Greenpeace a Pescara con la barca Bamboo: Stop Trivelle in Adriatico, prosegue la spedizione “Difendiamo il Mare”.
Nel corso della spedizione “Difendiamo il mare”, Greenpeace ha esposto uno striscione con la scritta “Stop Trivelle” davanti a una piattaforma petrolifera al largo di San Benedetto del Tronto, tra Marche e Abruzzo, nell’area limitrofa al giacimento Donata, uno dei progetti di perforazione che di recente hanno ricevuto parere positivo per la Valutazione Ambientale da parte del ministro della Transizione Ecologica Roberto Cingolani.
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“Se davvero vogliamo abbattere le emissioni di gas serra, occorre fermare le nuove trivellazioni e smetterla di dire che il gas fossile è amico del clima perché è falso. Non abbiamo tempo da perdere con il greenwashing del ministro Cingolani e di ENI: chiediamo che in questo mare, e in nessun mare, ci sia più posto per le trivelle”, dichiara Giuseppe Ungherese, responsabile Campagna Inquinamento di Greenpeace Italia.
Da decenni l’Adriatico è uno dei mari che più soffre per una serie di attività pericolose, a cui oggi si aggiungono gli impatti dei cambiamenti climatici. Nel rapporto “Bombardamento a tappeto”, Greenpeace dimostra che, anche limitandosi a considerare una dozzina di specie ittiche di importanza commerciale (rispetto alle decine pescate in Adriatico), i suoi fondali sono preziosi per la pesca. Per la sua conformazione particolare, l’Adriatico è probabilmente il mare più pescoso del Mediterraneo: il settore della pesca vale circa 300 milioni di euro l’anno e offre lavoro a circa 10 mila persone. Senza contare altri settori come l’acquacoltura e la mitilicoltura, non meno importanti.
Stop Trivelle in Adriatico
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La spedizione “Difendiamo il mare” di Greenpeace Italia, che fa tappa a Pescara, vuole documentare la bellezza e la fragilità dei nostri mari, denunciare come i cambiamenti climatici e l’inquinamento da plastica siano interconnessi e producano impatti negativi sull’ecosistema marino e sulle comunità costiere. Grazie alla barca a vela Bamboo, messa a disposizione dalla Fondazione Exodus di don Mazzi, Greenpeace sta monitorando lo stato di salute del Mar Adriatico centro-meridionale. A bordo, insieme agli attivisti dell’associazione ambientalista, ci sono le ricercatrici dell’Istituto per lo studio degli impatti Antropici e Sostenibilità in ambiente marino (IAS) del Consiglio Nazionale delle Ricerche di Genova, del DiSVA (Dipartimento di Scienze della Vita e dell’Ambiente) dell’Università Politecnica delle Marche specializzati nello studio delle microplastiche, ed esperti di flora e fauna marina costiera del DiSTAV (Dipartimento di Scienze della Terra dell’Ambiente e della Vita) dell’Università di Genova.