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Home Articoli Come superare il corso Open Water: consigli pratici da un istruttore esperto
teoria subacquea passare esame

Come superare il corso Open Water: consigli pratici da un istruttore esperto

13/08/2025

Iniziare un corso di subacquea può sembrare complicato, soprattutto per chi non ha mai messo la testa sott’acqua con un erogatore in bocca. Ma ti posso assicurare che le difficoltà iniziali si superano con metodo e con alcune accortezze concrete. Nessun trucco: solo buone abitudini da adottare fin da subito.

La teoria: capirla, non subirla

Molti allievi entrano in aula pensando che la parte teorica sia un passaggio noioso da superare in fretta. In realtà, è il contrario: comprendere bene cosa succede sott’acqua è la base per fare immersioni sicure e tranquille.

Quasi tutto ciò che succede al nostro corpo e alla nostra attrezzatura quando siamo in immersione è dovuto alla pressione che abbiamo intorno a noi alle varie profondità.

La relazione tra pressione, volume e densità non è un dettaglio astratto bensì il cuore di tutta la teoria che andremo a studiare: ad esempio, perché gonfiare il GAV per salire troppo in fretta può creare una risalita incontrollata, con tutti i rischi che ne derivano.

Oramai le principali didattiche offrono la possibilità di studiare la teoria online e, alcune di esse, anche di effettuare online test di ripasso conoscenze ed esame finale. L’errore peggiore che si possa fare è considerare questo una scorciatoia. No, è un’opportunità! Sfruttatela.

L’istruttore terrà comunque delle sessioni accademiche in cui verificherà l’effettiva conoscenza della teoria. Quindi, mentre effettuate lo studio online, la cosa più intelligente da fare é appuntarsi tutto ciò che non è chiaro e poi parlarne con il vostro istruttore. Lui sarà lì per voi: approfittatene!

Nessuno si aspetta la perfezione, ma la comprensione sì.

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Compensare: prima, spesso e senza aspettare

La compensazione è una delle competenze più sottovalutate dai principianti. Non esiste un segnale che dica quando farla: falla e basta.

Iniziando già in superficie e poi ogni mezzo metro in discesa. L’aumento della pressione all’aumentare della profondità è una legge fisica.

In tanti anni da istruttore ho osservato che, quando uno studente riferisce problemi a compensare, nel 99% dei casi non ha problemi fisici ma è, semplicemente, perché… ha dimenticato di compensare.

Durante il corso imparerete il motivo fisiologico alla base di ciò. (spoiler: Il “tubo” che collega il naso alle orecchie – Tuba di Eustachio – è ricoperto internamente da una mucosa morbida, ma ora non é che posso farvi tutto il corso 🙂)

La regola più importante in questi casi è: COMUNICARE e mai forzare. Segnalate il problema al vostro istruttore. Durante il corso si impara anche cosa fare in tali casi.

La prima regola della subacquea: mai, mai, mai trattenere il respiro!

Il controllo del respiro è la base della subacquea. Non serve inventarsi nulla: basta respirare come fai ora, lentamente, in modo regolare e mai trattenere il fiato.

Questa è una regola aurea. Trattenere il respiro sott’acqua può avere conseguenze gravi, anche a pochi metri di profondità.

Durante il corso, molte esercitazioni si fanno con l’erogatore sempre in bocca. Anche se ti si allaga la maschera o perdi una pinna, puoi comunque respirare. Prenditi un attimo, fai un respiro e affronta l’esercizio. Farlo in apnea non serve, anzi, lo complica inutilmente.

Assetto: il vero segreto dei sub esperti

Il controllo dell’assetto è una competenza che si costruisce nel tempo. Nessuno la impara in un weekend. Ma è anche quella che rende le immersioni più piacevoli, più sicure e meno impattanti sull’ambiente.

Più che vagare in acqua in posizione verticale, l’obiettivo dovrebbe essere una bella posizione orizzontale, stabile, che si regola con il respiro più che con il GAV.

Si sale e si scende non nuotando su e giù, ma variando il volume di acqua che spostiamo (legge del buon vecchio Archimede), cioè variando il nostro volume.

Possiamo farlo in due modi, con i nostri polmoni e con il giubbotto ad assetto variabile. Muovendo gli arti il meno possibile. Riserviamo il duck diving a quando facciamo apnea.

Se ti sbilanci in avanti o all’indietro, potrebbe essere una questione di distribuzione dei pesi o di “trim”. Parlane con il tuo istruttore. E ogni volta che hai tempo libero in piscina, approfittane per esercitarti a restare sospeso a pochi centimetri dal fondo, solo con il respiro e senza muoverti.

Chiudo il paragrafo relativo all’assetto con un consiglio che mi renderà impopolare: aspetta almeno 20-30 immersioni prima di portare con te una fotocamera. Fa sì che l’assetto sia un fatto automatico. Ricorda quando hai iniziato a guidare l’auto: così tante cose da fare… la frizione, le marce, i freni, le frecce, lo specchietto retrovisore.

Sicuramente non pensavi neanche lontanamente a guardare e godere il panorama. Dopo un po ‘ di esperienza, guidi, chiacchieri con il compagno, godi il panorama, guardi il telefonino (Non fatelo!). In altre parole, dobbiamo creare la memoria muscolare.

Essere in assetto senza neanche pensarci.

Risulterà antipatico, ma se non segui questo suggerimento e pretendi di fare foto o riprese subito dopo le immersioni del corso, dopo 100 immersioni sarai ancora un pessimo subacqueo e un pessimo fotografo/videografo sub.

Conosci la tua attrezzatura, anche se non è tua

Non serve acquistare subito tutto il kit. Ma è indispensabile sapere come funziona ciò che indossi. Durante il corso, dovrai montare e smontare da solo il tuo equipaggiamento. Prova gli attacchi, scopri dove si trova la fonte d’aria alternativa, come si controlla la pressione, come si collega la bombola al GAV. Gioca con l’attrezzatura e chiedi, chiedi, chiedi!

L’attrezzatura subacquea è pensata per resistere: maneggiarla, provarla, regolarla ti farà sentire più sicuro e ridurrà gli errori in immersione.

Maschera: gestirla senza ansia

Pochi allievi amano gli esercizi con la maschera. Ma saperla svuotare bene è veramente importante. E la chiave sta nel cosiddetto “controllo delle vie aeree”.

Prima del corso, allenati a respirare solo con la bocca, poi a inspirare dalla bocca ed espirare dal naso. Questo ti aiuterà a gestire l’acqua nella maschera senza ansia. Un buon esercizio è versare acqua sul viso per abituarsi alla sensazione termica. In acqua fredda, infatti, il contrasto può essere fastidioso se non previsto. Altro buon esercizio in piscina è stare in piedi in acqua bassa, avere l’erogatore in bocca, mettere la faccia in acqua senza maschera e respirare per alcuni minuti dall’erogatore.

Fatelo se un po’ di acqua nella maschera vi crea ansia. Il nostro cervello, che impara prima di noi, capirà che un po’ di acqua sul viso non è letale, se abbiamo l’erogatore in bocca

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Resta vicino a istruttore e compagno

La subacquea è un’attività cooperativa. In acqua ci si muove sempre almeno in coppia, con l’istruttore davanti e, se presente, un divemaster a chiudere il gruppo.

Segui le indicazioni, resta dove ti viene detto, mantieni il contatto visivo. Se senti un suono metallico o un colpo sul bombolino, voltati subito: è il modo con cui si richiama l’attenzione sott’acqua.

Anche a terra, comunica sempre se ti allontani o fai una pausa. Sapere dove si trovano tutti è una parte fondamentale della sicurezza.

Rispettare i limiti di profondità è una regola, non un suggerimento

Molti principianti, soprattutto se si sentono a proprio agio, tendono a voler “scendere di più”. Ma i 18 metri previsti dalla certificazione Open Water non sono un limite simbolico: sono pensati per restare dentro parametri gestibili con la preparazione ricevuta.

Le immersioni più profonde richiedono consapevolezza diversa, attenzione all’uso del gas, alla narcosi da azoto e alla decompressione.

L’unica domanda stupida è la domanda che non facciamo!

Ogni allievo ha bisogno di chiarimenti. Non è un problema, è parte del processo. Anche se la domanda ti sembra banale o se te l’hanno già spiegata: rifalla.Gli istruttori preferiscono studenti che chiedono cinque volte la stessa cosa piuttosto che chi fa finta di aver capito.

Organizzati per tempo, anche con la burocrazia

Compila in anticipo i questionari medici, le dichiarazioni di responsabilità e, se necessario, ottieni il certificato medico. Farlo con calma ti evita stress e ritardi nei giorni del corso.

Infine, registra ogni immersione

Scrivi profondità, durata, condizioni, sensazioni. Ti aiuterà a capire come cambia il tuo assetto, la temperatura percepita e quanti pesi ti servono. Oggi la maggior parte delle agenzie didattiche offre gratuitamente il logbook sul web dalla App, il che rende il tutto più veloce e piacevole, oltre a essere molto “social” 😉

Suggerimento extra

È  l’ultimo consiglio che do ai miei studenti neo brevettati: non aspettate troppo tempo per fare altre immersioni (ricordate la storia della memoria muscolare?).

Questo articolo non vuole e non può sostituire un corso subacqueo con un istruttore qualificato.

È solo una chiacchierata tra noi, nata da quasi vent’anni passati a vedere volti emozionati (e a volte un po’ preoccupati) al loro primo respiro sott’acqua.

Troverai consigli semplici, quelli che non sempre entrano nei manuali ma che fanno la differenza quando sei là sotto, in silenzio, con il blu intorno.

Leggi anche:

  • Le migliori 10 immersioni d’Italia per Open Water
  • Quiz di teoria subacquea


TAGbrevetti didattiche esame sub teoria subacquea
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Francesco Pipino
Francesco Pipino

Francesco Pipino è istruttore subacqueo, formatore e manager, con una lunga esperienza internazionale nel settore diving. Di origini salentine, dopo una carriera ventennale nel mondo bancario ha scelto di dedicarsi alla sua vera passione: il mare. Ha lavorato come guida e istruttore in Egitto, Thailandia, Honduras e Canarie, ricoprendo anche ruoli organizzativi presso il Camel Dive Club di Sharm el Sheikh. È attualmente SSI Assistant Instructor Trainer e PADI Staff Instructor in stato attivo. Oggi unisce competenze gestionali e spirito di accoglienza per offrire esperienze subacquee di qualità in contesti multiculturali.

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