Le razze sono pesci con lo scheletro cartilagineo, come gli squali. Hanno una forma appiattita e vivono sul fondo, nutrendosi di pesci e invertebrati bentonici. Possiedono una lunga coda con due piccole pinne dorsali e una minuscola pinna caudale.
Gli occhi sono situati sul lato dorsale mentre la bocca, le fessure branchiali e le narici su quello ventrale. La locomozione è garantita dalle ondulazioni delle grandi pinne pettorali.

Riproduzione e ciclo vitale delle razze
Sono pesci ovipari e a fecondazione interna, cioè nell’utero materno. Mamma razza depone alcune decine di uova, ciascuna racchiusa in una resistente capsula provvista di quattro cirri per l’ancoraggio sul fondo, operazione facilitata anche dalla peluria adesiva, simile al bisso, di cui sono spesso provviste. La schiusa avviene dopo qualche mese, a seconda della specie.
I misteriosi “borsellini delle sirene”
Probabilmente sarà capitato anche a voi di vedere questi strani astucci sulla spiaggia, sono chiamati “borsellini delle sirene” e sono molto comuni. La maggior parte risulta aperta sul lato dove si trovano le “corna” più lunghe, da lì infatti esce la piccola razza. Qualche volta però la capsula ovarica è chiusa, segno che la nascita non è avvenuta. Può essere successo che l’embrione sia morto in una fase iniziale dello sviluppo, o che sia stato predato da una natica o un murice, come indica la presenza di un forellino, oppure la capsula potrebbe non essere stata fissata bene ed è finita sulla spiaggia.
Una scoperta emozionante
In tanti anni e centinaia di capsule esaminate, non ho però mai trovato traccia dell’embrione, fino a pochi giorni fa quando ne ho raccolta una che conteneva qualcosa. Sarà entrata della sabbia, mi sono detto, ma l’astuccio sembrava integro. Così ho deciso di aprirlo ed è stata un’emozione. All’interno c’era una minuscola razza, grande quanto una falange, ancora attacca al sacco del tuorlo che l’avrebbe alimentata fino alla schiusa. Ho smesso di fotografare e mi sono fissato a osservarla, quasi incredulo. Chissà quel giorno quanta gente è passata accanto o ha calpestato quell’astuccio, senza sapere quale piccolo-grande segreto custodisse. Il mare ci racconta tante storie, ma dobbiamo imparare ad ascoltarlo.
