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Home Articoli Apnea Intervista a Ilaria Molinari: tra profondità e immaginazione
Ilaria Molinari in apnea con coda da sirena

Intervista a Ilaria Molinari: tra profondità e immaginazione

10/11/2025

Ilaria Molinari è una delle apneiste italiane più autorevoli degli ultimi vent’anni, capace di unire rigore tecnico e creatività.

Dai record mondiali nell’apnea profonda alla nascita del movimento mermaiding in Italia, ha saputo costruire una carriera che va oltre i numeri e le medaglie, diventando un punto di riferimento per chi vede nel mare un luogo da vivere, rispettare e raccontare. Oggi, il suo percorso si intreccia con l’attività di istruttrice, performer artistica e ambassador per Beuchat, con uno sguardo sempre rivolto all’educazione e alla sostenibilità.

Ilaria Molinari che pratica apnea in acque blu profonde.
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Intervista a Ilaria Molinari
Ciao Ilaria, ti seguiamo da anni: la figura della sirena è spesso carica di simboli. Quale significato ha per te oggi indossare la coda?
Nel Metodo Sirenamente mescoli tecnica, gioco e consapevolezza. Quando inizi un nuovo corso cos’è che noti cambiare di più negli allievi man mano che si lasciano coinvolgere dal metodo?
Chi sono oggi le persone che più si avvicinano al mermaiding nei tuoi corsi? Che cosa cercano, secondo te, in questa esperienza?
Come nasce la collaborazione con Beuchat e cosa significa, per te, rappresentare un marchio storico dell’attrezzatura subacquea?
C’è un attrezzo o un dettaglio tecnico che senti “tuo” tra quelli firmati Beuchat?
Progetti futuri: dalla performance alla scrittura

Intervista a Ilaria Molinari

Ciao Ilaria, ti seguiamo da anni: la figura della sirena è spesso carica di simboli. Quale significato ha per te oggi indossare la coda?

La figura della sirena per me è arrivata per caso, nel 2013 ho fatto un servizio fotografico e mi hanno proposto di indossare una coda.

Mi sembrava buffo ma ho detto sì, ed è scattato qualcosa, nel muovermi in acqua libera di esprimermi, pelle a pelle con il mare, senza maschera o attrezzatura classica, solo coda, dentro la quale avevo fatto inserire una mia mono professionale.

Un anno dopo, quando sono stata chiamata per inaugurare l’allora piscina più profonda del mondo, ho pensato di indossarla e da lì è nata non solo una passione ma anche un lavoro parallelo a quelli legati all’apnea pura.

Il video di quella giornata è diventato virale raggiungendo oggi più di 45 milioni di visualizzazioni, ero la prima sirena che sapeva davvero stare in apnea, muoversi per minuti interi senza ausilio di respiratori sommersi e con grande autonomia, inoltre ero anche la prima a non indossare accessori di ogni genere, ispirandomi al fatto che le sirene “vere”, quelle della mitologia, e quelle delle favole sono molto semplici, non hanno bisogno di parrucche e lustrini, e nel mio caso, avendo appunto forti basi di apnea e autonomia in acqua, qualunque oggetto in più addosso toglierebbe l’attenzione dalla purezza e pulizia dei gesti, fungendo da filtro alle emozioni che provo e che voglio trasmettere.

Ogni immersione da sirena è un canto di amore nei confronti del mare, ogni movimento è ispirato e dedicato a lui, io provo questo ogni volta che mi immergo e con la sirena è ancora un po’ più magico, e a quanto pare chi mi guarda nei video o dal vivo lo percepisce perché ricevo sempre riscontri e commenti entusiastici ed emozionanti.

E il motivo di questa partecipazione delle persone è che siamo tutti sirene e tritoni in fondo, metà esseri umani e metà creature marine, siamo acqua e proveniamo dall’acqua, dal mare e dal piccolo oceano in cui tutti siamo stati creati, il grembo materno. Ogni nostra azione si riverbera nel mare, nel bene e nel male, non possiamo dimenticarlo.

Ilaria Molinari con coda da sirena azzurra e squame, e top bianco, che nuota elegantemente sott'acqua.

Nel Metodo Sirenamente mescoli tecnica, gioco e consapevolezza. Quando inizi un nuovo corso cos’è che noti cambiare di più negli allievi man mano che si lasciano coinvolgere dal metodo?

Di solito faccio degli stage, quindi vedo gli allievi nel loro percorso di 2-3 giorni, anche se alcuni tornano e quindi ho modo di conoscerli meglio e di vederli a distanza di tempo; quello che noto sempre negli adulti è una voglia comune di giocare, lasciarsi andare senza prendersi troppo sul serio, e soprattutto vedo la tranquillità che gli allievi hanno anche quando non hanno basi solide di nuoto o ancora meno di apnea, sono rassicurati probabilmente dalla mia presenza e dall’immagine della sirena che è un po’ magica e che attira l’attenzione senza limiti di età o genere.

Fin dai primi esercizi a secco e in acqua noto anche in chi è meno consapevole o insicuro, un aumento della tranquillità in acqua e una maggiore padronanza dei movimenti, che ricordo implicano il nuoto pinnato con la coda e a tratti in apnea, il che non è semplicissimo per tutti!

Chi sono oggi le persone che più si avvicinano al mermaiding nei tuoi corsi? Che cosa cercano, secondo te, in questa esperienza?

Gli stage sono per adulti o bambini e ci sono tutte le età, le mie sirene o tritoni arrivano già “scremati” perché sono già miei fan e quindi conoscono il mio modo di amare e vivere il mare e la purezza con cui interpreto la sirena acqua e sapone, vogliono davvero rappresentare l’unione metaforica tra essere umano e mare e non semplicemente una persona travestita con parrucca e accessori di vario genere: quello che chiarisco sempre in ogni occasione è che indossare una coda è davvero l’ultimo step per diventare sirene, c’è molto altro da fare prima e su cui lavorare e riflettere!

Per i bambini ovviamente io rappresento una sorta di Babbo Natale del mare, quindi vivono appieno il sogno, il gioco, riuscendo tranquillamente a superare l’impegno che nuotare con una monopinna a pochi anni di età richiede.

Come nasce la collaborazione con Beuchat e cosa significa, per te, rappresentare un marchio storico dell’attrezzatura subacquea?

Beuchat è la storia della subacquea e l’ho scoperto ancora di più da quando ne faccio parte. Io fino ad ora ho avuto a che fare con persone molto serie e corrette, inoltre mi piace molto il rapporto che creano con la testimonial, me in questo caso, che mi ha colpito perché non è solo un accordo di ritorno di immagine e scelta dell’attrezzatura da un catalogo, ma ho notato con mia piacevole sorpresa un vero interesse nel capire la mia reazione alle attrezzature testate e anche il voler farmi avere materiale che davvero mi soddisfasse in acqua, e per questo li ringrazio ulteriormente.

Inoltre un altro aspetto che ho molto apprezzato è stato quello di non dare un limite preciso all’attrezzatura da fornire, ma di capire i bisogni dell’atleta per dare la giusta attrezzatura senza lesinare ma anche senza sprechi inutili, che poi è ciò che si traduce in rispetto per l’ambiente e in correttezza nel rapporto tra me e Beuchat.

C’è un attrezzo o un dettaglio tecnico che senti “tuo” tra quelli firmati Beuchat?

Ho un’attrazione totale verso le maschere coloratissime e morbidissime come la Maxlux, perché oltre alla bellezza estetica offre una visione cinematografica in acqua, pur essendo incredibilmente a volume ridotto e quindi adatta per l’apnea. Le sento mie perché tutti quei colori rappresentano creatività e gioia in acqua e mi ci rifletto.

Progetti futuri: dalla performance alla scrittura

C’è un aspetto del tuo lavoro che oggi senti in trasformazione? Su cosa ti piace investire di più, guardando ai prossimi anni?

Sto finalmente iniziando a scrivere, o meglio, a mettere ordine tra le tante cose che ho scritto negli anni. Tra qualche mese il mio primo libro sarà pronto, ma non è quello che vi aspettate… poi mi saprete dire!

Ringraziamo Ilaria Molinari per il tempo che ci ha dedicato e per aver condiviso con noi la visione e la sensibilità che accompagnano il suo percorso.
Non vediamo l’ora di seguire i suoi prossimi progetti — a partire dal libro in arrivo — e di ritrovarla presto tra mare, arte e apnea.

Leggi anche:

  • Ilaria Molinari diventa ambasciatrice di Beuchat per la Giornata Mondiale degli Oceani
  • Gli ambassador di Beuchat a Eudi 2025
  • Intervista a Emilio Mancuso: biologo marino, fotografo subacqueo e ambassador Beuchat

TAGapnea Beuchat
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Sara Cordara

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