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Home Viaggi Africa Immersioni a Djibouti – Gibuti

Immersioni a Djibouti – Gibuti

07/01/2013

Autore: Paola Ottaviano – www.materialidiviaggio.com

In un angolo del pianeta dove vige uno stile di vita di nomadismo e di antiche tradizioni africane, dove le infrastrutture consistono in polverose piste di sabbia e croste taglienti di sale rappreso dalle venature acquamarina, esplode un mondo parallelo fatto di corsie preferenziali ed elevati tempi di percorrenza, attraversate da creature dal design carenato, dalle prestazioni di velocità e leggerezza degne dei più tecnologici standard d’avanguardia. E’ l’autostrada degli squali balena.

Nel piccolo stato di Djibouti, nel Corno d’Africa, i giganti buoni del mare raggiungono il Golfo di Tadjoura da ottobre a gennaio. Si riuniscono in massa, come al raduno di un rally subacqueo. Percorrono veloci queste acque nei due sensi di marcia, incuranti degli ostacoli. Emergono dai fondali, in direzione della superficie, e ne ridiscendono nei tratti delimitati dalla segnaletica di fondo sdrucciolevole. Si affollano in gruppi di cinque alla volta, nelle aree di sosta. Tutti in circolo, in una pausa per rifocillarsi, spalancano le loro impressionanti bocche, ritmicamente, a filtrare il plancton catarifrangente. E’ una giostra, uno spettacolo magnifico ed aulico. E’ una favola che desta meraviglia, in una terra arsa e salata, dove i geodi e le druse, dai luminescenti riflessi del cristallo, evocano esotiche fantasticherie di principi e principesse. Allo stesso modo, quando i raggi del sole inondano il mare e attraggono il plancton rilucente in superficie, il tripudio dei riflessi si rifrange nell’acqua color turchese e attira gli squali balena, che abbandonano l’oscurità degli abissi, in un’apparizione che sa di incantesimo. Salgono ad adombrare il sole in silhouette e scendono dall’alto a risplendere di luce riflessa.

A quei temerari, impavidi ed incoscienti che cavalcano a tutta velocità le onde disordinate da un vento sferzante, incuranti delle condizioni a volte estreme della natura indomita, si offre uno spettacolo unico e sublime. Scrutano la superficie in una concentrazione di sensi e mente che sospende il cadenzato ritmo delle ordinarie abitudini. Fiato, nervi e muscoli tesi, pronti a scattare al minimo segno di identificazione. E il tuffo in acqua é immemore dei buoni consigli e del pregresso insegnamento alla cautela. Si nuota ad una velocità forsennata, che nessuno sospettava di poter raggiungere, all’inseguimento dei giganti del mare. E’ come una corsa per la sopravvivenza, l’unica e ultima occasione di partecipare ad una gara di resistenza, dalle elevate prestazioni di agilità e potenza. E’ un privilegio raro e bisogna esserne all’altezza.

Il movimento apparentemente lento ed incurante dei più grandi squali della specie, inganna. La propulsione impressa dal movimento sinuoso della coda, li lancia in un nuoto ampio e insospettatamente rapido. Non c’é allenamento che tenga. Sono solo la forza di volontà e la forza della disperazione ad imprimere slancio agli apneisti che aspirano ad un incontro ravvicinato che ha dell’incredibile. Il battito accelerato del cuore, teso nello sforzo estremo, si sintonizza ritmicamente con il respiro. Fiatone, iperventilazione, come in una corsa per il primato. L’obiettivo é quello di raggiungere frontalmente lo squalo, per immortalarne la bocca spalancata, che filtra nutrimento. La macchina fotografica non ha tempo per impostare troppi programmi, per cercare l’inquadratura perfetta. Scatta, scatta in sequenza senza soluzione di continuità. Fissa nella memoria digitale centinaia di fotogrammi, foto inconsapevoli, che congelano attimi di insperate angolature. Ruba immagini di frenesia delirante, di incidenti esilaranti. Ci si ritrova, così, a fissare per sempre l’immagine di uno snorkelista che, risalendo da un’apnea, per puro caso sbatte maldestramente la testa sotto il muso di uno squalo balena per niente sconcertato. E si scopre di aver ripreso la scena tragicomica in cui un altro esemplare, che s’immerge dalla superficie, prende a codate, senza tanti complimenti, una subacquea attonita che si frappone scompostamente alla sua traiettoria. Roba da pazzi!

Roba preziosa, solo per gli instancabili, i tenaci e i motivati. Questi ardimentosi salgono e scendono dal gommone un numero imprecisato di volte, incuranti dello scorrere del tempo. Tutti i bisogni primari svaniscono, congelati da un livello tale di adrenalina da bloccare lo stimolo della fame, della sete, della stanchezza. Si superano i limiti umani per diventare creature marine.
E quando ci si ritrova nel bel mezzo del traffico intenti a fotografare il quarantesimo esemplare della settimana, non ci si accorge di essere contromano se non nell’attimo in cui si sbatte violentemente contro qualcosa. E’ uno squalo balena che procede dalla direzione opposta e che, per evitare il frontale, sposta l’intruso con una botta pari alla sua mole di dieci tonnellate, incurante di possibili traumi e contusioni che ne possano derivare per il malcapitato, e senza sterzare di un centimetro. In fondo lui é nel corretto senso di marcia, e sono gli altri che hanno invaso la sua corsia.

Granchi rossi dall’aria minacciosa e a chele spiegate, guadagnano la superficie come a scoraggiare qualsiasi iniziativa d’avvicinamento ai grandi filtratori. O forse li precedono, annunciandoli. Vanno schivati e neutralizzati, anche a costo di prenderli a bracciate vigorose. Il cammino verso la meta agognata é disseminato di ostacoli e di pericoli. Ma nulla può distogliere l’attenzione dall’obiettivo. Che si trasforma magicamente in doppia meraviglia…
Come rarissimamente accade, alcuni delfini tursiopi irrompono sulla pista, sfrecciano da tutti i lati, veloci, inafferrabili, ineffabili. Giocano a nascondino con gli squali balena che, impassibili, sembrano apprezzare la schermaglia sbarazzina. I loro stridii si propagano nell’acqua come note acute, come suoni di clacson, per farsi strada nell’ingorgo ed effettuare sorpassi rocamboleschi. E’ l’ora di punta e la maggior parte dei corridori del mare, che sfrecciano ad alta velocità, sono a due cavalli propulsori. Sono maschi adolescenti di Rhincodon Typus, forniti di due pterigopodi, o, per meglio dire, di due organi sessuali. Li mettono spudoratamente in mostra, per attrarre le femmine della specie animale e far arrossire quelle della specie umana. Questi giovani virili ed impudichi non raggiungono una lunghezza superiore agli otto – nove metri (gli esemplari adulti della specie possono arrivare a diciotto metri), ma appaiono maestosi e imponenti, veri e propri cingolati del mare.

L’ultimo snorkeling della settimana regala una delle più intense emozioni. Come se non bastasse tutto quello che ha elargito generosamente nei giorni precedenti, il mare di Djibouti si accomiata dai suoi estimatori inviando il suo più prestigioso rappresentante, il più grande, il più bello di tutti. Uno squalo balena circondato da decine di pesci pilota che lo scortano e lo solleticano sotto il mento. Sta lì, per interminabili minuti, risale e si avvicina, protettivo e vanitoso, per farsi riprendere, fotografare, ammirare da tutte le angolature.

Nell’autostrada degli squali balena il tempo si ferma, sospeso. E la girandola delle emozioni gira vorticosamente, fino a far perdere ogni cognizione delle abitudini e dei ritmi ordinari. Questo mondo straordinario, lontano anni luce dalle nostre ingessate consuetudini prive di fantasia e di coraggio, dona sentimenti intrattabili come la passione, e arricchisce l’anima di un’esperienza indelebile.
Un’esperienza unica, degna di pochi eletti.

È assolutamente vietata la riproduzione, anche parziale, del testo e delle immagini presenti in questo articolo senza il consenso dell’autore.


TAGAfrica djibouti gibuti immersioni viaggi
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