A soli pochi minuti di gommone dal porto di Arenzano (Ge)si trova la secca “dei Due Balconi”, un luogo spesso dimenticato vista la vicinanza della Super petroliera Amoco Milford Haven, che attira gli appassionati subacquei di relitti sommersi. La secca, prolificata silenziosamente, è uno spettacolo di rara bellezza, un’oasi di colore e di vita, una sorta di foresta di gorgonie rosse e gialle: Paramuricea clavata, e bianche Gorgonia flabellum.
I ventagli di gorgonie sono cresciuti, incredibilmente in questa acqua spesso torbida, sul fondale di limo chiaro, tipico della zona ligure. La secca, oggi, è una vera speranza per la vita del mare. Il suo nome “Secca dei due balconi” ha inizio nel lontano passato di un pescatore, Mirò, che aveva trovato in quel preciso punto di mare, un luogo dove pescare. Per raggiungere il punto esatto sopra la secca con la sua barca, visualizzava dal mare un punto preciso a terra, dove l’incastro di due costruzioni mostrava l’allineamento in orizzontale di due ampi balconi. A quel punto, spento il motore iniziava a pescare. Mirò era un pescatore conosciuto ad Arenzano, e quel luogo di pesca negli anni ha acquisito la nomea di “Secca dei Due Balconi”.

Morfologia e profondità della secca dei Due Balconi
L’ampiezza della secca è di circa due chilometri distribuita tra scogli bassi, ravvicinati e pareti verticali che salgono dal fondo sabbioso dei -47 metri, sino a circa – 38 metri. Il substrato è di rocce solide e dure, terreno perfetto per l’ancoraggio e l’insediamento delle gorgonacee. Grazie alla loro struttura flessibile si adattano alla corrente anche sostenuta che trasporta il plancton di cui si nutrono. Dal porto di Arenzano il tragitto è di circa un chilometro, mentre da Genova va ipotizzato un tempo di trasporto in gommone, più lungo.
Immersione alla “Secca dei due Balconi”
Era qualche anno che non mi immergevo sulla secca, poi un giorno curiosamente parlando con l’amico subacqueo con cui avevo condiviso diverse immersioni proprio sulla secca, l’idea di tornare a visitarla ci ha entusiasmato. E’ una domenica pomeriggio del mese di giugno col sole estivo e prepotente nel cielo, quando Gianluca ed io ci incontriamo al mare, al diving, per tornare a immergerci sulla secca. Scopriamo piacevolmente che oggi saremo solo in quattro subacquei a immergerci, situazione idilliaca per scattare immagini, sott’acqua. Sul punto di immersione, scopriamo con piacere che a pochi metri sott’acqua si trova una boa fissa, con la cima agganciata sul fondo a circa 41 metri.
Nell’ultima immersione insieme sulla secca, circa quindici anni fa, non c’era la boa e si scendeva in libera sino al fondale con solo un pedagno mobile calato da gommone che non poteva ancorare in quel tratto di mare. Tuffati in acqua, Gianluca ed io ci scambiamo gli ultimi ragguagli dell’immersione, poi iniziamo la discesa. Dieci, venti, trenta, trentacinque metri: l’acqua è torbida. Situazione frequente, in queste acque, causata dal limo sottile del fondale, mosso dal costante traffico delle barche, e alla corrente marina. Quaranta metri, siamo sul fondo.

Orientamento sul fondo e struttura della secca
Libero i bracci dei flash dell’attrezzatura fotografica, mentre Gianluca, con la torcia, indaga nell’acqua opaca e un po’ spenta. A poco più di un metro di distanza dal pedagno fissato al suolo, una cima stesa sul fondo, indica la direzione da seguire. La cima percorre il centro della secca ed è un grande aiuto per l’immersione, punto di riferimento per il subacqueo e non perdersi tra il saliscendi degli scogli. Lo spettacolo difronte a noi è mozzafiato.
Ovunque attorno a noi, ventagli di gorgonie rosse, gialle e bicolori, camaleontiche, con il tronco rosso al centro e le punte dei ventagli giallo intenso. Questo particolare dei ventagli bicolore, fa pensare che la corrente qui è di casa. Gianluca sorride dietro la maschera. Sono certa che anche lui sta pensando all’ultima volta in cui siamo scesi quaggiù, in questo ondeggiare lento e costante dei ventagli che danzano seguendo la spinta e le vibrazioni dell’acqua. Il pensiero mi porta a immaginare una danza naturale e magica di colori.
Decidiamo di seguire la cima fissata agli speroni rocciosi e scivoliamo lenti lungo il corridoio centrale. Gianluca richiama la mia attenzione con la luce della torcia e mi indica un punto preciso. Ci avviciniamo, incredibile! Riconosciamo una gorgonia gialla, grande e alta con un ventaglio enorme che si apre da ambo i lati come se abbracciasse l’acqua, con altre gorgonie gialle più piccole sotto di lei.
È questo il punto in cui anni fa, avevamo gonfiato il pallone di segnalazione per la risalita in superficie!

Le gorgonie bicolori della secca
Nell’acqua chiara e velata le gorgonie emergono dal limo leggero e grigio, come sirene a protezione di un luogo amato da proteggere. L’emozione riempie gli occhi e la mente. Tutto attorno appare come un giardino inesplorato, alcune sono diventate giganti e hanno rivestito ogni spazio del substrato su cui si sono insediate. Mi sento a disagio difronte a tanta bellezza, come se stessi usurpando uno scrigno del mare importante per il suo ecosistema. Sopra di noi una coperta d’acqua blu opaca, sembra proteggere l’ambiente. Quaggiù non arriva molta luce, ma i gorgonacei sono cresciuti in modo spettacolare.
Incontri e osservazioni fotografiche sott’acqua
Scivolo davanti a Gianluca e inizio a scattare immagini, mi lascio trasportare dall’acqua verso il fondo. Punto l’obiettivo della mia macchina fotografica, verso il cielo d’acqua per catturare la poca luce che filtra. Gianluca illumina con la torcia anche gli angoli più nascosti, approfitto della sua luce e scatto, avvolti in questa oasi da sogno di colori veri del mare.
Davanti a me appare un picco che si erge dal fondo rivestito interamente di ventagli gialli. Lo raggiungo e scivolo dalla parte opposta per scendere nuovamente verso il fondo e inquadrare questa bellezza prepotente ed esplosiva. Un ventaglio giallo mi sovrasta, quasi mi obbliga a sdraiarmi per riuscire a catturare la sua ampiezza. Respiro nel silenzio del mio rebreather, silenzio che mi aiuta ad ascoltare l’ambiente. Ruoto su me stessa e pinneggio adagio verso l’orizzonte opaco che si scioglie in lontananza. Qui le rocce si diradano nel fango.
Gianluca mi aspetta a vista, sopra lo scoglio tra i ventagli gialli. Qualcosa di bianco attira la mia attenzione a una decina di metri. Un paio di pinneggiate e raggiungo un ramo di gorgonia rosso e giallo, colonizzato da una Eunicella singularis bianca. E’ solo lei, isolata in questo spazio grigio. Emerge dal fango solo una piccola roccia su cui si è insediata. E’ inclinata e piegata tutta da un lato. Mi fermo a osservare questa natura forte capace di vivere nelle difficoltà. Lentamente si sta appropriando del territorio delle sue sorelle.

Corridoi, gorgonie e impatto antropico
Non è facile immortalarla in questa posizione, ma ci provo, poi lentamente mi allontano e ritorno dal compagno. Proseguiamo percorrendo un altro tratto di secca. Sembra di voler penetrare una foresta dove la vegetazione rigogliosa e prorompente ostruisce il passaggio.
Qua e là lenze strappate e nasse abbandonate hanno spezzato alcuni rami di gorgonie, segnale del triste passaggio dell’uomo. Mi infilo in un piccolo corridoio tra le rocce, dove le gorgonie mi sovrastano completamente. Al trentesimo minuto Gianluca che indossa il bibombola in circuito aperto, mi segnala che deve iniziare il ritorno verso la boa. Vorrei restare ancora, ma il tempo sul fondo per Gianluca è terminato. Torniamo lenti verso la boa. Emersi e risaliti sul gommone, decidiamo di tornare presto a rivedere la danza di colori di questo luogo incredibile. La secca “Dei due Balconi” è un vero gioiello del mare, e abbiamo il dovere di rispettarla e proteggerla.

Dati tecnici e attrezzatura consigliata
L’immersione alla secca dei due balconi è consigliata a subacquei esperti, oppure con una guida. L’immersione varia dai -37 metri ai -47 metri di profondità. Per visitare la secca nella sua ampiezza potrebbe essere necessario stendere il reel per non perdersi nell’altalenante saliscendi. La cima fissata lungo il centro della secca, l’attraversa, ma l’ampiezza spinge il subacqueo a esplorarla. L’acqua spesso è torbida e la visibilità si riduce anche a un metro.
Facilmente si trova corrente. Consigliato l’uso della semistagna o stagna. Attrezzatura: bibombola di vari litraggi o rebreather per un tempo di fondo soddisfacente. Diversamente con il mono-bombola il tempo sul fondo si riduce. Secondo la propria didattica la miscela può essere un trimix leggero, aria e gas decompressivi.
La secca è diventata territorio di varie specie di esci come saraghi, cernie, orate, polpi, scorfani, musdee, Anthias anthias e nel periodo tra marzo e Giugno i gattucci depongono le uova tra i rami di gorgonie.
Diving center per l’immersione ai Due Balconi
I diving con cui fare immersione alla secca dei due Balconi: Haven Diving Arenzano (Ge)Tek diving Arenzano (Ge) Centro immersioni Tigullio (Ge) Libeccio (Ge).

Il Biologo Marco Palma
Analisi biologica del sito e osservazioni scientifiche
La Secca dei Due Balconi, ad Arenzano, è un sito d’immersione sorprendente per la ricchezza e lo stato di conservazione delle comunità coralligene. Qui la Paramuricea clavata si presenta nella rara varietà bicolore (rossa e gialla), formando densi popolamenti. Le grandi spugne Sarcotragus spinosulus assumono l’aspetto di morbide rocce intrecciate alle gorgonie, mentre estese colonie di Aplysina cavernicola colorano di giallo il versante settentrionale della secca.
Il lato sud ospita una foresta compatta di gorgonie che ricopre soprattutto le pareti subverticali. Il sito nonostante si trovi a poche centinaia di metri dalla costa, offre le caratteristiche tipiche di un’area offshore.
Durante un’immersione condotta a luglio, con acqua a 17 °C sul fondo, non si sono osservati fenomeni di mucillagine. Le gorgonie appaiono sane: polipi estroflessi, cenenchima ispessito e presenza di colonie di tutte le classi di taglia, dai giovani individui di pochi centimetri fino a esemplari di oltre un metro. Segni chiari di una popolazione stabile e riproduttiva. Non sono stati riscontrati danni legati alle anomalie termiche che in estate colpiscono altre zone del Mediterraneo.
Restano invece evidenti gli impatti della pesca sportiva e professionale, con rami spezzati, lenze e nasse abbandonate. La fauna ittica è abbondante e varia: banchi di boghe (Boops boops) si muovono tra le gorgonie insieme a specie stanziali come Chromis chromis e Anthias anthias. Non mancano anche ospiti tipici del precoralligeno e dell’infralitorale, come il serranus scriba, che trova qui un habitat ideale.



















