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Home Viaggi Oceania Alla ricerca del colore perduto… e la mia prima corrida
prima corrida

Alla ricerca del colore perduto… e la mia prima corrida

30/06/2022


Quando all’inizio degli anni ’80 cominciai a dedicarmi alla subacquea, alimentavo la mia passione leggendo numerose riviste ricche di fotografie: i pesci e le barriere coralline avevano colori vivaci e brillanti: esattamente quanto non vedevo l’ora di riprodurre personalmente!
Quando mi immersi però rimasi deluso scoprendo che, già a pochi metri dalla superficie, la magia dei colori svaniva e tutto diventava di un verdognolo grigiastro…….un vero problema per me che volevo riprodurre i colori reali nelle mie foto e riprese così da potermeli godere anche una volta all’asciutto!

prima corrida


L’acqua è circa 800 volte più densa dell’aria ed assorbe la luce in modo estremamente veloce. Per questo più a fondo ci si immerge e più i colori diventano insaturi ed appaiono sempre più spenti. Alcuni svaniscono più velocemente di altri ma, grazie alla nostra incredibile capacità mnemonica, “vediamo” colori che nemmeno la realtà o la configurazione standard di una fotocamera o di una videocamera permetterebbero mai. Una delle esperienze più diffuse fra i video-fotosub alle prime armi, è entusiasmarsi durante l’immersione per poi rimanere delusi quando, riemersi, riguardano i propri scatti o i propri video: le macchine, infatti, non avendo le stesse capacità del cervello umano, si limitano a registrare le cose come sono senza “aggiungere” il background mnemonico.

prima corrida

I colori con lunghezze d’onda più lunghe hanno un’energia inferiore quindi sono i colori che scompaiono per primi. Dunque, seguendo l’ordine dell’arcobaleno, il rosso scompare dai 5 metri, l’arancione inizia a sbiadire dai 7 metri, il giallo dai 10 metri seguito dal verde a 20 metri e poi dal blu e dal viola che, avendo le lunghezze d’onda più corte ed un’energia più elevata, sono i più “resistenti”.
Anche la situazione meteorologica e l’ora influiscono sull’assorbimento del colore. Per catturare belle immagini sott’acqua è necessario ridurre al massimo la quantità di luce riflessa: il vento causa l’acqua mossa in superfice e questo rifletterà molta più luce rispetto alle acque calme; il sole che tramonta o sorge dall’orizzonte rifletterà più del sole allo zenit in una giornata limpida e soleggiata. Quindi, le condizioni e il momento migliori per la fotografia o la ripresa subacquea sono una giornata tranquilla e soleggiata tra le 10:00 e le 14:00. Ma non sempre le situazioni sono così favorevoli inoltre, come detto, già dai 5 metri i colori cominciano comunque a perdere saturazione perciò, per garantirti immagini di alta qualità, dovrai investire in attrezzatura: la luce aiuterà a ripristinare lo spettro dei colori.
Il consiglio è, oltre a filtri speciali, di dotarti di due illuminatori-flash per le foto e di luci video per le riprese e di lavorare in manuale sul bilanciamento del bianco per assicurarti che le tue fedeli compagne rendano al meglio.
Consiglio numero due: non scoraggiarti se all’inizio non sarai per nulla soddisfatto dei tuoi risultati, ci siamo passati tutti! Con la giusta attrezzatura fotografica o video che sia, la giusta luce che taglierà l’assorbimento, tante immersioni e, perché no, un corso tenuto da un buon fotografo subacqueo, avrai soddisfazione anche tu. Troverai un mondo completamente nuovo sott’acqua, diverso a seconda se utilizzerai fotocamera o videocamera, ma ne trarrai sempre grande divertimento.
O grande emozione, dipende dall’ immersione……….Premessa: la ricerca contesta il mito che la vista di uno squalo sia scarsa o che gli squali non possano vedere i colori. In effetti, la visione di uno squalo è fortemente sintonizzata sui fattori ambientali della sua tipica area di caccia (ad esempio, gli squali che predano in acque profonde hanno occhi progettati per vedere la bioluminescenza. La retina di un grande squalo bianco, invece, è divisa in aree distinte da vedere in condizioni di scarsa illuminazione o diurna) ma, sebbene non sia chiaro come gli squali interpretino il colore, i ricercatori hanno determinato che gli squali possono discernere il contrasto e il colore.
Non sono né uno scienziato né un ricercatore ma posso affermare con la più totale sicurezza, non solo che gli squali vedono i colori ma anche che li interpretano perfettamente!

Spiego: mi trovavo alle Fiji dove gli incontri con tante diverse specie di squali è garantita.

Isola di Beqa (ne ho già parlato in un recente articolo), immersioni con shark feeding.  Non aspettammo che qualche minuto ed arrivarono degli squali toro, molto eccitati e nervosi. E anche noi subacquei lo eravamo, o meglio, “preoccupati” per l’adrenalina palpabile. Era però un’occasione unica per riprendere i “toro” da vicino per cui buttammo giù la saliva e ci facemmo coraggio. Il nostro gruppo era “protetto” da un incavo naturale di roccia in cui ci si infilava e da lì si potevano vedere gli squali “in sicurezza”. Ma io volevo di più: non mi pareva di essere abbastanza vicino per poter effettuare delle riprese come dico io e quindi decisi di uscire dall’incavo per spostarmi in acqua libera. Mi avvicinai lentamente, rigorosamente in posizione verticale come mi aveva insegnato Fabrizio di Shark School, assieme alla mia Go-Pro montata sull’asta allungabile. Notai che gli squali parevano quasi intimoriti e, più mi avvicinavo più loro si allontanavano. Non sapevo se essere più sollevato o deluso perché non riuscivo ad averli abbastanza a “tiro” per catturare le immagini come avrei voluto. Decisi allora di rientrare nell’incavo, al sicuro, e mi girai per tornare indietro. Ma i miei compagni d’immersione, da là dentro, smaniavano e si agitavano cercando di segnalarmi qualcosa: mi girai di scatto e mi trovai vis a vis con un gran bel squalo toro. Invece di scappare gli puntai contro l’asta allungabile a mo’ di lancia e lui, grazie Dio, dopo uno scatto repentino, si allontanò.

prima corrida


Mi girai allora di nuovo verso l’incavo e cominciai a pinneggiare più veloce che potevo ma, di nuovo, i miei compagni si agitarono e mi segnalarono di girarmi nuovamente e, per la seconda volta, mi ritrovai quasi a baciare il “toro”. Mai asta si rivelò più utile! La brandeggiai nuovamente e lo squalo di nuovo scartò e se ne andò. Decisi quindi di tornare indietro, ma questa volta faccia allo squalo, asta in resta.
Arrivato anche io al sicuro, i miei compagni cominciarono a ridere fra loro. Fra me e me pensai: “Ho rischiato di farmi azzannare da un “toro” e voi ve la ridete?”. Uscimmo dall’immersione e non avevano ancora smesso di ridere. A quel punto, piuttosto arrabbiato, chiesi spiegazioni. Indicarono il mio GAV (tecnico, solo posteriore): avevo dimenticato che era rosso brillante! Scoppiai a ridere anch’io……… isterico però!

Nosytour Diving Travel Concept e Zero Pixel collaborano per advertising e per l’organizzazione di webinar.

L’articolo è pubblicato su ScubaZone n. 61


TAGFiji migliore nosytour scubazone 61
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Andrea Piasentin
Andrea Piasentin

Nosytour senior lead consultant

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