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Home Articoli Archeosub Andrea Murdock Alpini: nuove spedizioni, nuove storie, stesso spirito nomade

Andrea Murdock Alpini: nuove spedizioni, nuove storie, stesso spirito nomade

21/05/2025

Andrea Murdock Alpini torna su ScubaPortal per raccontarci cosa bolle in pentola. Dalle grandi spedizioni internazionali al lavoro di documentazione nello Stretto di Messina e Calabria Grecanica, passando per nuovi libri, test fisiologici in ambienti estremi e progetti con enti scientifici.

Il 2025 sarà un anno intenso, ma non è solo un elenco di mete: dietro ogni immersione c’è uno sguardo che unisce ricerca, scrittura, tecnologia e memoria. Abbiamo raccolto sei domande per capire dove sta andando oggi il “nomade del profondo” e cosa porta con sé in questi nuovi progetti per il mondo.

Britannic il levitano degli abissi, un libro di Andrea Murdock Alpini, Magenes Editore 2026
Britannic il levitano degli abissi, un libro di Andrea Murdock Alpini, Magenes Editore 2026
Contenuti dell'articolo nascondi
Britannic e Lusitania: immersioni sui leggendari transatlantici
Test medici e immersioni in Sudafrica: ricerca scientifica in ambienti estremi
Grecanic Wreck Valley: esplorazioni subacquee e memoria culturale
Il nuovo libro sul Britannic di Andrea Murdock Alpini: dalla scrittura alla storia
La scrittura come viaggio: dal Nomade del profondo ai nuovi progetti
PHY Diving: innovazione tecnica e sperimentazione

Britannic e Lusitania: immersioni sui leggendari transatlantici

SP: Nel 2025 ti immergerai sui relitti di grandi transatlantici del passato: Britannic e Lusitania, due navi simbolo del Novecento. Che tipo di approccio avrai su questi relitti e cosa stai preparando in vista delle spedizioni?

AM: Le spedizioni subacquee sui grandi transatlantici del passato sono da sempre una mia grande passione: Andrea Doria, Britannic, Lusitania e un domani vorrei immergermi anche sul Rex, il supertransatlantico italiano vincitore dell’ambito Nastro Azzurro. Organizzare queste immersioni richiede molto lavoro, a volte di anni. La fatica e gli ostacoli sono molti ma il motivo principale che mi muove è quello della documentazione storica e della ricerca che si può fare su questi relitti.

Grandi navi, meravigliosi relitti.Il desiderio di immergermi su ciò che resta dell’RMS Lusitania è nato molti anni fa. Si tratta di una nave simbolo del Novecento, storicamente importantissima perché ha segnato il pretesto dell’entrata in Guerra degli USA nel primo conflitto bellico. Il suo relitto riveste un ruolo significativo per il mondo della subacquea tecnica. I grandi nomi della subacquea mondiale si sono immersi su di lei. In Irlanda andrò da solo, ma sul posto mi unirò a un grande team internazionale condotto da Peter McCamley, Vic Verlinden e Stuart Williamson che sono i massimi esperti mondiali in materia. Sarà un viaggio impegnativo ma anche molto stimolante in occasione del 110° anniversario dell’affondamento.

La spedizione subacquea sul relitto dell’HMHS Britannic è stata organizzata da PHY Diving con lo scopo di celebrare il 50° anniversario della scoperta del relitto da parte dell’oceanografo Cousteau nel 1975. Lo scopo di questo viaggio è quello di realizzare fotografie e video del relitto ma anche a terra, sull’isola di Kea e poi documentare anche l’altro grande relitto che si trova a poca distanza dal Britannic: l’SS Burdigala. Il loro destino è stato segnato dallo stesso sommergibile tedesco che le ha affondate. HMHS Britannic: il leviatano degli abissi è il titolo del nuovo libro monografico che sto scrivendo.

Tra le pagine del volume si concatenano storie di uomini alla ricerca dell’oro o di costruttori di navi ma soprattutto emergono storie di donne che durante la Prima Guerra Mondiale hanno vissuto a bordo delle navi ospedale. Il libro narra del Britannic e della sua genesi, oltre che delle sue sorelle Titanic e Olympic. Leggerlo sarà un vero viaggio per gli oceani del mondo.

Il Lusitania alla partenza da New York il 1º maggio 1915, per quello che sarebbe diventato il suo ultimo viaggio
Il Lusitania alla partenza da New York il 1º maggio 1915, per quello che sarebbe diventato il suo ultimo viaggio
RMS Lusitania, resti del relitto sul fondo del Mar d'irlanda
RMS Lusitania, resti del relitto sul fondo del Mar d’irlanda – courtesy Vic Verlinden

Test medici e immersioni in Sudafrica: ricerca scientifica in ambienti estremi

SP: Sei appena tornato dal Sudafrica per test medici e immersioni in ambienti estremi. Cosa vi ha spinto fin lì e quali obiettivi vi siete dati con il CNR e il team della Hyperbaric School di Padova?

AM: Il Sudafrica è stata un’esperienza incredibile. È stato un ritorno a distanza di due anni dal viaggio precedente e ora è in cantiere il progetto per l’anno prossimo. Voglio organizzare un’esperienza immersiva e selvatica tra la savana africana e le immersioni in grotte e miniere allagate. Immergersi là è un viaggio mentale prima che tecnico.

Stare da soli in luoghi remoti del mondo ti avvicina al senso della vita: si ritrova l’essenziale. Bisogna concentrarsi su ciò che serve davvero, come lo scultore che toglie dalla massa della roccia tutto ciò che serve a liberare la scultura che ne è contenuta. Non si scolpisce la statua ma la si libera dal marmo che la imprigiona.

Dovremmo tutti cercare un diverso modo di vivere, di intendere la spiritualità e l’interazione con il mondo della natura che ci ha generato.Quelli che oggi sono chiamati “luoghi estremi” lo sono perché l’uomo è diventato un essere urbano e incapace di vivere nel suo ambiente naturale. Io non li vedo come estremi ma semplicemente come ciò da cui veniamo e ciò in cui voglio tornare: è una necessità interiore che mi spinge a farlo. Gli studi sono coordinati dal Prof Gerardo Bosco dell’Università di Padova e dalla Dott.ssa Simona Mrakic Sposta dell’Istituto di Fisiologia Clinica del Consiglio Nazionale delle Ricerche di Milano.

Questi studi mirano ad esaminare, con metodi non invasivi, mediante campioni di saliva e di urina, gruppi di subacquei addestrati che effettuano immersioni ripetitive “a circuito aperto e/o a circuito chiuso“ per indagare l’evoluzione del loro stato di stress ossidativo, infiammazione e danno d’organo.Gli ambienti hanno sempre caratteristiche diverse, a longitudini e latitudini differenti, ove troviamo acque fredde/calde, con condizioni stressanti a livello bio-fisio-psicologico.

Lavorare sotto l’ala del Professor Dino Bosco e della dottoressa Simona Mrakic Sposta è davvero un privilegio. Uniamo le esplorazioni in luoghi remoti del mondo con la ricerca sulla fisiologia e la decompressione subacquea. Il nostro è un approccio innovativo volto alla ricerca e all’arricchimento della conoscenza in materia scientifica.

Sudafrica, test fisiologici e cognitivi dopo le immersioni in miniera
Sudafrica, test fisiologici e cognitivi dopo le immersioni in miniera. Photo credit Carlo Benvenuti, PHY Diving Equipment
ESEMPIO DI SCHETCH SPERIMENTALE. Giorni e sessioni di immersione, raccolta dei campioni, somministrazione dei test e analisi di biomarcatori. Copyright CNR Milano Niguarda e Hyperbaric School Padua
ESEMPIO DI SCHETCH SPERIMENTALE. Giorni e sessioni di immersione, raccolta dei campioni, somministrazione dei test e analisi di biomarcatori. Copyright CNR Milano Niguarda e Hyperbaric School Padua

Grecanic Wreck Valley: esplorazioni subacquee e memoria culturale

SP: Tra le spedizioni in programma spicca anche la Grecanic Wreck Valley, in Calabria: un progetto legato non solo al mare, ma anche alla memoria e all’identità culturale. Come si intrecciano, in questo caso, l’esplorazione subacquea e la ricerca storica?

AM: La Calabria Grecanica è un luogo lontano anche per chi vive in Calabria, per me che vengo dal profondo Nord avvicinarsi al profondo Sud è stato difficile ma anche stimolante. Sono luoghi mitologici e remoti, aspri come i monti che li sovrastano, selvatici come le capre e gli agnelli che pascolano sulle spiagge battute dal Mar Jonio, pungenti come gli aghi dei fichi d’india che ti conficcano nelle dita se li cogli nel modo sbagliato.

Ho imparato ad amare questi luoghi, a capirli, anche se svolte resta ancora un rapporto di odio-amore, eppure ho sempre la necessità di tornare là: qualcosa mi lega e mi chiama con parole di sirena. Dovrei forse mettermi dei tappi di cera alle orecchie? La Calabria Grecanica è un luogo in cui la lingua italiana si impasta con l’antico dialetto greco: ne nasce una lingua atavica che rispecchia i luoghi, in cui oggi la si parla a stento. Ciò che a me interessa è documentare alcuni relitti affondati nell’area compresa tra Capo d’Armi e Spartivento tra la Prima e la Seconda Guerra Mondiale. Beninteso, spesso ma non sempre, questi relitti sono già segnati sulla carta nautica. Sicuramente qualcuno ci si è immerso, ma a me non interessa il primato della discesa, il mio fine è studiarne la storia e dargli un significato.

Senza un nome questi sono meri obiettivi per soddisfare l’ego personale di chi raggiunge certe profondità, ma quando dai un nome a un relitto allora ricostruisci la storia nella nave, dell’armatore, di chi era bordo quando è affondata … questa per me è la profondità delle cose. La subacquea è un mezzo per conoscere, non un mero fine tecnico. Il mio obiettivo è identificare i relitti, raccontarne la storia e renderli fruibili ai subacquei tecnici che vorranno visitarli e conoscerli nel profondo.

Andrea Murdock Alpini si immerge per identificare un relitto della  Calabria Grecanica - courtesy PHY DIVING EQUIPMENT
Andrea Murdock Alpini si immerge per identificare un relitto della Calabria Grecanica – courtesy PHY DIVING EQUIPMENT
Andrea Murdock Alpini e un relitto della Calabria Grecanica
Andrea Murdock Alpini e un relitto della Calabria Grecanica. Photo credit Alessandro Pagano, PHY Diving Equipment

Il nuovo libro sul Britannic di Andrea Murdock Alpini: dalla scrittura alla storia

SP: Stai lavorando a nuovi progetti editoriali, tra cui un volume legato al Britannic. A che punto sei con la scrittura e che direzione stanno prendendo questi nuovi libri?

AM: Il libro sul Britannic è a buon punto. Questo sarà un libro molto diverso dalla precedente monografia Andrea Doria: Un Lembo di Patria, sarà molto introspettivo, racconterà la storia di chi viveva le navi più che la storia del transatlantico o della White Star Line. In Grecia prenderò appunti per i capitoli subacquei che mi restano da scrivere e poi, in agosto, mi dedicherò alla scrittura degli ultimi capitoli. Sono arrivato al punto cruciale della storia e sto ragionando sulla conclusione del libro che, ovviamente non coinciderà con l’affondamento della nave.

L’HMHS Britannic è un pretesto per raccontare lo spaccato di un periodo storico molto più ampio e complesso. Il libro è ambientato in diversi luoghi del mondo, dall’Irlanda all’Argentina, il Klondike in Canada, l’Australia, la Gran Bretagna e la Grecia ovviamente ma anche a Napoli con lo sfondo del Vesuvio o nello Stretto di Messina, quando il leviatano degli abissi transitava di lì per raggiungere Mudros e imbarcare i feriti. A Natale dovremmo trovare il libro finito sotto l’albero!

Andrea Murdock Alpini,  Andrea Doria Un lembo di Patria, Magenes Editoriale 2024
Andrea Murdock Alpini, Andrea Doria Un lembo di Patria, Magenes Editoriale 2024

La scrittura come viaggio: dal Nomade del profondo ai nuovi progetti

SP: I tuoi racconti mescolano spesso luoghi e stati d’animo. Sei reduce da un libro molto personale come Nomade del profondo, e stai già lavorando a nuovi volumi. Che tipo di storie stai costruendo questa volta, e quale direzione sta prendendo la tua scrittura?

AM: L’ultimo libro che ho pubblicato, Nomade del Profondo, è una sorta di greatest hits di viaggi immersivi e di interviste che ho condotto ai grandi nomi della subacquea tecnica del passato. Ritengo sia forse il mio libro più bello, è molto introspettivo, si viaggia nel mondo con la mente, stando comodamente seduti ovunque si trovi il tempo di leggerne le pagine.

A me interessa suscitare emozioni, raccontare le mie senza renderle assolute. Voglio che il lettore entri nel libro, si immerga nelle pagine, sogni e attraverso le mie parole provi emozioni, non importa che siano diverse dalle mie, anzi lo scopo è proprio questo.

Le mie avventure devono essere il pretesto per immaginarne di proprie, mi piacerebbe sapere che la mente e la fantasia delle persone si liberasse. Nulla è impossibile da realizzare se non per il veto che noi stessi mettiamo alla forza creatrice che è in noi. Walt Disney diceva “se puoi immaginarlo puoi farlo“, bisogna avere solo il coraggio di farlo, e questa è la scelta più difficile da compiere.

Libro Nomade Profondo di Andrea Murdock
Libro Nomade Profondo di Andrea Murdock Alpini

PHY Diving: innovazione tecnica e sperimentazione

SP: In molti dei tuoi progetti c’è un elemento ricorrente: il test di attrezzature e la messa a punto di soluzioni nuove. Quanto conta per te il rapporto tra spedizione e sviluppo tecnico? PHY Diving è diventato anche un laboratorio di sperimentazione?

AM: PHY Diving è nato come laboratorio di sperimentazione per viaggi, esplorazioni, immersioni. Lo scopo, sin da principio, è stato quello di lavorare su attrezzature che non esistevano sul mercato o che non fossero abbastanza performanti per lo scopo a cui erano chiamate. La spedizione subacquea serve a mettere a punto il prototipo, poi segue una fase di assestamento del campione e infine nasce il prodotto commerciale. Il freddo e il calore sono stati gli elementi principali su cui abbiamo lavorato.

L’isolamento termico è tutto quando si va sott’acqua per lungo tempo e ancor di più in luoghi freddi come Mar Baltico, Oceano Atlantico o Mar di Norvegia. Il peso e quindi la leggerezza sono stati altri elementi su cui si è basata la ricerca per lo sviluppo dei nostri sotto muta. Il rapporto tra calore, compressibilità e volume sono le leve da cui sono nati i nostri prodotti. Tutto è nato dall’esigenza di soddisfare necessità che si presentavano in occasione di un viaggio.

Un problema, tante soluzioni, è vero. Ora abbiamo in cantiere nuovi prodotti, per ora siamo alla fase di ideazione ma in autunno arriverà la sperimentazione e per l’EUDI 2026 dovremmo avere qualcosa di nuovo da proporre ai subacquei più esigenti e curiosi. Sviluppare nuovi materiali, avere maggior comfort e minor ingombro sono tre punti su cui abbiamo incentrato lo sviluppo dei prodotti PHY Diving.

Tutto è nato da un viaggio invernale in grotta in Russia fatto molti anni fa … ora sogno di tornare in quella landa desolata e bianca che è il continente russo, speriamo che la politica internazionale rimescoli le carte e dia pace. Laggiù nell’infinito bianco ho ancora molte storie da scrivere e avventure da vivere, sto solo aspettando il mondo giusto per poter tornare.

Andrea Murdock Alpini si prepara all'immersione in MAr Baltico - courtesy PHY DIVING EQUIPMENT
Andrea Murdock Alpini si prepara all’immersione in Mar Baltico – courtesy PHY DIVING EQUIPMENT

Letture correlate:

  • Nomade del profondo | Il nuovo libro di Andrea Murdock Alpini
  • Andrea Murdock Alpini – Immersioni Selvagge
  • «Andrea Doria: un lembo di patria», conferenza e presentazione del libro
  • Deep Blue – Brave Heart: Andrea Murdock Alpini si racconta

TAGandrea murdock alpini britannic libri subacquea lusitania relitti ricerca subacquea
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Andrea Murdock Alpini
Andrea Murdock Alpini

Andrea Murdock Alpini (classe 1985) è profondista e Instructor Trainer tecnico. Ha fondato il brand PHY DIVING EQUIPMENT per sviluppare nuove attrezzature adatta ad avventure e subacquea avanzata nel campo delle esplorazioni di relitti profondi, grotte e miniere allagate. Organizza corsi e viaggi in luoghi insoliti creando avventure che uniscono l’esplorazione alla subacquea. Documenta il proprio lavoro con video e articoli che pubblica su testate italiane ed estere. Tiene conferenze e seminari inerenti il suo lavoro. È stato insignito dall’Accademia Internazionale di Scienze e Tecniche Subacquee con il prestigioso Tridente d’Oro per la sua attività esplorativa e di ricerca.

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