Il termine “Gorgonia” deriva dal latino Gorgonia, che a sua volta trae origine dal greco antico riferito alle figure mitologiche delle Gorgoni.
L’ordine Gorgoniacea comprende oltre 1.900 specie caratterizzate da sviluppo delle colonie di tipo arborescente, in genere disposte su un solo piano, spesso di notevoli dimensioni e vivacemente colorate.
Vogliamo mostrarvi una selezione di alcuni tra i nostri scatti più significativi catturati in tre decenni di immersioni tra i rami fluttuanti di queste creature.
Dagli scenari maestosi del Mar Rosso, alle foreste sottomarine di Bali, Indonesia e Filippine, condividiamo con voi strategie per catturarne l’essenza: controllo della luce, composizione e scelte tecniche mirate.
Le gorgonie: classificazione, etimologia ed evoluzione

Obiettivo 10 mm – Manuale – ISO 200 – 1/100 – F11 – 2 flash.
Le Gorgonie (ordine Alcyonacea, sottoclasse Octocorallia, phylum Cnidaria) sono animali marini coloniali appartenenti al gruppo dei coralli molli. Ecco una panoramica della loro etimologia, classificazione ed evoluzione tassonomica. Come abbiamo accennato il termine “Gorgonia” deriva dal latino Gorgonia, che a sua volta trae origine dal greco antico Γοργόνεια (Gorgóneia), riferito alle Gorgoni, figure mitologiche (come Medusa) con serpenti al posto dei capelli. L’associazione si deve alla forma tentacolare e ramificata delle Gorgonie marine, che ricordano le serpi intrecciate della testa di Medusa.
La classificazione attuale delle Gorgonie si basa su criteri morfologici e genetici. Sono, classificate come segue:
- Dominio: Eucaryota
- Regno: Animalia
- Phylum: Cnidaria
- Classe: Anthozoa
- Sottoclasse: Octocorallia (coralli ottozooici)
- Ordine: Alcyonacea (include anche Alcionacei e altri coralli molli)
Le “Gorgonie” non sono un taxon monofiletico secondo tutte le classificazioni: il termine è spesso usato in senso morfologico per indicare coralli ramificati e arborescenti, anche se possono appartenere a famiglie diverse.
Le Gorgonie si sono evolute all’interno del gruppo degli Octocorallia, che comprende organismi con otto tentacoli piumati e una simmetria ottamerale. I primi fossili di Octocoralli risalgono al Cambriano, ma le Gorgonie vere e proprie compaiono nei sedimenti mesozoici e si diversificano soprattutto nel Cenozoico.
In passato, le Gorgonie erano classificate separatamente da altri Alcionacei. La tassonomia moderna, basata su analisi genetiche (filogenetica molecolare), ha portato alla riclassificazione di molte specie in base alla struttura dei spicole (elementi calcarei interni) e del DNA mitocondriale e alla distinzione tra coralli ramificati (Gorgoniiformi) e non ramificati, pur appartenenti allo stesso ordine.
Con le più recenti revisioni sistematiche, Alcionacei, Gorgoniacei e Stoloniferi ad oggi sono ricompresi in un unico ordine, gli Alcionacei.
Struttura e adattamenti delle gorgonie

Obiettivo 10 mm – Manuale – ISO 200 – 1/125 – F11 – 2 flash.
L’elemento caratterizzante delle gorgonie è costituito dal loro asse portante o scheletro. Esso è formato da una parte interna, detta sclerasse, che forma l’impalcatura portante del corallo, e da una parte esterna, detta cenenchima, che ne costituisce la protezione e su cui si sviluppano i polipi. Lo sclerasse a sua volta può essere scomposto in due parti: la medulla al centro e uno strato esterno, detto cortex, formato prevalentemente di gorgonina, una proteina elastica, che può contenere o meno degli scleriti calcarei, oppure delle lamelle di carbonato di calcio. Questa struttura risulta al tempo stesso robusta e flessibile, consentendo alle ramificazioni delle gorgonie di resistere alle correnti nelle quali solitamente si sviluppano queste specie.
Alcionari: colori, forme e strategie di ripresa

Contrariamente ai Gorgonacei gli Alcionacei, altro ordine di Octocoralli, non hanno uno scheletro rigido, ma formano colonie munite di una sorta di scheletro idrostatico composto da tessuto molle, rinforzato da una armatura di piccole spicole calcaree, che permette alla colonia di ancorarsi solidamente al substrato duro e di estendersi verso l’acqua, quando le circostanze sono favorevoli e i polipi della colonia si devono alimentare. Un’altra strategia di cui si avvalgono gli alcionari, in particolare in presenza di corrente è di assorbire acqua, in questo modo diventano trasparenti e bellissimi, quasi fossero di cristallo.
Sia gli Alcionacei che Gorgoniacei sono organismi filtratori.
Con le nuove tecniche di classificazione, sempre in fase di aggiornamento e che si avvalgono anche della genetica, recentemente una revisione della classificazione sistematica ha riunito i tre ordini classici degli Alcionacei, dei Gorgonacei e degli Stoloniferi in un unico ordine: Alcionacei.
E qui ci fermiamo, dal momento che non dobbiamo redigere un trattato di biologia marina, ma parlare di fotografia.
Come è a tutti ben noto, nelle immagini panoramiche le gorgonie, in virtù della loro morfologia e gli Alcionacei per i loro incredibili colori, sono tra i soggetti più presenti nelle nostre riprese di fauna sessile, sia come elementi di supporto nella costruzione di scenografie complesse ma, data la loro essenziale bellezza, anche come elementi unici e portanti di una fotografia subacquea.
In questo articolo sono riportati alcuni esempi di queste situazioni, relative informazioni biologiche, località e dati tecnici di ripresa.
In questo tipo di fotografie è bene, per quanto possibile, isolare il soggetto attraverso una adeguata valutazione dell’inquadratura, cercando inoltre di evitare elementi di disturbo e orientando le luci in maniera che contorni e sfondo vengano resi visibili il meno possibile, allo scopo di valorizzare il soggetto principale. Quanto sopra, ovviamente, con eccezione del “cielo del mare”, che sarà un secondo e non meno importante elemento compositivo. Ove possibile è preferibile scattare in controluce, in questo modo otterremo immagini più brillanti, dotate di maggior contrasto e con un notevole senso di profondità.
Scenari iconici del Mar Rosso e dell’Indo-Pacifico
Uno scatto realizzato su una delle pareti più spettacolari che ci sia capitato di vedere. Si tratta del Giftun Drift, una immersione in corrente che si fa lungo una parete che si trova al largo di Hurghada, sul versante meridionale dell’Isola di Giftun Seghir. E’ una foresta incredibile di gorgonie del genere Subergorgia, spesso di dimensioni mai viste; anche se non mancano altri tipi di Alcionacei: Ellissella sp., Siphonogorgia sp., Dendronephthia sp.e Melithaea sp. oltre ad Antipathes sp. e altre specie. In genere ci si butta dalla barca in prossimità di un piccolo faro che sta sulla costa, poi la barca va ad ancorarsi qualche centinaio di metri più a Sud – Ovest. Ci sono gorgonie dai 25/30 metri fino a quote da Trimix ipossico e, tra una pinnata e l’altra si sviluppano scenari straordinari.
Arrivati al punto x (Uno sperone di roccia con alla base una grotta), si deve risalire nuotando in direzione della costa fino ad un pianoro sabbioso, attraversato il quale si raggiunge la parete del reef dell’isola; si risale quindi a quote decompressive e, piano piano, si raggiungerà la barca.
Gorgonie rare e dettagli di struttura

Obiettivo 10 mm. – Impostazione fotocamera in manuale – ISO 200 – 1/125 – F9 – 2 flash.
Sifonogorgia è un parente stretto delle gorgonie, rispetto alle quali presenta una struttura portante più massiccia; in Indonesia è capitato di fotografarne un esemplare con un tronco di 20 cm., una vera rarità biologica. In questo scatto il soggetto occupa una parte preponderante del fotogramma, lasciando spazio solo allo sfondo del mare e dove il soggetto stesso, per la sua straordinaria “personalità”, sia morfologica che cromatica, invita a fermarsi per osservare attentamente i dettagli.

Un Grande Alcionario di forma e colore davvero insoliti, mai visti in altre occasioni. I mari tropicali ospitano alcune delle più spettacolari forme di vita marina e tra queste spiccano gli alcionari giganti. Questi straordinari coralli molli sono organismi coloniali costituiti da migliaia di piccoli polipi che lavorano insieme per costruire strutture ramificate, spesso di colori vivaci come il rosso, il viola e l’arancione. A differenza dei coralli duri, che creano scheletri calcarei, gli alcionari hanno strutture flessibili sostenute da spicole di carbonato di calcio immerse in una matrice gelatinosa. Questi organismi possono raggiungere dimensioni considerevoli, alcune specie si sviluppano in forma di vere e proprie “foreste sottomarine”.
Tecnica fotografica e composizione con Alcionari e Gorgonie

Obiettivo 10 mm. – Impostazione fotocamera in manuale – ISO 200 – 1/100 – F11 – 2 flash.
In questa fotografia, data la posizione del soggetto, non è stato possibile “staccarlo” completamente dal fondo, come invece sarebbe stato corretto. È stata comunque orientata la luce di sinistra in modo molto radente; in questo modo il fondo è rimasto meno illuminato e si è reso più evidente il soggetto. Dulcis in fundo è passato un gruppo di fucilieri che ha attribuito una nota di vitalità all’immagine. Una marcia in più per il risultato.

Obiettivo 10 mm. – Impostazione fotocamera in manuale – ISO 200 – 1/125 – F11 – 2 flash.
Facciamo una disamina di questo scatto, come fossimo ad un corso di fotografia:
Fuoco ok, illuminazione molto curata, infatti il soggetto è stato “isolato” dal fondale ed emerge come elemento portante dell’immagine, inoltre è stato eseguito un adeguato bilanciamento tra la luce ambiente e la luce dei flash, in una situazione non facile: infatti tra il controluce e la parte scura ci sono tre diaframmi di differenza.
Inquadratura in diagonale con equilibrio tra il soggetto e gli spazi circostanti e, per finire, nel “cuore” della foto un centro di interesse, un crinoide dalla cromo morfologia interessante.
Sarebbe bello fare solo foto della qualità di questa.
Simbiosi, biodiversità e paesaggio

Obiettivo 10 mm. – Impostazione fotocamera in manuale – ISO 200 – 1/100 – F10 – 2 flash.
Considerato che la gorgonia ha i polipi chiusi e che quindi ha un impatto meno importante nel fotogramma, la maggior parte dell’interesse si gioca sui crinoidi che la rivestono parzialmente. Un branco di pesci chirurgo in alto e spugne alla base, oltre che la trama colorata della gorgonia, danno un senso compiuto alla foto.

Foto e testi di Claudio Ziraldo e Andrea Pivari