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Home Articoli Ghiaccio – Lavarone

Ghiaccio – Lavarone

26/02/2005

Autore: Andrea Piccagli

Il ghiaccio caldo………

La subacquea ci regala ambienti che sanno emozionarci, stupirci, affascinarci e darci anche quel leggero brivido di paura. In queste righe vi racconterò come dopo 17 anni di immersioni riesce sempre a riservarmi esperienze uniche ed emozionanti.
Vi sto parlando della fantastica esperienza fatta nel ventennale dello stage sotto i ghiacci promosso dall’ANIS nella ridente cittadina di Lavarone (TN).
Quante volte mi sono immerso, esplorando nuovi ambienti e nuove secche, ma mai ero sceso sotto i ghiacci a vedere la calotta glaciale. Quest’anno ho avuto questa possibilità, e mi sono presentato al foro d’entrata in acqua emozionato come se fosse stata la prima volta che mi immergevo.
Un brivido gelido mi percorreva la schiena, era un brivido di freddo misto a paura che mi ricordava di essere vivo e ciò accresceva la mia emozione e la voglia di immergermi, ma prima del tuffo voglio tornare in dietro e raccontarvi delle mie impressioni fin dall’arrivo sul posto.

Arriviamo a Lavarone dopo qualche ora di viaggio, occupiamo la camera ci incontriamo con gli amici, Mario Elvira e Sara per andare al ristorante dove mangiamo i piatti tipici locali dai nomi più strani accompagnati da un vino locale.
Terminato il pranzo, ci prepariamo per andare allo stage teorico, l’appuntamento è per le 15.30.
Inizia con la spiegazione delle immersioni in altitudine (con vari accenni sulla differenza di pressione atmosferica), considerando quindi tutti quei parametri che sono influenzati dalla pressione, modificando alcuni comportamenti abituali tipo il tempo di adattamento attraverso il quale si considera immersione singola quella effettuata successivamente alle 48 ore dall’arrivo sul posto, la velocità di risalita e le tappe di decompressione (qualora ce ne fosse bisogno) passando successivamente all’immersione sotto i ghiacci rimarcando più volte il concetto della sicurezza nell’immersione e i segni concordati col personale di superficie a supporto.
L’immersione si sarebbe svolta in tutta sicurezza rimanendo vincolati, attraverso una cima, a personale della Polizia di Stato, dei Carabinieri o della Guardia Costiera.
Il Medico ci spiega i meccanismi corporei che segnalano il freddo, e i vari incidenti che possono verificarsi con i corretti metodi risolutivi. Terminato l’aspetto tecnico dell’immersione sotto i ghiacci ci fermiamo per una breve pausa, rifocillandoci al buffet, offerto dall’organizzazione, con gradite bevande calde vista la temperatura “glaciale”.
Al nostro rientro, si sono svolti gli onori di casa con la presentazione e l’anticipato ringraziamento a tutto il personale che ci avrebbe prestato ausilio Polizia di Stato, Carabinieri, Croce Rossa Italiana, Protezione Civile, la Guardia Costiera, etc. Sono state, anche, premiati con una bellissima targa i Team, le Associazioni, e le Scuole, che partecipano con entusiasmo a questo Satge.

Si conclude il pomeriggio con un caloroso applauso e l’annuncio da parte dell’Amministrazione Comunale di una serata offerta in nostro onore, presso una discoteca locale. Finita la conferenza tutti a Cena, e per quanto mi riguarda poco dopo a ninna.

La mattina, sbircio il termometro e vedo che siamo a -8 °C, Io Mario e Antonello ci prepariamo per l’immersione, memori dei consigli del pomeriggio precedente. Ci rechiamo al sito delle immersioni dove per la quantità dei subacquei erano state apportati cinque fori d’entrata nel ghiaccio, i quali avevano uno spessore tra i 50/60 cm.
Ci prepariamo, ci vestiamo, diamo un’ultima occhiata alle attrezzature e attendiamo il nostro turno.
Mentre aspetto mi assalgono diversi dubbi, mi chiedo “ma chi me lo fa fare”,…….. fa troppo freddo e se poi mi capita questo.. ….e se mi capita quello, mentre sto facendo un passo indietro per andarmi a cambiare arriva il mio turno, un brivido freddo misto a paura ed eccitazione mi scorre lungo la schiena, ma ormai ho fatto tanta strada………………

Mario, il mio compagno d’immersione, ed io veniamo vincolati ognuno ad una cima, i carabinieri ci ricordano i segnali, mettiamo l’erogatore in bocca, ci diamo l’ok e pronti per il tuffo.
Entro in acqua ed ho la prima sorpresa, rispetto all’esterno è caldo, non ho alcun fastidio sul viso, nel frattempo ho davanti lo spessore del ghiaccio, è bellissimo ho negli occhi ancora la sua immagine ha una parte bianca superiore che non fa filtrare nulla ed una parte inferiore trasparente attraverso la quale riesco a vedere, un altro cenno d’intesa con Mario e siamo pronti ad immergerci, mi si para davanti gli occhi uno spettacolo idilliaco è fantastico il tempo si è fermato, sono riportato alla realtà da un segnale dalla superficie, rispondo con l’ok e proseguo mi giro sul dorso verso la calotta ghiacciata e la cosa è sempre più estasiante il ghiaccio è attraversato da una luce particolare di colore “blu ghiaccio”, mi sto perdendo nel tempo non sento né il freddo né la stanchezza, sento il mio respiro che si ferma lì con me e vedo le bolle che proseguendo verso la superficie sono bloccate dal ghiaccio ed è come se proseguissero l’immersione con me, fanno un tragitto particolare, sembra che vogliano cercare a tutti i costi l’uscita, mentre le seguo scorgo nel ghiaccio diverse cose, piante e insetti, a questo punto decido di fare una puntata sul fondo uno sguardo con Mario, il relativo segnale e scendiamo, raggiungiamo gli “abissi” del lago, -08 metri, tutto sembra in letargo.

La visibilità non è il massimo, sicuramente dovuto al fatto che ci avevano preceduto150 subacquei, torniamo verso la “superficie” e negli ultimi metri alzo il braccio fino a toccare il ghiaccio, per non trovarmi con un bernoccolo sulla testa, continuiamo l’esplorazione seguiamo le bolle e poco dopo ci troviamo nel foro d’uscita/entrata, facendo i vaghi proviamo a tornare sotto ma a quel punto il tempo è finito i Carabinieri ci fanno segno di uscire e ci issano su, ………….peccato l’immersione è terminata. Torniamo al campo di preparazione dove c’è una tenda riscaldata che ci aspetta per spogliarci, nel frattempo ci scambiamo le impressioni, gli occhi ci brillano ad entrambi, peccato che l’immersione sia durata poco,
ma c’è sempre il prossimo anno.
In conclusione quei minuti d’immersione mi hanno trasmesso tanto e per un momento sembrava che il tempo si fosse fermato…………
Ringrazio tutti per lo splendido fine-settimana passato, ma in primis va un ringraziamento particolare a mia Moglie e mia Figlia, che mi seguono dall’esterno in queste avventure.

Grazie
Andrea PICCAGLI

E’ assolutamente vietata la riproduzione, anche parziale, del testo e delle foto presenti in questo articolo, senza il consenso dell’autore.


TAGimmersioni lavarone
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