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Home Articoli Biologia All’asciutto, sognando la verdesca
verdesca

All’asciutto, sognando la verdesca

13/07/2017

Non sempre si può aver la fortuna di fare immersioni, alcune volte il tempo ci è avverso e anche se in questo angolo di paradiso è molto difficile saltare un tuffo, oggi sembra essere uno di quei giorni.

Il mare è troppo mosso per permettere un’entrata anche solo da terra, non ci abbattiamo e faremo la nostra lezione di biologia marina all’asciutto.

Magari potremmo parlare di animali che difficilmente avremo la fortuna di trovare in queste acque ma che da sempre attirano la curiosità di tantissime persone. Sto parlando di squali e tartarughe.

Verdesca

Oggi spaziamo dai pesci ai rettili! Ovviamente tratteremo degli squali nostrani…quelli che abitano il Mar Ligure, perché anche se non si vedono in immersione, nel magico mondo sommerso esistono anche loro. E per fortuna che esistono, perché come tutti gli altri grandi predatori pelagici, sono in cima alla piramide alimentare, un gradino che se venisse a mancare potrebbe avere ripercussioni su tutto il restante della scala.

Inoltre sono animali protetti, quindi sconsiglio vivamente le tecniche che stanno prendendo diffusione nell’est asiatico, tecniche becere di asportazione delle pinne per farne la zuppa, pietanza molto cara da quelle parti, o tecniche di immagazzinamento delle tartarughe in piccoli sacchetti chiusi ermeticamente per farne dei portachiavi di indubbio gusto.

Andando per ordine inizierò il mio racconto parlando della Verdesca (Prionace glauca), tipico esemplare di squalo presente in Mar Ligure.

Intanto dobbiamo fare un incipit; gli squali sono si pesci ma non come tutti quelli visti finora che sono dei pesci ossei. Gli squali sono pesci cartilaginei, come razze e mante, hanno il corpo costituito di cartilagine. Noi nel nostro corpo dove abbiamo la cartilagine? Nei lobi delle orecchie o nella punta del naso; ovviamente la cartilagine che costituisce il corpo di questi animali non è così molle bensì è cartilagine dura.

Altra caratteristica distintiva è la coda. Se vedete qualsiasi pesce il lobo superiore della coda è uguale al lobo inferiore (coda omocerca) mentre in tutti gli squali il lobo superiore è molto più sviluppato del lobo inferiore (coda eterocerca). Questo è dovuto al fatto che una coda con questa formazione facilita, durante il nuoto, una spinta dal basso verso l’alto estremamente utile in nuotatori pelagici privi di vescica natatoria.

Il tegumento è rivestito da un particolare tipo di scaglie inserite nel derma con la base e un dentello rivolto verso la coda, sconsiglio vivamente quindi di accarezzare uno squalo, soprattutto contropelo, se non si vuole aver la mano abrasa. Un tempo il tegumento dello squalo veniva usato come carta vetrata.

Se nei pesci ossei le branchie sono all’interno e si aprono attraverso un’apertura detta opercolo, nei pesci cartilaginei le branchie si aprono mediante 5 fessure branchiali. Visibilissime sui fianchi degli squali appena dietro l’occhio e sulla parte ventrale delle mante e razze.

verdesca

Poco vicino alle fessure branchiali si apre lo spiracolo: apertura coinvolta nei fenomeni respiratori soprattutto nelle forme di vita adattate alla vita di fondo: l’acqua solitamente entra nella bocca ed esce dalle fessure branchiali, ma, negli squali piatti, la bocca è spesso a contatto con il fondo e quindi l’acqua verrà fatta confluire all’interno del corpo attraverso gli spiracoli per poi uscire normalmente dalle fessure branchiali.

Dal punto di vista “sensoriale” hanno molto sviluppati l’olfatto e il gusto. Inoltre, carattere unico degli squali, è la presenza delle ampolle del Lorenzini, poste sul muso con la funzione di sentire le correnti elettriche emesse da prede ferite, in movimento o nascoste sotto la sabbia.

Purtroppo sugli squali ci sono spesso leggende false, si associa la figura dello squalo al feroce mangiatore di uomini visto nel film di Spielberg; è sicuramente un animale carnivoro, non lo nego, ma ci sono animali molto più piccoli di loro che fanno danni ben peggiori. Forse non tutti sanno che la zanzara della malaria uccide circa 2 milioni di esseri umani l’anno e il cobra circa 50.000; gli squali si fermano a circa una trentina l’anno. Sono gli esseri umani a fare molti più danni, ogni anno si uccidono dai 70 ai 100 milioni di squali. E soprattutto noi italiani siamo al primo posto come paese europeo per la pesca agli squali mediterranei ed al quarto come importatore a livello mondiale di carni di squalo.

Mi verrebbe da dire fermate il mondo…voglio scendere.

Due caratteristiche sulla Verdesca, detto anche squalo azzurro per via della colorazione blu intenso sul dorso che man mano sfuma verso il bianco nel ventre. E’ un tipico esempio di colorazione mimetica, se lo si guardasse dall’alto verso il basso, quando si è in immersione, non si vedrebbe in modo così definito perché si confonderebbe con il resto della colonna d’acqua; così come se lo si guardasse dal basso verso l’alto si incrocerebbe il bianco del ventre che si mescolerebbe con il riflesso della luce sul mare.

Tartarughe

Passiamo adesso alle tartarughe, animali a me cari perché mi piacciono in una maniera esagerata!!

L’unico ordine presente in Mediterraneo è quello dei Cheloni. Sono provvisti di scudi ossei dorsale e ventrale. Le mascelle formano un becco corneo.

A differenza di tutti gli altri animali visti finora, essendo rettili, hanno i polmoni e la loro respirazione avviene fuori dall’acqua. Nei pochi secondi che trascorrono fuori dall’acqua riescono a effettuare un completo ricambio dell’aria nei polmoni che rappresentano la principale riserva di ossigeno.

Se devono uscire dall’acqua per poter respirare, possono tranquillamente rester in acqua per accoppiarsi. Sarà poi la successiva deposizione delle uova ad essere terrestre; la tartarughe depongono le uova in buche scavate nella sabbia, lungo spiagge poco frequentate dall’uomo (menomale…!!!).

Scelgono la spiaggia dove deporre con molta cura seguendo parametri quali: la spiaggia deve essere accessibile al mare, avere un substrato che faciliti la diffusione dei gas e allo stesso tempo umido al fine di prevenire il collasso del nido durante la costruzione. E si ipotizza che la stessa spiaggia si tramandi da madre a figlia.

Caratteristica di questi animali è che il sesso del nuovo nato dipende dalle condizioni ambientali, in particolare dalla temperatura.

Dopo la schiusa è il momento di maggior pericolosità per questi animali in quanto sono particolarmente indifesi e quindi facile preda. Da adulte temono solo i grossi squali e (ahimè) l’uomo, che rappresenta una minaccia anche indirettamente gettando a mare i rifiuti quali sacchetti di nylon scambiati dalle tartarughe per delle meduse, di cui loro si nutrono.

Bene, mi auguro di non avervi annoiato troppo. Vedo però che il mare è decisamente calato, quindi mi incammino al diving per prendere la bombola e rituffarmi in acqua.

Ho un conto in sospeso con l’Isola di Bergeggi, non mi piace avere debiti, andiamo a saldarlo!!

Le foto delle verdesche sono di Peter Schneider, la tartaruga è di Massimo Boyer


TAGtartaruga verdesca
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Luca Turchetto

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