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Fakarava

30/08/2007

Immaginatevi un atollo con le spiagge di sabbia bianca e le palme inclinate su un incantevole mare turchese pochissimi bungalow e la totale tranquillità che permette di sentire il rumore delle onde a qualsiasi ora… questa è Fakarava. Il clima in questo atollo quasi selvaggio è piacevolissimo, stabile sui 30°C, e viene guastato solo ogni tanto da qualche pioggia breve ma intensa.

Raggiungibile in aereo da Papeete con 70 minuti di volo, Fakarava è il secondo atollo più grande della Polinesia e misura 60 km di lunghezza per circa 25 di larghezza ma la zona abitabile è limitata a una striscia di circa 20 km dove ci sono pochissimi villaggi pensione a conduzione familiare e un residence più turistico composto sempre di bungalow di legno.
Noi siamo rimasti per una settimana al Havaiki Pearl Guest House, una piccola pensione imperfetta e meravigliosa con una decina di bungalow condotta da Joachim, con la moglie e lo staff.

Il clima familiare ci ha veramente fatti sentire a nostro agio da subito e la gentilezza dei proprietari di casa è spontanea e anche nei piccoli gesti emerge la felicità di avere degli ospiti, sempre accolti con sorrisi sinceri. L’Havaiki è nota sull’isola per l’eccellente cucina e possiamo confermare che più volte siamo andati in cucina a ringraziare i cuochi dopo aver gustato ottime cene a base di pesce, crudo, cotto e grigliato, tonno in tutte le salse ma perfino pizza e spaghetti.

I due villaggi, se quattro case di legno possono costituire un villaggio, di Fakarava sono Rotoava e Tetamanu, dove nel 1874 venne costruita con il corallo la prima chiesa cattolica. Sull’isola oltre al piccolo aeroporto c’è un’infermeria, un ufficio postale con una lentissima connessione a Internet e poche altre strutture.

All’interno della sua pensione Joachim ha aperto nel 1989 la prima coltivazione di perle nere dell’isola. Questa è rimasta ora una delle principali attività interessante anche per i suoi ospiti che un paio di volte alla settimana possono seguire un breve briefing di come funziona l’allevamento e partecipare alla ‘lotteria delle perle’: gli interessati, con una piccola spesa di circa 20 euro, possono scegliere un’ostrica e la perla contenuta sarà loro sia essa una perla perfetta dall’alto valore commerciale di classe A che una perla di minore qualità, che resterà sempre un prezioso ricordo di questo piccolo angolo di paradiso.
Le perle nere sono un prodotto tipico della Polinesia che le commercializza in tutto il mondo come gioielli di lusso. In realtà il valore di queste perle varia molto a seconda della qualità e le migliori rappresentano solo un 2% circa della produzione. Nonostante questo nome le perle non sono nere ma hanno differenti colorazioni, forme e sfumature: il nome è dato dal tipo di ostrica che le produce. La lavorazione, di origine giapponese, richiede un tempo di circa 2 anni per avere i primi frutti del mare.

La lavorazione delle perle è indubbiamente interessante ma la parte migliore da godere sull’isola di Fakarava è il mare, turchino, calmo e caldo vicino alla costa, protetta all’interno dell’atollo dalle onde e dalle correnti dell’oceano, più selvaggio appena fuori dalle pass.

Le immersioni vengono organizzate principalmente nelle due a nord e a sud e sull’isola ci si può appoggiare per le proprie escursioni subacquee ad un paio di diving center. Noi abbiamo scelto il Top Dive e il giudizio è ottimo: 12 metri di comoda barca in alluminio per un massimo di una decina di sub, attrezzatura fornita praticamente nuova, eccellenti le guide Mathias e Gregor, gentili, parlano anche italiano e sono sempre a disposizione per qualsiasi informazione. L’attrezzatura viene montata direttamente in barca dallo staff e gli ospiti non devono preoccuparsi di niente se non di seguire la guida durante l’immersione, in attento relax.

La pass nord, raggiungibile in circa mezz’ora di barca, è larga circa 1,6 km ed è ricchissima di squali, principalmente pinna nera e grigi, sempre in caccia di piccole prede e non mancano naturalmente altri ‘animali marini’ grandi come pesce spada, delfini, mante, aquile di mare e tonni.

Solitamente le immersioni vengono fatte di mattina e pomeriggio, intorno alle 9.00 e alle 15.00, mai di notte e sempre dalla barca, organizzate in base alle correnti e alle maree.
La prima immersione è la più impegnativa e prevede una discesa nel blu fino a circa 40 metri dove ci si aggrappa alle rocce sul fondale e ci si gode la danza di decine di squali che girano intorno ai sub. Dopo una decina di minuti di fondo si risale lentamente per lasciarsi poi trasportare dalla corrente fino ai canaloni sabbiosi dove ancora ci si aggrappa al fondale per resistere alla corrente che in alcuni punti diventa molto forte seppur sempre ben gestibile. Anche nei canaloni lo spettacolo è emozionante ma il quadro d’insieme è diverso e gli squali non sono più protagonisti e lasciano il posto a una quantità incredibile di altri pesci che in alcuni punti crea una vera e propria barriera di pesce su un fondale interamente ricoperto dal corallo.

Le seconde immersioni, del pomeriggio, sono meno profonde e si resta più vicini al reef dove ci si aggira su una ventina di metri di profondità in relax godendosi la ricca barriera dell’atollo che ospita centinaia di specie di piccola taglia. Il paesaggio è diverso da quello delle pass e le immersioni sono decisamente meno impegnative seppur molto suggestive per la vitalità con cui vengono abitati i coralli che coprono tutto il fondale.

Mattino o pomeriggio, in corrente o non, le immersioni sono tutte molto emozionanti e mai uguali seppur simili. L’incontro con una manta, con un branco di squali in parata, con un’aquila di mare rende indimenticabile ogni tuffo e non è raro continuare ad emozionarsi anche una volta risaliti in barca, quando si viene circondati da delfini che giocano sulle onde nella luce di tramonti mozzafiato, quasi a condividere la gioia di noi sub che a Fakarava abbiamo lasciato un pezzo di cuore.

I cicli delle giornate sono molto anticipati rispetto alle nostre abitudini e i locali si alzano prestissimo, verso le cinque del mattino, ma poi di sera tutto si spegne presto e non è facile trovare in giro qualcuno dopo cena. La vita notturna è limitata a qualche evento che richiama turisti e Fakaraviani allo Snack Bar per danze polinesiane o piccoli concerti di musica Tahitiana. Chi cerca di più probabilmente ha sbagliato vacanza o, per lo meno, isola.

Fakarava è una meta speciale, un atollo ancora selvaggio e tranquillo, dove è facile respirare un clima familiare con i poco più di 600 abitanti residenti. Una vera perla nera nel Pacifico per gli amanti della tranquillità e delle immersioni tra squali e coralli. Tra i divani del Havaiki si trovano i libri degli ospiti con centinaia di testimonianze, in tutte le lingue, di viaggiatori come noi, tristi al momento della partenza ma felici di aver trascorso giornate in un posto così speciale.

E’ assolutamente vietata la riproduzione, anche parziale, del testo e delle foto presenti in questo articolo, senza il consenso dell’autore.


TAGAustralia Fakarava viaggi
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Marco Daturi

La passione per la subacquea e le conoscenze del mondo Internet l’hanno portato a creare ScubaPortal.it, Poverosub.com, ScubaZone e altri siti legati al mondo sommerso. http://www.daturi.com

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