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Home Senza categoria 3. La Luce

3. La Luce

28/05/2015

Autore: Leda Masi


Prima di parlare di ottiche, lenti e flash temo che ci toccherà
avventurarci, sia pure per brevissimo tratto, sull’odiato sentiero delle leggi
dell’ottica. Se te la senti vado a incominciare…
La luce è il primo e più
importante mezzo della fotografia. E’ una vibrazione elettromagnetica e si muove
nell’aria alla velocità di circa 300.000 Km al secondo.
La luce solare ha uno
spettro molto ampio di lunghezze d’onda, dai 0.000.000.1 mm ai 10 Km, ma
l’occhio umano ne percepisce solo una piccola parte:



Come si vede lo spettro del visibile è molto ristretto (dai 400 ai
700 nm, milionesimi di millimetro), ma le pellicole fotografiche hanno una
sensibilità maggiore del nostro occhio, e riescono a registrare lunghezze d’onda
che per noi sono invisibili.

Le onde che compongono la luce visibile non
hanno tutte la stessa lunghezza d’onda, e la variazione di questa lunghezza
determina la percezione del colore.
La luce bianca è la combinazione di
tutte le lunghezze d’onda, cioè di tutti i colori:
 



quando la luce incontra un corpo i suoi raggi possono essere
trasmessi, assorbiti o riflessi. :
se tutti i raggi vengono trasmessi il
corpo è trasparente e lascia passare i raggi di luce che lo colpiscono dopo
averli deviati (più o meno a seconda del materiale costituente l’oggetto e
dell’angolo di incidenza del raggio stesso). Un corpo opaco invece riflette
alcune radiazioni e ne assorbe altre: le radiazioni che vengono riflesse sono
quelle corrispondenti alla pigmentazione del corpo. Così un oggetto ci appare
rosso se riflette la radiazione rossa (circa 700 mμ) oppure verde se riflette
una radiazione di circa 530 mμ. Se assorbe completamente tutte le radiazioni ci
appare nero e se invece le riflette tutte ci appare bianco.



La luce si muove con una velocità proporzionale alla densità del
mezzo in cui viaggia. Nell’aria è di 300.000 km/sec, nel vetro di 200.000 km/sec
e nell’acqua di circa 220.000 km/sec.
Nel passaggio da un mezzo meno denso
(l’aria) a uno più denso (l’acqua) la luce subisce quindi un rallentamento e di
conseguenza viene anche deviata, poiché la luce tende a viaggiare fra due punti
nel minore tempo possibile. Provo a spiegarmi meglio con un disegnino:



un raggio di luce proveniente da A nell’aria compie una
traiettoria rettilinea per arrivare a B. ma se B è nell’acqua la traiettoria AB
non è più la più veloce, infatti se conti le tacchette sotto la superficie
dell’acqua nelle due possibili traiettorie AB e ACB vedrai che, pur essendo più
lungo il percorso totale in ACB, il tempo è inferiore perché la luce ha fatto
solo tre tacchette a 200000 km/s, mentre con la traiettoria diretta AB ne
avrebbe fatto ben 5! Quindi la luce viene deviata di un certo angolo, dipendente
dalla densità dei mezzi attraversati e dall’angolo con cui colpisce la
superficie di contatto.
Uff! che faticaccia! Ancora solo un pochino di
pazienza, poi è tutto “in discesa�!


Allora, questo fenomeno è la rifrazione, importante in fotografia
subacquea perché la luce che proviene dai nostri soggetti, passando dall’acqua
alla fotocamera (aria) viene rifratta, e tale rifrazione fa si che il complesso
si comporti come una lente aggiuntiva. Risultato: la focale del nostro obiettivo
è come se aumentasse, il soggetto ci appare più grande di circa 1/3 e più vicino
di circa ¼, il campo di ripresa dell’obiettivo diminuisce. Un paio di disegnino
per spiegarmi:



Questo è ciò che succede quando guardi un oggetto in acqua
indossando la maschera. La stella marina ti appare più grande e più vicina….



…e questo è quanto vede la tua macchina fotografica: l’oggetto è
più grande e più vicino e la focale del tuo obiettivo sembra essersi allungata:
se fotografo il mio buddy fuori dall’acqua con un obiettivo 50 mm, riesco a
ritrarlo per intero, ma se uso lo stesso obiettivo in acqua, a parità di
distanza non ci starà più e riuscirò a ritrarne solo i 2/3.

Sempre per
questo motivo, quando qualcuno ti dice: “ho visto una cernia enorme, almeno due
metri…â€?, in realtà ha visto una cernia di circa un metro e trenta…sempre un
bell’animale di dimensioni ragguardevoli!



A questo punto potrebbe sorgerti la domanda: ma allora, metto a
fuoco sulla distanza reale o su quella apparente? In realtà non ha senso porsi
il dilemma, in quanto l’obiettivo vede esattamente come te, quindi metti a fuoco
sulla distanza apparente! Anche perché risulterebbe molto complicato stimare
correttamente la distanza “reale�, a meno che non usi un metro.
Reale in
questo caso è esattamente ciò che vedi, e ciò che la tua fotocamera
vede!

Capito tutto? Bene!

Sott’acqua, a causa del fenomeno della
rifrazione, tutte le ottiche cambiano il campo visivo, per cui se normalmente
sei abituato a usare un certo obiettivo per ottenere un particolare “taglio�,
devi tenere presente che sott’acqua non potrai usare la stessa ottica, ma una
differente che ti consenta di abbracciare lo stesso campo. Nella tabella che
segue ti riporto i campi di ripresa dei più comuni obiettivi:
































OTTICA


CAMPO IN ARIA


CAMPO IN ACQUA


6 mm (fish
eye)


180°


126°


20 mm
(wide)


90°


65°


28 mm
(wide)


75°


55°


35 mm


64°


45°


50 mm


45°


34°


80 mm (medio tele)


30°


22°


Così l’obiettivo “normaleâ€? non sarà più il 50 mm, che ha un campo
di circa 45° in aria ma che in acqua si riduce a 34°, bensì il 35 mm, che in
acqua ti garantisce un campo di ripresa di 45°.
Ci sono ancora un paio di
fenomeni che riguardano la luce e che è utile conoscere: riflessione,
diffusione e assorbimento.
Un raggio di luce che colpisce la
superficie del mare viene in parte riflesso verso l’alto e non riesce a
penetrare. L’angolo con cui viene riflesso e la quantità di luce riflessa
dipendono dall’angolo di incidenza: più il sole è basso e più è grande la
quantità di luce riflessa (quindi al tramonto e all’alba avrò maggiori quantità
di luce riflessa e minore luce in acqua).
La diffusione invece interessa
quella parte di luce che riesce a penetrare: il nostro raggio appena sotto la
superficie comincia a imbattersi in una miriade di particelle in sospensione,
che lo riflettono e fanno si che da un lato si indebolisca l’intensità luminosa
e dall’altro che la luminosità stessa sia diffusa, cosa che comporta una
generale diminuzione dei contrasti e una attenuazione delle ombre, che si fanno
sempre meno nette.
La luce che riesce comunque ad arrivare a profondità
maggiori va poi incontro al fenomeno dell’assorbimento. L’assorbimento però è
selettivo, cioè non coinvolge tutte le frequenze (i colori) con le stesse
modalità. Le onde più corte sono le più energetiche e quindi riescono a
penetrare più profondamente nella massa d’acqua (sto parlando delle frequenze
verso l’azzurro), mentre quelle più lunghe hanno meno energia e vengono fermate
prima. Questa è la ragione per cui già nei primi metri vediamo scomparire il
colore rosso, mentre i verdi e gli azzurri perdurano fino a profondità maggiori,
fino a quando tutto si presenta con una uniforme tinta azzurra. Ancora un
disegnino…



come si può vedere già dai 5 mt scompare il colore rosso, a 30 mt
vediamo gli ultimi gialli, a 50 perdiamo anche i verdi e di lì in poi abbiamo
solo l’azzurro, che scompare anch’esso quando la profondità è tale da provocare
l’estinzione della luminosità.
Bene! Ho finito di tediarti…torniamo a parlare
di attrezzature!


E’ assolutamente vietata la riproduzione, anche parziale,
del testo e delle foto presenti in questo articolo, senza il consenso
dell’autore.


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