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Home Articoli Interviste Intervista a Francesco Pipino, subacqueo

Intervista a Francesco Pipino, subacqueo

19/03/2012

Autore testo: Marco Daturi
Autore foto: Adolfo Maciocco

Qualche anno fa, durante una nostra vacanza sub a Sharm abbiamo avuto il piacere di conoscere Francesco Pipino, una delle guide italiane del Camel Dive Club. Con Francesco è facile entrare in sintonia perché è una persona piacevole e molto professionale con cui è bello trascorrere del tempo anche al di fuori del lavoro. E tra una birra e l’altra ci siamo fatti raccontare la sua vita. La sua
esperienza è sicuramente interessante per tutti e quasi unica: qualche giorno fa infatti un quotidiano nazionale gli dedicava alcune pagine. Con un po’ di invidia abbiamo voluto anche noi la sua intervista e Francesco, che ringraziamo, gentilmente non ci ha fatto aspettare troppo. Tra le discussioni con gli amici ci siamo chiesti se abbia avuto più coraggio lui a cambiare vita oppure ‘noi’ a
continuare in una scelta più tradizionale e probabilmente meno felice. Con i pro e contro di tutte le scelte ognuno potrà fare le proprie riflessioni…

Intervista a Francesco Pipino

Presentati ai futuri amici che ancora non ti conoscono

Francesco Pipino, 46 anni, pugliese di Oria, splendida cittadina medievale a cavallo tra i due mari che bagnano la penisola salentina. Da quelle parti il mare è parte integrante della vita di tutti i giorni. Sin da bambini è normale dotarsi di maschera e tubo e tuffarsi nel blu. Ho scoperto l’immersione con le bombole quando ero poco più che adolescente ma, naturalmente, era un’attività cui potevo dedicarmi solo nel tempo libero. Dopo una laurea in Economia a Milano, per 19 anni ho lavorato in banca avendo anche  la fortuna di effettuare una veloce carriera. Le crescenti responsabilità professionali mi lasciavano però sempre meno tempo da dedicare alla mia passione. Ho iniziato, inoltre, a non condividere valori e status simbol comuni nel mio ambiente.

Quando e perché hai deciso di ‘cambiare stile di vita’

Contrariamente a quello che si potrebbe pensare, non si è trattato di una improvvisa folgorazione, ma piuttosto di un percorso pianificato e perseguito in qualche anno. Nei primi anni 2000 il mio lavoro, che in passato mi aveva appagato e dato grandi soddisfazioni, iniziava a stimolarmi sempre meno. Nel 2003 decisi di avviare un progetto personale nel campo della ricettività turistica, possibilmente a basso impatto ambientale. Nacque così  Borgodioria Resort ( www.borgodioria.it ), un albergo diffuso le cui suite, tutte nel centro storico di Oria, sono costituite da abitazioni del XIV e XVI secolo appositamente ristrutturate. Superata la fase di start up, grazie ad un validissimo staff ed alle tecnologie telematiche, mi è stato possibile seguire borgodioria indipendentemente dalla mia ubicazione, cosa che ancora faccio con grande soddisfazione. Decisi così prendere dei periodi di aspettativa dal lavoro in banca durante i quali andare a vivere in posti “altri” coltivando la mia passione per i viaggi, il diving e le culture “non occidentali”: India, Thailandia, Indonesia dove divenni divemaster e, per la prima volta, trasformai la passione in professione. Successivamente mi trasferii a Sharm per seguire in corso istruttori presso il Camel Dive Club, centro tra i leader della famosa località. Quando, subito dopo aver superato l’esame da istruttore, lo stesso Camel dive club mi propose di fermarmi a lavorare con loro decisi che era finalmente arrivato il momento di chiudere definitivamente con la banca e trasferirmi qui.

Come si svolge la tua giornata di oggi?

Sveglia ore 6.30, ci vediamo al centro alle 7.50. Incontro con gli ospiti o gli studenti e quindi, inizio dei corsi o, nei giorni in cui si guida, barca sino alle 16.30 circa. Facciamo da 2 a 3 immersioni al giorno precedute da briefing, chiacchiere e lazzi vari. Rientro al diving e poi tutti nella lounge area a bere una birra e chiacchierare circa le avventure della giornata. A letto, solitamente, non tardissimo.

Quali sono 3 pro e 3 contro della vita di adesso?

Mi è difficile contenere in soli 3 il numero dei “pro”: il mio “ufficio” è in uno degli ambienti subacquei tra i più ricchi e belli al mondo; la soddisfazione nel vedere come in pochi giorni anche dei principianti assoluti imparino ad immergersi in sicurezza e si innamorino del fantastico mondo sommerso.
E’ emozionante leggere negli occhi dei neo brevettati una immensa gratitudine e sapere che rimarrai comunque un piccolo punto di riferimento per loro. E’, poi, estremamente gratificante assecondare l’arcaico istinto della “caccia”, (naturalmente incruenta) quando cerchi forme di vita marina da mostrare agli amici subacquei che stai guidando. Altra bella sensazione è quella di
appartenere ad una comunità multiculturale e multietnica ma molto compatta i cui membri, pur con le peculiarità di ognuno, sono accomunati da un profondo rispetto per la natura e l’ambiente. Non vedo dei grandi “contro”… forse, considerato l’elevato turn over che caratterizza il nostro lavoro, la frequenza con cui tocca separarsi da amici e colleghi che decidono di andare a lavorare in altri posti del mondo.

Cosa consiglieresti agli studenti che vivono in Italia?

Prima di tutto di investire qualche mese della propria vita per recarsi a vivere all’estero imparando una o più lingue straniere ed abituandosi ad essere economicamente autosufficienti: è molto più semplice di quanto possa sembrare.
Coltivare poi il proprio spirito critico, farsi delle domande, essere curiosi. Capire quello che li appassiona davvero e perseguirlo senza essere legati a schemi precostituiti o a mode del momento. In altre parole cercare di essere attori della propria esistenza e del proprio tempo. 

Quanto è importante la subacquea nella tua vita?

La subacquea è la mia vita!!!!

L’esperienza che ricordi con più piacere?

Come guida sicuramente quel mitico 7 Dicembre 2010 quando, dopo una serie di attacchi di squali a Sharm, avemmo il sommo privilegio di nuotare per circa 10 minuti con quello che i media avevano battezzato come “lo squalo killer”. Non era solo per il piacere dell’incontro con lo squalo (fortunatamente abbastanza frequente nel Mar Rosso) ma l’aver potuto mostrare che, tutt’altro che un mostro, eravamo al cospetto di uno splendido animale il cui comportamento era stato reso anomalo da fattori antropici.

Le persone che sono più importanti nella tua vita?

La famiglia di origine e alcuni amici di infanzia senza ombra di dubbio, oltre a tanti amici e colleghi che ho incontrato in giro per il mondo e con i quali ho condiviso esperienze ed emozioni.

Qualcosa che vuoi dire ai lettori?

Venitemi a trovare a Sharmmmmmm 🙂

È assolutamente vietata la riproduzione, anche parziale, del testo e delle immagini presenti in questo articolo senza il consenso dell’autore.


TAGFrancesco Pipino
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