora più sopportabili, ospitano creature uniche: tartarughe, otarie, gorgonie e spugne policrome, e poi le straordinarie iguane marine, che si nutrono sul fondo in un balletto lento e preistorico. È un’immersione diversa, più naturalistica, che ci regala emozioni autentiche.

Punta Vicente Roca: paesaggi vulcanici e specie iconiche
A Punta Vicente Roca ci immergiamo in acque lattiginose in superficie, ma limpide a partire dai -10 metri. Scendiamo fino a -27, in un paesaggio surreale: pareti vulcaniche tappezzate da foreste di gorgonie di ogni colore, fenditure scolpite dal tempo. Avvistiamo in lontananza i mola mola, mentre un cormorano ci sfila accanto sott’acqua, veloce come una freccia. In superficie, su uno scoglio, un piccolo pinguino delle Galapagos si scalda al sole accanto a due cormorani. È un’immagine perfetta per raccontare la diversità incredibile di queste isole.
L’’ultima immersione avviene a Cousins Rock, un minuscolo pinnacolo roccioso che emerge dall’acqua sulla costa nord-orientale dell’isola di Santiago, tra corallo nero, barracuda, aquile di mare e squali pinna bianca nascosti tra gli anfratti vulcanici. Avvistiamo anche alcune mobule in lontananza, che si mantengono a distanza, ma poco importa: il bilancio è più che positivo.
Rientro a terra: tartarughe giganti e attraversamento dell’equatore
Di ritorno a bordo, l’atmosfera è quella un po’ malinconica di chi sa che sta per concludersi qualcosa di irripetibile. Dopo il pranzo, ci attende l’ultima escursione: la visita al Parco delle Tartarughe Giganti, un altro momento magico per chi ama la natura in tutte le sue forme.
A bordo, il personale, sempre impeccabile, ci regala una festa per l’attraversamento della linea dell’equatore, con giochi sul sundeck, risate e la consegna degli attestati di partecipazione. Una celebrazione simbolica che chiude nel modo migliore una settimana intensa, faticosa, ma straordinaria.
Foto di © Renato la Grassa

Galapagos e subacquea: quando la preparazione fa la differenza
Le Galapagos non sono solo un luogo da esplorare: sono un viaggio nella meraviglia, nell’intimo legame tra l’uomo e il mare. Questo viaggio ha superato ogni aspettativa, anche grazie alla visione e alla professionalità di Mete Subacque, che con un anno di preparazione ha trasformato un sogno lontano in una realtà da vivere a pieni polmoni, un respiro alla volta.
Mete Subacque, Il Tour Operator specialista in SOGNI BLU
Mete Subacque è un marchio creato da subacquei professionisti e operatori turistici che lavorano da anni nel settore ma che soprattutto viaggiano e si immergono per il proprio personale piacere. Vogliamo comunicarvi la nostra passione per questo fantastico “Pianeta Blu” e condividerla con Voi accompagnandovi in luoghi paradisiaci di rara bellezza.
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Galleria fotografica del viaggio alle Galapagos con Mete Subacque

























