Un istinto primordiale: l’esplorazione subacquea in quota
In tutti noi è radicato un istinto primordiale, quello della scoperta, dell’esplorazione, e come si fa a non essere attratti dal raggiungere quel luogo per immergersi dove due colossi della natura, montagna e acqua, fanno a braccio di ferro a suon di pressione. Se ci si pensa è proprio così più sali in alto di quota più la pressione cala ma l’acqua nei suoi laghi glaciali, sorgivi impone la sua pressione, ed è proprio lì in altitudine avviene questo affascinante contrasto della fisica.

Il lago di Antermoia, gemma blu delle Dolomiti
Dolomiti, una roccaforte naturale di bellezza infinita, nel suo cuore brilla incastonato in una culla di masse rocciose di dolomia con un colore blu profondo il lago di Antermoia, di origine glaciale e sorgivo.
Il lago di Antermoia è il lago più alto di quota delle Dolomiti, e anche il più distante dal primo centro abitato di valle, tutto questo è fascino esplorativo e ne nasce l’idea di andare la e immergersi, semplicemente ma profondamente perché è la!

Il team e la preparazione della spedizione
Siamo un team di 6 istruttore subacquei di Lugo di Romagna della scuola Sub Nautilus che decide di mettere in moto una macchina logistica non indifferente per poter assicurare le condizioni per realizzare un’immersione esplorativa nelle gelide acque del lago di Antermoia.
Il lago di Antermoia si trova a una altitudine di 2500 metri, e per raggiungere le sue acque sono richieste parecchie ore di cammino a piedi (unico modo per raggiungerlo).
Con pazienza e dedizione raccogliamo dati informativi e logistici, contatti sul campo, luoghi per bivaccare al caldo e tutto quanto necessario per il trasporto del materiale subacqueo e personale da trekking considerando anche le condizioni autunnali da affrontare.
L’avvicinamento al campo base
Affrontiamo 4 ore di auto per poter raggiungere la Val di Fassa facendo arrivo al campo base ovvero il paese di Campitello di Fassa, da qui le nostre auto non possono andare oltre, sono luoghi molto intensi queste valli dolomitiche in cui bisogno saperci entrare non da turisti ma da umili ospiti ed è proprio con questa umiltà da esploratori che la valle apre le sue risorse.
Ad esempio un furgone navetta che da dove lasciamo le auto caricandoci tutto il materiale a un orario preventivo al solito ad uso dei turisti ci trasporta dalla valle fino alla quota di 1880 metri al campo base avanzato, il Rifugio Micheluzzi, andando ancora oltre per poterci aiutare fin dove si può.
L’ascesa verso il lago di Antermoia
Alle ore 7:50 AM dopo 4 ore di auto dalle nostre abitazioni in pianura ci troviamo a quota 1900 metri con una temperatura dell’aria di -4 ° a iniziare ad armare con tutto il materiale due nostri carrelli a 4 ruote gommate studiati da noi stessi per poter essere trainati e spinti lungo il sentiero impervio fino a una stazione a valle di una teleferica, e dobbiamo fare presto perché la teleferica in ausilio solamente per l’approvvigionamento del rifugio Antermoia ( nostro rifugio e bivacco accanto all’omonimo lago ) parte alle ore 9:30.
La dedizione al progetto e un sopralluogo preventivo sul campo ha fatto si che ci venisse concessa dal gestore del rifugio la possibilità di utilizzo del tiro in quota del materiale attraverso la teleferica.
Con zaini in spalla da 25 kg ognuno, spingendo e trainando i due carrelli gommati raggiungiamo con uno sforzo notevole la teleferica alle ore 9:00 AM.
Carichiamo la teleferica con tutto il materiale pesante e alleggerendo per quel che si può gli zaini, la teleferica parte e noi pian piano affrontiamo le 3 ore di salita fino al Passo de Dona dove oltre a vedere la stazione a monte di arrivo della teleferica si mostra anche il rifugio Antermoia in tutta la sua bellezza.
Il rifugista Martin con un Quad ha già provveduto a stoccare tutto il nostro materiale pesante dalla stazione teleferica fino al rifugio attraverso un sentiero molto ardito per un mezzo motorizzato gommato. Il nostro carico pesante consisteva in:
• 3 bombole in alluminio S40
• 2 bombole in alluminio S80
• 1 bombola in alluminio da 7 litri
• Circa 10 kg di piombo a testa
• Mute stagne e sottomute
• Pinne tecniche
• Gav leggeri e gav adattati e minimizzati
• Primi stadi, secondo stadi, manometri e tutta quanto il necessario come dotazioni personali per una immersione in acque gelide

L’immersione nel lago Antermoia delle Dolomiti
Raggiungiamo il Rifugio Antermoia a quota 2500 metri dove a un centinaio di metri distante insiste l’omonimo lago, ovvero il nostro obbiettivo.
L’accogliente rifugio ci fa da campo dove pernottiamo al caldo e possiamo mangiare e riposare, nella stessa giornata eseguiamo un sopralluogo al lago congiunto scegliendo e concordando il punto dove immergerci e la logistica per spostare il materiale a bordo lago.
La mattina seguente alle ore 9:55 con una temperatura dell’aria di -4 ° e una temperatura dell’acqua del lago di 3° noi tutti e sei ci immergiamo e iniziamo a esplorare il lago trovando un fondale piatto, un letto di limo misto a polvere di roccia depositata con la presenza rada di rocce di piccole dimensioni. L’immersione rileva una profondità non superiore ai 3,5 metri (periodo di capienza minima del bacino glaciale) una visibilità scarsa e migliore al centro lago, una temperatura non superiore ai 3° e una durata di immersione di 25 minuti.
Le osservazioni e la conclusione dell’esplorazione
Usciamo dall’immersione con il prezioso aiuto di terra che ci ha accompagnato e supportato in tutte le fasi della spedizione contenti, affascinati, infreddoliti e rigidi causa il gelo sottacqua e fuori dall’acqua, ci portiamo con noi la condivisione da team subacqueo di una grande avventura esplorativa che non aveva nessun obbiettivo specifico se non quello di riuscire a vedere il fondo di un lago guardato e visitato e fotografato da migliaia di trekker ogni anno, ma che sicuramente nessuno aveva guardato con attenzione ciò che poteva nascondere sul fondale.
Rileviamo la presenza strana e di ancora dubbia origine di buchi nel fondale limoso, buchi di diametro non superiore a un paio di centimetri disseminati senza una trama precisa sul fondale, un interessante motivo per capire le origini e per poterci ritornare con un obbiettivo ancora più specifico di studio.
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Il team della spedizione Antermoia Expedition 2025
La Antermoia Expedition 2025 è stata portata a termine da un gruppo di istruttori subacquei della scuola Sub Nautilus di Lugo di Romagna, uniti dall’obiettivo di realizzare un’immersione esplorativa in alta quota nel cuore delle Dolomiti.
Team istruttori Sub Antermoia Expedition 2025:
Davide Bubani, Filippo Balsamo, Andrea Masironi, Michele La Rosa, Brando Tuberosa, Mattia Belloni.
Supporto a terra e media:
Federica Berti.
Tutti i membri del team sono istruttori PADI e hanno contribuito in modo determinante alla riuscita della spedizione, dalle fasi logistiche al lavoro di documentazione.
Scuola Sub Nautilus – Lugo di Romagna
Per conoscere le attività e i corsi della scuola Sub Nautilus: subnautilus